una mamma ha scritto un libro sulla mobilità difficile e per la difficile vita in città (milano).
ma da milanese emigrata in campagna, mi è parsa una visione un pò milanocentrica, e mi chiedo altrove (bergamo, roma, cagliari, venezia etc etc etc) le città sono così più a misura di bambino?
non diventa una affermazione un pò snobistica?
ma non sarà che:
ci aspettiamo tutti (e la giaculatoria che segue sui disagi della campagna è un esempio) un mondo perfetto. privo di sbavature e scarti, privo di quei paradossi che tanto creiamo?
medici umanissimi ma incapaci di sbagliare,
città alveare, dotate di ogni possibiltà ma prive di traffico ed inquinamento
consumismo senza pattume e inceneritori.
forse il problema è anche cavalcare l’imperfetto e accettare che siamo esseri paradossali in un mondo che abbiamo fatto paradossale …
in ogni caso posso assicurare posso assicurare che la campagna dove vivo, tanto decantata, non offre così tanto … non è l’antitesi della città.
non c’è nido o scuola materna, bisogna andare in un altro paese e in assenza di mezzi pubblici adeguati … si usa l’auto.
i bimbi, come in città, fanno calcio-tennis-piscina-pallavolo etc etc etc perciò non giocano nè in giadino, nè in cortile.
la strada principale (visti i due ponti limitrofi fuori uso) sono percorsi da mezzi pesanti che viaggiano decisamente sopra i 50 kmh. ovviamente non si calcola l’inquinamento. marciapiedi massacrati e infinitesimali invitano a scegliere strade sterrate, che alla finire risultano più percorribili con il passeggino….
sic