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"difesa relazionale"

4 commenti

abito in un paese piccolo. 1000 abitanti al massimo, posto molto tranquillo.

quando esco di casa con la micro-pinga la sequenza è:
borsa con cambio completo, borse termica con biberon/scaldabiberon, mia borsa, giacca, copertina, 1 lt di acqua, bimba dentro l’ovetto, chassis del passeggino. vado avanti un sacco di volte.
in un condominio a milano non si potrebbe. soprattutto lasciare la micro in auto con la portiera aperta e la porta di casa spalancata, nel mio andirivieni.

e se …
(delirio)
già e se un malintenzionato …
no, quaggiù non può succedere nulla di brutto.
ok, potrei mettere un coltello in auto.
no, non si può; sai che multa i cc, uso di arma impropria!
e poi non sono quella contraria alla violenza e che lo stato esiste per qualcosa e che farsi giustizia da sè è cosa da trogloditi??????????

si, ma.
ma è una questione di difesa, ***** è mia figlia la devo difendere no??
stop.
fine del delirio.

per fortuna.

per fortuna che ho fatto un corso di difesa relazionale.
(non è difesa personale).
per due anni poi la gravidanza e la distanza hanno messo un limite.

la fa un mio docente di pedagogia interazionale.
fa arti marziali da una vita.
si parte dal presupposto che …. – questo è quello che ho raccolto –
nella vita ci si trova di fronte ad attacchi che non sono solo fisici, ma anche morali, psicologici, verbali etc etc
si usano tecniche mutuate da un arte marziale.
ma come in molte arti marziali accade il principio è evitare inutili scontri, si arriva al conflitto solo se inevitabile.
e allora si osserva l’avversario e di sperimentano le proprie paure.
è stupido sparare ad uno che voleva chiederti una sigaretta.
si lavora con il corpo/con i corpi e sul corpo.
e nella testa.
sinergie e strategie di apprendimento corpo mente
si testano le proprie resistenze.
si conoscono il limite e le sfumature che una relazione possono avere.
davanti ad un aggressione (non solo fisica) puoi:
scappare, spostare il piano di ingaggio, disimpegnarti, affrontarla.

e allora che ci faccio io con il mio stupido coltellino, che non metterò mai in auto, di fronte al malintenzionato?
forse nulla.
ma la mia attenzione è diversa.
adesso so che esistono diverse strategie di disingaggio.
e che posso ancora usare la testa prima di “sparare a vista” ad ogni ombra.
che la mia attenzione è “un’arma” necessaria a filtrare bene e a rilevare dove esistono pericoli e dove ci sono solo gli spettri delle mie (nostre) paure.

salgo in auto e porto la micropinga dalla pediatra, da oggi passiamo alle pappe!
monica

anche per questo grazie a igor

fonti:
http://www.humaniter.org/
http://www.studiodedalo.net/site/

Difesa relazionale
c/o società umanitaria/milano


La complessità della vita chiede ogni giorno a tutti noi di incontrare molte persone. Qualcuno di questi incontri può rivelarsi critico, forse violento.
Sentirsi aggrediti significa temere un danno, non importa quale, né se qualcuno abbia veramente intenzione di attaccarci: è sufficiente un’aggressione verbale, una forte pressione emotiva, un conflitto di potere e i nostri comportamenti difensivi entrano in gioco.
Se la reazione è eccessiva o fuori luogo dissipiamo le nostre energie, se è debole o inappropriata, le deprimiamo. In entrambi i casi, pregiudichiamo il nostro incontro con gli altri. Ciò di cui abbiamo bisogno, dunque, è imparare a controllare l’aggressività altrui disciplinando la nostra.
COSA E’
È un percorso di ricerca per capire ed elaborare le proprie strategie di difesa.
È una pratica della lotta per imparare a controllare le situazioni di pericolo neutralizzandole o minimizzando i danni.
È una disciplina del corpo e dell’energia per esprimersi in libertà attraverso il gesto marziale.
PROGRAMMA
Il programma prevede l’esercizio di tecniche e principi liberamente ispirati al patrimonio dell’arte marziale, intrecciato con quello della formazione di gruppo.
Le lezioni, un’ora e mezza una volta alla settimana, si articoleranno lungo tre piani di lavoro:
· Fondamentali dell’energia: il corpo e l’incontro con l’altro
· Tecniche di combattimento: la difesa come disciplina del gesto
· Strategie difensive: l’interazione e il conflitto
La pratica comprende il lavoro in palestra – tecniche di base, forme, esercizi di contatto, combattimenti prestabiliti, a ruoli e liberi – un percorso parallelo di riflessione collettiva e individuale, una disciplina personale integrata nella vita quotidiana.

4 thoughts on “"difesa relazionale"

  1. Da quando vivo a napoli ho sviluppato un’attenzione estrema per l’ambiente circostante, cerco di capire sempre in quale situazione sono, soprattutto se sono in giro con i bambini. In macchia giro con le icure abbassate, perchè capita che qualcuno ti apra lo sportello se sei ferma al semaforo, e cose così. Un avolta giravo con un coltello da sub in macchina. Che non sarei mai riuscita ad usare, e avrei voluto essere un campione di arti marziali 🙂

    serialmama

  2. Da quando vivo a napoli ho sviluppato un’attenzione estrema per l’ambiente circostante, cerco di capire sempre in quale situazione sono, soprattutto se sono in giro con i bambini. In macchia giro con le icure abbassate, perchè capita che qualcuno ti apra lo sportello se sei ferma al semaforo, e cose così. Un avolta giravo con un coltello da sub in macchina. Che non sarei mai riuscita ad usare, e avrei voluto essere un campione di arti marziali 🙂

    serialmama

  3. grazie della vista, signora serial!
    vorrei dirle che avrei fiducia nella sua verve brillante, salace ed un pò caustica ben atta ad abbattere i malintenzionati! 😉
    in ogni caso e più seriamente, da sola mi sento più tranquilla e più forte nel pensare a come eventualmente sfuggire.
    è il pensiero di tutelare due più piccole e una completamente indifesa che mi mette un pò in tensione … ne sarei capace, fino a che limite?
    non ho una risposta… solo molte più antenne pronte a ricevere segnali di pericolo!

    monica

  4. grazie della vista, signora serial!
    vorrei dirle che avrei fiducia nella sua verve brillante, salace ed un pò caustica ben atta ad abbattere i malintenzionati! 😉
    in ogni caso e più seriamente, da sola mi sento più tranquilla e più forte nel pensare a come eventualmente sfuggire.
    è il pensiero di tutelare due più piccole e una completamente indifesa che mi mette un pò in tensione … ne sarei capace, fino a che limite?
    non ho una risposta… solo molte più antenne pronte a ricevere segnali di pericolo!

    monica

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