vorrei iniziare una serie di post sul tema donne e ….
la voglia mi è venuta a furia di leggere sugli altri blog tutte le sfumature del mondo femminile.
ovvio che mi attraggono anche i blog al maschile, ma sono – per me – di più difficile esplorazione, stante la mia condizione di donna.
devo la voglia al blog di silvia (lo stuzzicamente – lo trovate nei link ai blog come “strumento flessibile per l’igiene mentale”) che trovo estremamente ricco di spunti, info e collegamenti.
ho letto molto anche sulla fatica delle donne a stare, inserirsi, fare carriera e venire remunerate in modo decoroso – nel mondo del lavoro … così ho ripensato al mio minuscolo pezzetto di mondo del lavoro in cui essere donna è un valore.
cooperativa sociale – settore no profit (quella dove lavoro da 12 anni)
da anni il consiglio di amministrazione è composto da donne (presidente e vice comprese)
su sette consiglieri la proporzione attuale è 1:6 – un uomo e sei donne. nella media la proporzione è stata 2 uomini:5 donne.
gli amministratori sono donne.
diciamo che i ruoli di vertice sono femminili.
una buona parte di lavoratori sono donne.
l’organizzazione è improntata per quanto possibile, ad una gestione democratica, partecipata e collettiva attenta a dare a tutti la possibilità di partecipare, di esprimere opinioni e criticità, attraverso i vari strumenti di governo che esistono nel mondo della cooperazione sociale.
è un mondo, al cui interno le criticità sono usate il più possibile come strumenti di crescita, in cui la competitività è spesso molto bassa a favore di una forte spinta a favore della cooperazione interna ed esterna.
c’è una grossa attenzione alla sostenibilità amministrativa e alla eticità economica.
i vantaggi di questo modello?
apparentemente i vantaggi coincidono con gli svantaggi, ma sono una caratteristica del mondo dei “servizi”, stipendi irrisori rispetto alle competenze (ma è così da contratto), utili altrettanto irrisori che vengono reinvestiti nei servizi erogati ma questa è un’altra tipicità del mondo della vera cooperazione sociale.
insomma, diciamolo chiaramente, non ci sono fiumi di utili da dividere e se ci fossero non verrebbero suddivisi come in genere avviene nel mondo profit.
chi ha ruoli di responsabilità non percepisce per questo alcun benefit, ma nemmeno gode di particolari scatti di carriera.
la logica vuole che il bene comune e collettivo sia a favore di tutti e non dell’interesse di qualcuno.
il poco che so di alcune altre cooperative sociale, a conduzione più maschile, vede:
o un maggiore sviluppo nella gestione dell’organizzazione di tipo verticistico
oppure i vertici vengon retribuiti “meglio”. (sarei lieta anche di sapere info contrastanti)
ora veniamo alla mia domanda:
dipende dal fatto che le donne hanno di fondo una idea di economia sostenibile, in cui è meglio un pochino per tutti che una distribuzione disomogenea delle finanze?
i vertici guadagnano tanto, gli altri molto meno.
questo è peraltro è il modello che “funziona” in economia … su scala globale.
dipende dal fatto che una donna sa che tutti devono mangiare, e quindi genera forme di governo delle organizzazioni in cui viene evidenziata la sostenibilità economica? (per via di quella banale cosa che si chiamava economia domestica e che oggi le donne che governano – se possono – applicano nel mondo del lavoro)
questo significa che le donne quando governano (in questo caso una micro realtà) si pagano meno di quanto non farebbero gli uomini, anche se rivestono loro stesse ruoli di alto livello?
se la teoria fosse valida aprirebbe scenari davvero interessanti …
16 novembre 2008 alle 21:44
ho lavorato con tante donne, l’ambito è quello finanziario.
stessi pregi e stessi difetti. non vedo mai differenze di genere. ma è la mia opinione.
16 novembre 2008 alle 21:44
ho lavorato con tante donne, l’ambito è quello finanziario.
stessi pregi e stessi difetti. non vedo mai differenze di genere. ma è la mia opinione.
16 novembre 2008 alle 23:48
Un post davvero interessante! Non posso che appoggiare il tuo intento di “indagare il mondo femminile”, e sono felice di essere stata in particolar modo io fonte di tale ispirazione! Spero di leggere altri post come questo, estremamente interessanti e ricchi di spunti…
😉
16 novembre 2008 alle 23:48
Un post davvero interessante! Non posso che appoggiare il tuo intento di “indagare il mondo femminile”, e sono felice di essere stata in particolar modo io fonte di tale ispirazione! Spero di leggere altri post come questo, estremamente interessanti e ricchi di spunti…
😉
17 novembre 2008 alle 10:39
per cinas.
avresti voglia di approfondire?
cioè il mondo finanziario è caratterizzato alo stesso modo di una cooperativa sociale di tipo no profit?
oppure la gestione dell’organizzazione è uguale se affidata a uomini o a donne, cioè avviene in modo uguale?
le differenze di genere non incidono nella progettazione di una organizzazione?
davvero ti sarei grata di un altro sguardo diverso e aggiuntivo.
per silvia. grazie.
la stessa domanda può valere per te, se hai info sulle differenze o similitudini che ci possono essere dove operi…
monica
🙂
17 novembre 2008 alle 10:39
per cinas.
avresti voglia di approfondire?
cioè il mondo finanziario è caratterizzato alo stesso modo di una cooperativa sociale di tipo no profit?
oppure la gestione dell’organizzazione è uguale se affidata a uomini o a donne, cioè avviene in modo uguale?
le differenze di genere non incidono nella progettazione di una organizzazione?
davvero ti sarei grata di un altro sguardo diverso e aggiuntivo.
per silvia. grazie.
la stessa domanda può valere per te, se hai info sulle differenze o similitudini che ci possono essere dove operi…
monica
🙂
17 novembre 2008 alle 11:36
secondo me, la gestione dell’organizzazione è uguale se affidata a uomini o a donne.
recentemente ho lavorato nella costruzione di una grande holding del risparmio gestito. in quest’ambito, il capo era una giovane donna, molto brava, pagata circa 500.000 euro annuali, che chiaramente privilegiava nell’assunzione il comparto femminile. e infatti l’organigramma sulle funzioni di sevcondo livello era fortemente orientato al femminile.
confermo che secondo me le differenze di genere non incidono minimamente nella progettazione di una organizzazione, perlomeno in ambito finanziari o industriali.
anzi, io credo che molto spesso quello
17 novembre 2008 alle 11:36
secondo me, la gestione dell’organizzazione è uguale se affidata a uomini o a donne.
recentemente ho lavorato nella costruzione di una grande holding del risparmio gestito. in quest’ambito, il capo era una giovane donna, molto brava, pagata circa 500.000 euro annuali, che chiaramente privilegiava nell’assunzione il comparto femminile. e infatti l’organigramma sulle funzioni di sevcondo livello era fortemente orientato al femminile.
confermo che secondo me le differenze di genere non incidono minimamente nella progettazione di una organizzazione, perlomeno in ambito finanziari o industriali.
anzi, io credo che molto spesso quello
17 novembre 2008 alle 12:15
aspetto curiosamente la fine del tuo pensiero, cinas,
ma aggiungo un mio dubbio.
io non so se la redistribuzione dei redditi e degli stipendi sia, nel sociale un fattore limitante e che obbliga ad una economia più sostenibile.
vorrei girassero più soldi per vedere se le cose funzionerebbero in modo diverso….
in ambito finanziario, però, fatico a credere che la recente entrata delle manager donna abbia già imposto modelli di “governo” più femminili.
nel sociale, l’intero comparto ha molti livelli di “governo” e decisionalità al femminile (assistenti sociali, psicologhe, giudici dei tribunali minori etc etc) per cui è una palestra di nuovi modelli possibli….
17 novembre 2008 alle 12:15
aspetto curiosamente la fine del tuo pensiero, cinas,
ma aggiungo un mio dubbio.
io non so se la redistribuzione dei redditi e degli stipendi sia, nel sociale un fattore limitante e che obbliga ad una economia più sostenibile.
vorrei girassero più soldi per vedere se le cose funzionerebbero in modo diverso….
in ambito finanziario, però, fatico a credere che la recente entrata delle manager donna abbia già imposto modelli di “governo” più femminili.
nel sociale, l’intero comparto ha molti livelli di “governo” e decisionalità al femminile (assistenti sociali, psicologhe, giudici dei tribunali minori etc etc) per cui è una palestra di nuovi modelli possibli….
17 novembre 2008 alle 12:30
Forse non è la differenza di genere, ma l’ambito a cui ci si riferisce. Il mondo finanziario, per uomini e donne, è diverso da quello dei servizi. Forse, le differenze culturali sono a monte. Ma non conosco abbastanza da sentenziare. Interessante, però!
17 novembre 2008 alle 12:30
Forse non è la differenza di genere, ma l’ambito a cui ci si riferisce. Il mondo finanziario, per uomini e donne, è diverso da quello dei servizi. Forse, le differenze culturali sono a monte. Ma non conosco abbastanza da sentenziare. Interessante, però!
17 novembre 2008 alle 12:41
accetto sguardi da altri mondi, lgo.
perchè se il modello è interessante e funziona ha una serie di altrettanto interessanti risvolti!!
17 novembre 2008 alle 12:41
accetto sguardi da altri mondi, lgo.
perchè se il modello è interessante e funziona ha una serie di altrettanto interessanti risvolti!!
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