volevo scrivere un lungo post sui piaceri del bagno turco.
avrei detto della voluttà dell’esser avvolta da una nube di vapore, in un cubicolo oscuro eppure lievemente illuminato da infinitesimali luci colorate.
e poi del piacere di uscir fuori da quel ventre oscuro e caldo, e soggiornare, avvolta in un enorme asciugamano bianco, sorseggiando una tazza di te alla menta i.
oppure avrei detto della signora che avrebbe strofinato la pelle con un guanto di crine e l’avrebbe sferzata con un getto di acqua calda, e poi di quell’altra che mi avrebbe quasi fatto addormentare, massaggiando olio tiepido e profumato. Conducendo il corpo e la mente in quello stato che si colloca tra veglia e abbandono.
ma, forse, sarà per un’altra volta.
28 novembre 2008 alle 21:37
mai rimandare
28 novembre 2008 alle 21:37
mai rimandare