È bellissimo, mi ero scordata completamente questa parola, ma io una volta la doula l’ho fatta.
Un’amica mi ha regalato questo privilegio, quando ero anch’io incinta.
e anche se alla fine ho capito che più che altro voleva che non le facessimo uscire di testa il marito nell’attesa (aveva messo di mezzo anche l’altro testimone di nozze, che il marito diceva sempre per scherzo ah, no, io svengo, io non ce la faccio, non sopporto il sangue, la povera lo ha preso sul serio e si preoccupava che non le rubasse la scena andando in deliquio).
Poi è finita che io facevo il sostegno morale e l’interprete alla sua mamma, che è quella che l’ha davvero assistita in quello che è stato un parto faticoso, la massaggiavo e le spiegavo le differenze cuturali, il perché anche se sembrava che l’ostetrica non se la filasse, stava davvero facendo qualcosa per la figlia.
Insomma, mi piace da matti l’idea, sono contenta che anche a Milano si cominci, che un parto è sempre qualcosa di profondamente culturale e sicuramente partorire all’estero, o lontane da amiche e madri, è più bello avere un tramite che ti conosce e ti vuole bene.
È bellissimo, mi ero scordata completamente questa parola, ma io una volta la doula l’ho fatta.
Un’amica mi ha regalato questo privilegio, quando ero anch’io incinta.
e anche se alla fine ho capito che più che altro voleva che non le facessimo uscire di testa il marito nell’attesa (aveva messo di mezzo anche l’altro testimone di nozze, che il marito diceva sempre per scherzo ah, no, io svengo, io non ce la faccio, non sopporto il sangue, la povera lo ha preso sul serio e si preoccupava che non le rubasse la scena andando in deliquio).
Poi è finita che io facevo il sostegno morale e l’interprete alla sua mamma, che è quella che l’ha davvero assistita in quello che è stato un parto faticoso, la massaggiavo e le spiegavo le differenze cuturali, il perché anche se sembrava che l’ostetrica non se la filasse, stava davvero facendo qualcosa per la figlia.
Insomma, mi piace da matti l’idea, sono contenta che anche a Milano si cominci, che un parto è sempre qualcosa di profondamente culturale e sicuramente partorire all’estero, o lontane da amiche e madri, è più bello avere un tramite che ti conosce e ti vuole bene.
10 febbraio 2009 alle 22:37
che viaggio tra le doule che mi sono fatta…
10 febbraio 2009 alle 22:37
che viaggio tra le doule che mi sono fatta…
11 febbraio 2009 alle 00:09
È bellissimo, mi ero scordata completamente questa parola, ma io una volta la doula l’ho fatta.
Un’amica mi ha regalato questo privilegio, quando ero anch’io incinta.
e anche se alla fine ho capito che più che altro voleva che non le facessimo uscire di testa il marito nell’attesa (aveva messo di mezzo anche l’altro testimone di nozze, che il marito diceva sempre per scherzo ah, no, io svengo, io non ce la faccio, non sopporto il sangue, la povera lo ha preso sul serio e si preoccupava che non le rubasse la scena andando in deliquio).
Poi è finita che io facevo il sostegno morale e l’interprete alla sua mamma, che è quella che l’ha davvero assistita in quello che è stato un parto faticoso, la massaggiavo e le spiegavo le differenze cuturali, il perché anche se sembrava che l’ostetrica non se la filasse, stava davvero facendo qualcosa per la figlia.
Insomma, mi piace da matti l’idea, sono contenta che anche a Milano si cominci, che un parto è sempre qualcosa di profondamente culturale e sicuramente partorire all’estero, o lontane da amiche e madri, è più bello avere un tramite che ti conosce e ti vuole bene.
11 febbraio 2009 alle 00:09
È bellissimo, mi ero scordata completamente questa parola, ma io una volta la doula l’ho fatta.
Un’amica mi ha regalato questo privilegio, quando ero anch’io incinta.
e anche se alla fine ho capito che più che altro voleva che non le facessimo uscire di testa il marito nell’attesa (aveva messo di mezzo anche l’altro testimone di nozze, che il marito diceva sempre per scherzo ah, no, io svengo, io non ce la faccio, non sopporto il sangue, la povera lo ha preso sul serio e si preoccupava che non le rubasse la scena andando in deliquio).
Poi è finita che io facevo il sostegno morale e l’interprete alla sua mamma, che è quella che l’ha davvero assistita in quello che è stato un parto faticoso, la massaggiavo e le spiegavo le differenze cuturali, il perché anche se sembrava che l’ostetrica non se la filasse, stava davvero facendo qualcosa per la figlia.
Insomma, mi piace da matti l’idea, sono contenta che anche a Milano si cominci, che un parto è sempre qualcosa di profondamente culturale e sicuramente partorire all’estero, o lontane da amiche e madri, è più bello avere un tramite che ti conosce e ti vuole bene.
11 febbraio 2009 alle 09:26
@anna … dai racconta …..
11 febbraio 2009 alle 09:26
@anna … dai racconta …..
11 febbraio 2009 alle 09:27
@mammasterdam . grazie posto ancora sul tema ..
11 febbraio 2009 alle 09:27
@mammasterdam . grazie posto ancora sul tema ..