ci sto, pensando, ora. mentre stendo la solita e soprattutto l’ennesima lavatrice.
è una vita che sto fuori casa, scuola, studio, lavoro, lavoro e studio, più lavori, pendolarismo …
le uniche isole sono state dalle vacanze, quando studiavo, e le due gravidanze e successivi periodi di astensione dal lavoro per la maternità obbligatoria e facoltativa.
la seconda è questa.
ed è durante questo periodo che mi trovo oggi a fare la casalinga.
IO???
qualcosa che non è fare la mamma.
è gestione della casa, inventandosi un modo di fare passare il tempo, senza perdercisi.
è fissare una scansione del tempo, costellandolo di regolarità:
sveglia con chi esce, colazione, cambio bimba, rifacimento letti, stendere panni, lavare pavimenti, spazzare, lavare piatti, nuova lavatrice, recupero figlia grande a scuola, etc etc etc
insomma la manutenzione casa prende uno spazio mai avuto, e io un pò mi perdo.
chi sono io, che cosa vuole dire “portare avanti una casa”, che relazione ha con me?
io lavoro, io sono una mamma, io studio, ma io casalinga, in che relazione sta?
diciamo che la mia identità si ridefinisce di continuo attraverso la scrittura sui blog, con la riflessione sulla progettazione del lavoro pedagogico, sull’avere trovato un paio di siti che si occupano di maternità/lavoro/nuovi modelli materni/coniugazione tra questi due ruoli, la lettura. Ovviamente il ciò è unito alla mia quotidianità materna.
ma il fare la casalinga è una necessità per sopravvivere alla giornata, ad avere un tempo organizzato, è funzionale a non galleggiare nel casino… ma il suo senso per me, no, non riesco a trovarcelo.
come si fa?
28 gennaio 2009 alle 09:36
io credo che un senso ce l’abbia. è il senso della cura, dell’accoglienza, dell’armonia.
è preoccuparsi di rendere la propria casa un bel posto da vivere, è creare per i propri figli un passato da ricordare, un tepore a cui ritornare nei momenti difficili. è riempirsi la vita ogni giorno di cose diverse e di persone interessanti. è osservare, è pensare, è essere il punto fermo per coloro che corrono.
un po’ è anche sacrificio. ma solo un po’.
28 gennaio 2009 alle 09:36
io credo che un senso ce l’abbia. è il senso della cura, dell’accoglienza, dell’armonia.
è preoccuparsi di rendere la propria casa un bel posto da vivere, è creare per i propri figli un passato da ricordare, un tepore a cui ritornare nei momenti difficili. è riempirsi la vita ogni giorno di cose diverse e di persone interessanti. è osservare, è pensare, è essere il punto fermo per coloro che corrono.
un po’ è anche sacrificio. ma solo un po’.
28 gennaio 2009 alle 09:43
grazie.
devo costruire questo senso, per è viene bene a farlo per lavoro, nel lavoro (è oggettivamente un lavoro di cura delle relazioni e dei loro corpi) devo riuscira a portare quel senso anche qui….
grazie ancora e di cuore :-))
28 gennaio 2009 alle 09:43
grazie.
devo costruire questo senso, per è viene bene a farlo per lavoro, nel lavoro (è oggettivamente un lavoro di cura delle relazioni e dei loro corpi) devo riuscira a portare quel senso anche qui….
grazie ancora e di cuore :-))
28 gennaio 2009 alle 10:45
è una cosa necessaria. e qualcuno deve pure fare questo sporco lavoro 😉
@lasimo mi è piaciuta la tua risposta, mi viene quasi un’idea per un postarello
28 gennaio 2009 alle 10:45
è una cosa necessaria. e qualcuno deve pure fare questo sporco lavoro 😉
@lasimo mi è piaciuta la tua risposta, mi viene quasi un’idea per un postarello
28 gennaio 2009 alle 11:16
Ciao Monica
non stai lavorando ora?
Ti capisco, anche io non riuscirei a trovarlo, il senso…
baci
28 gennaio 2009 alle 11:16
Ciao Monica
non stai lavorando ora?
Ti capisco, anche io non riuscirei a trovarlo, il senso…
baci
28 gennaio 2009 alle 11:28
non so. io ammiro chi lo fa, come chi fa altri lavori. è un lavoro che io non saprei fare. un conto è il sabato e la domenica, o la sera, quando torni a casa, ma so per certo che, se dovessi far la casalinga a tutto tondo, mi ci perderei…
(bella risposta, lasimo!)
28 gennaio 2009 alle 11:28
non so. io ammiro chi lo fa, come chi fa altri lavori. è un lavoro che io non saprei fare. un conto è il sabato e la domenica, o la sera, quando torni a casa, ma so per certo che, se dovessi far la casalinga a tutto tondo, mi ci perderei…
(bella risposta, lasimo!)
28 gennaio 2009 alle 13:48
Io non lo so, che senso ha. La risposta di Simo è bella, ma mi coglie di sorpresa. Finora ho sempre dato per scontato che la casalinghitudine per scelta fosse legata alle possibilità economiche, ma anche se potessi permettermelo, non vorrei smettere di lavorare. Oppure, vorrei smettere per un po’ ora che i bambini sono ancora piccoli. Ma non per occupare la mia giornata pensando a loro ininterrottamente. Per fare quello che mi piace in santa pace. E allora, mi dico che in questa famiglia non ce lo possiamo permettere. Nella mia famiglia hanno lavorato tutte le donne: mia madre, le zie, le nonne, e anche le bisnonne.
Ecco, magari vorrei un altro lavoro!
28 gennaio 2009 alle 13:48
Io non lo so, che senso ha. La risposta di Simo è bella, ma mi coglie di sorpresa. Finora ho sempre dato per scontato che la casalinghitudine per scelta fosse legata alle possibilità economiche, ma anche se potessi permettermelo, non vorrei smettere di lavorare. Oppure, vorrei smettere per un po’ ora che i bambini sono ancora piccoli. Ma non per occupare la mia giornata pensando a loro ininterrottamente. Per fare quello che mi piace in santa pace. E allora, mi dico che in questa famiglia non ce lo possiamo permettere. Nella mia famiglia hanno lavorato tutte le donne: mia madre, le zie, le nonne, e anche le bisnonne.
Ecco, magari vorrei un altro lavoro!
28 gennaio 2009 alle 14:18
Nemmeno io ce la farei. Però ho il massimo rispetto verso chi ha fatto questa scelta.
28 gennaio 2009 alle 14:18
Nemmeno io ce la farei. Però ho il massimo rispetto verso chi ha fatto questa scelta.
28 gennaio 2009 alle 15:09
Ciao, io do una risposta diversa, perchè mi sentirei benissimo come casalinga.
Sarà che il mio lavoro non mi da molte soddisfazioni, sarà che non sono mai stata una donna ambiziosa dal punto di vista lavorativo, sarà che comunque sia, anche lavorando fuori mi sento lo stesso la resposabilità totale della casa (la domestica non ce l’ho!)
Potrei finalmente sistemare tutte le mie cosine come voglio io, cucinare piatti un po’ elaborati, approfondire i miei interessi…io amo stare nella mia tana, ma è sempre troppo poco il tempo per godermela.
Finalmente potrei seguire i miei ritmi!
… e fare queste cose senza avere l’impressione di rincorrere il tempo.
28 gennaio 2009 alle 15:09
Ciao, io do una risposta diversa, perchè mi sentirei benissimo come casalinga.
Sarà che il mio lavoro non mi da molte soddisfazioni, sarà che non sono mai stata una donna ambiziosa dal punto di vista lavorativo, sarà che comunque sia, anche lavorando fuori mi sento lo stesso la resposabilità totale della casa (la domestica non ce l’ho!)
Potrei finalmente sistemare tutte le mie cosine come voglio io, cucinare piatti un po’ elaborati, approfondire i miei interessi…io amo stare nella mia tana, ma è sempre troppo poco il tempo per godermela.
Finalmente potrei seguire i miei ritmi!
… e fare queste cose senza avere l’impressione di rincorrere il tempo.
28 gennaio 2009 alle 17:13
ora ho più tempo.
e devo dire che il commento di lasimo è decisamente bello.
è vero non avevo mai pensato a questo. per me è una serie interminabile di cose da fare, anche ora che ho tempo. (ma lo avrò ancora per poco … il lavoro di cura mi aspetta al varco). mi piace quando posso fare cose creative, dipingere pareti, spostare mobili, trovare angoli suggestivi della casa e decorarli. ma il lavo-stiro-asciugo no…
e mi piace tantissimo anche il commento di cindry perchè offre ed arrichisce quel concetto di casa/ tana, di accoglienza, di luogo caldo degli affetti …
mi ritrovo molto in lgo.
io vengo da una famiglia di donne lavoratrici, mia madre (ora in pensione) fa la volontaria pur di lavorare ancora un pò. e mi ha trasmesso, come mio padre, una grossa passione per il lavoro.
pur restando anche una ottima donna di casa.
lei! :-)))
anche qui il vincolo economico è pressante. se avessi tanti soldi, ma tanti, lavorerei comunque.
non igraine, non lavoro per ora sono in maternità facoltativa..
peraltro lavorare – in molte fasi della mia vita – ha rappresentato l’indipendenza economica e quindi la possibilità di essere autonoma, e libera di uscire da situazioni critiche…
però imparerei a godermi anche la casa …
però, per ora, non ne sono capace (mi ritrovo con bianca, ganja, igraine lgo ,…
soprattutto – e chiudo con una battuta il ” lavoro sporco” (leggasi pulizia bagno) lo cederei volentieri ……. parlavi di quello, no, piattini??
grazie a tutte in ogni caso … magari domani mi divertirò di più o – se non altro – mi godrò il mezzo gaudio nel mal comune !!!!
;-))
intanto tutte lavoriamo…..
parrebbe….
28 gennaio 2009 alle 17:13
ora ho più tempo.
e devo dire che il commento di lasimo è decisamente bello.
è vero non avevo mai pensato a questo. per me è una serie interminabile di cose da fare, anche ora che ho tempo. (ma lo avrò ancora per poco … il lavoro di cura mi aspetta al varco). mi piace quando posso fare cose creative, dipingere pareti, spostare mobili, trovare angoli suggestivi della casa e decorarli. ma il lavo-stiro-asciugo no…
e mi piace tantissimo anche il commento di cindry perchè offre ed arrichisce quel concetto di casa/ tana, di accoglienza, di luogo caldo degli affetti …
mi ritrovo molto in lgo.
io vengo da una famiglia di donne lavoratrici, mia madre (ora in pensione) fa la volontaria pur di lavorare ancora un pò. e mi ha trasmesso, come mio padre, una grossa passione per il lavoro.
pur restando anche una ottima donna di casa.
lei! :-)))
anche qui il vincolo economico è pressante. se avessi tanti soldi, ma tanti, lavorerei comunque.
non igraine, non lavoro per ora sono in maternità facoltativa..
peraltro lavorare – in molte fasi della mia vita – ha rappresentato l’indipendenza economica e quindi la possibilità di essere autonoma, e libera di uscire da situazioni critiche…
però imparerei a godermi anche la casa …
però, per ora, non ne sono capace (mi ritrovo con bianca, ganja, igraine lgo ,…
soprattutto – e chiudo con una battuta il ” lavoro sporco” (leggasi pulizia bagno) lo cederei volentieri ……. parlavi di quello, no, piattini??
grazie a tutte in ogni caso … magari domani mi divertirò di più o – se non altro – mi godrò il mezzo gaudio nel mal comune !!!!
;-))
intanto tutte lavoriamo…..
parrebbe….
28 gennaio 2009 alle 21:56
Cos’è questo “parrebbe”? Sei meravigliata che nessuna mamma a tempo pieno, e quindi presumibilmente casalinga, ti abbia scritto? Come lo sveliamo questo arcano?
Bacioni e notte
Igraine
28 gennaio 2009 alle 21:56
Cos’è questo “parrebbe”? Sei meravigliata che nessuna mamma a tempo pieno, e quindi presumibilmente casalinga, ti abbia scritto? Come lo sveliamo questo arcano?
Bacioni e notte
Igraine
29 gennaio 2009 alle 07:37
no casalinghe?
no party!!!
in realtà non ci avevo pensato, ma immagino che qualche donna mamma casalinga ci sia sul www.
magari scrive su circuiti di blog diversi …
poi devo ammettere che nessuna mia amica o conoscente lo fa di mestiere …
29 gennaio 2009 alle 07:37
no casalinghe?
no party!!!
in realtà non ci avevo pensato, ma immagino che qualche donna mamma casalinga ci sia sul www.
magari scrive su circuiti di blog diversi …
poi devo ammettere che nessuna mia amica o conoscente lo fa di mestiere …
29 gennaio 2009 alle 11:40
Se il parere di una quasi nonna casalinga può interessare … Insomma non letteralmente, ho 51 anni e due figli ed ho sempre lavorato, a ritmi parecchio sostenuti pure. Oggi sono, mio malgrado, senza lavoro. Dico mio malgrado perchè non me lo sarei mai scelto. Ma è accaduto di fatto e me lo sto davvero godendo, ferma restando una certa preoccupazione ed un certo senso di disagio legato al ‘non si sa mai cosa può accadere in futuro’.
Prima d’ora sono stata in due congedi per maternità e mi sentivo davvero strana, se vuoi addirittura rallentata rispetto ai ritmi che sostenevo durante il normale ritmo casa-lavoro. Sono tornata in ufficio con sollievo, lo ammetto. Ma era più che altro questa sensazione di lentezza, e forse di chiusura, che mi annichiliva. Oltre al totale disinteresse per la cura della tana, claro.
Invecchiando ho scoperto la necessità fisica di avere attorno a me uno spazio armonioso e ragionevolmente ordinato. Curare la casa anche nei lavori ripetitivi e meno stimolanti mi garantisce questa armonia. Ed ho il tempo di trasformare mansioni ripetitive in qualcosa di più interessante, ad esempio la cucina. E non posso che citare i commenti di lasimo e di cindry.
Buona ricerca :-)) /graz
29 gennaio 2009 alle 11:40
Se il parere di una quasi nonna casalinga può interessare … Insomma non letteralmente, ho 51 anni e due figli ed ho sempre lavorato, a ritmi parecchio sostenuti pure. Oggi sono, mio malgrado, senza lavoro. Dico mio malgrado perchè non me lo sarei mai scelto. Ma è accaduto di fatto e me lo sto davvero godendo, ferma restando una certa preoccupazione ed un certo senso di disagio legato al ‘non si sa mai cosa può accadere in futuro’.
Prima d’ora sono stata in due congedi per maternità e mi sentivo davvero strana, se vuoi addirittura rallentata rispetto ai ritmi che sostenevo durante il normale ritmo casa-lavoro. Sono tornata in ufficio con sollievo, lo ammetto. Ma era più che altro questa sensazione di lentezza, e forse di chiusura, che mi annichiliva. Oltre al totale disinteresse per la cura della tana, claro.
Invecchiando ho scoperto la necessità fisica di avere attorno a me uno spazio armonioso e ragionevolmente ordinato. Curare la casa anche nei lavori ripetitivi e meno stimolanti mi garantisce questa armonia. Ed ho il tempo di trasformare mansioni ripetitive in qualcosa di più interessante, ad esempio la cucina. E non posso che citare i commenti di lasimo e di cindry.
Buona ricerca :-)) /graz
29 gennaio 2009 alle 20:46
mi chiedo se da Monica il post sia partito per la dicotomia che c’è tra l’essere a casa per fare la mamma e il ritrovarsi anche a fare la casalinga…due ruoli nello stesso tempo…
una nuova possibilità per abitare al contempo abitini differenti?
(metterò un post sull’argomento anche sul mio blog…grazie per l’idea!)
29 gennaio 2009 alle 20:46
mi chiedo se da Monica il post sia partito per la dicotomia che c’è tra l’essere a casa per fare la mamma e il ritrovarsi anche a fare la casalinga…due ruoli nello stesso tempo…
una nuova possibilità per abitare al contempo abitini differenti?
(metterò un post sull’argomento anche sul mio blog…grazie per l’idea!)
31 gennaio 2009 alle 10:10
graz
a parte che ci ho messo un pò a realizzare che siamo quasi coetanee e tu sei già nonna e io una neo mamma … (45 anni)
ma introduci un tema interessante … forse è la pressione dettata dal fatto che una bimba piccola si “mangia” quasi tutto il temo, e le cose vanno fatte con lentezza e non interrotte di continuo … forse un figlio piccolo obbliga a dare cure alla sua crescita, marginalizzando la cura della casa come esternazione di se…
allora appena lei sarà più grande forse riuscirò a costruire quella cura e piacevolezza che ora mi sfugge …..
anna ….
lo sai bene che ci azzecchi ….
aspetto il tuo post …
31 gennaio 2009 alle 10:10
graz
a parte che ci ho messo un pò a realizzare che siamo quasi coetanee e tu sei già nonna e io una neo mamma … (45 anni)
ma introduci un tema interessante … forse è la pressione dettata dal fatto che una bimba piccola si “mangia” quasi tutto il temo, e le cose vanno fatte con lentezza e non interrotte di continuo … forse un figlio piccolo obbliga a dare cure alla sua crescita, marginalizzando la cura della casa come esternazione di se…
allora appena lei sarà più grande forse riuscirò a costruire quella cura e piacevolezza che ora mi sfugge …..
anna ….
lo sai bene che ci azzecchi ….
aspetto il tuo post …