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sarà che sono stanca …

22 commenti


e quindi penso ad intermittenza. 

l’altro giorno i pensieri scorrevano molto, molto meglio.
così un pensiero tutto filato non mi riesce. 
solo roba sbrindellata.
ci violentano.
ma sembra che se ne siano accorti solo ora.
ed è colpa, perlopiù di stranieri.
strano.
avrei detto che fosse molto molto più tempo. 
avrei detto che non siano solo gli stranieri.
tsrano ma mi sembra una cosa un pò strumentale. 
cazzo!
gli stranieri ci violentano le NOSTRE donne.
roba nostra. tocca solo a noi.
solo che una volta (venti, trenta) anni fa la donne stesse, impugnando la loro voglia di libertà, rivendicavano le loro storie. 
la possibilità di uscire di casa senza la protezione di un uomo.
oggi, per ogni intervista, si racconta con raccapriccio e ribrezzo del violentatore straniero.
ci si bea della propria paura. 
si cerca l’uomo forte che ci protegga. 
ci si deresponsabilizza.
l’uomo forte ci dice che anche una disabile semimorente potrebbe ancor partorire (ventilando così lo stupro, visto che la volontà di una donna in coma è difficile da leggere, e forse anche il suo desiderio). 
l’uomo forte si circonda da attricette, corpi completamente reificati e spogliati di ricchezza espressiva e pompati di appeal sessuale. 
cose da scopare.
l’uomo forte ci da la tivvu. 
ancora donne.
donne che parlano di donne, vestite come se non potessero fare altro di diverso dall’ aizzare il maschio desiderio sessuale di ogni utente del palinsesto.
donne che non scelgono di essere sensuali/sessuali per l’uomo che desiderano, ma stando sul loro tacco a spilllo e tette svettanti si propongono ad ogni ora all’attrazione, all’eccitazione.
certo, ma allora dobbiamo rinnegare la liberazione sessuale, vestirci di cenci e rinunciare alla femminilità.
perchè oramai la femminiltà si ammanta di troiaggine, la libertà è questa. 
ma voi siete sinceramente convinte di voler dare la vostra diponibilità sessuale 24 ore su 24. 
io no. 
vorrei scegliere, il chi, il come, il quando, il quanto….
beh, grazie.
quando da ragazzetta andavo a  manifestare per la dignità e la libertà femminile non avrei mai pensato che solo questo avremmo ottenuto – come libertà. 
libere di vestirci da prostitute ad ogni ora del giorno!
che culo (in senso figurato!!).
ma sembra che a tutte e tutti vada bene.
molto anche agli uomini. 
soprattutto. 
perchè faticare tanto con donne quando ci sono tanti corpi da prendere, possedere – offerti tanto liberamente in giro. 
si chiama liberismo. no?
così mi viene da chiedermi senza nessun anelito giustificatorio … cos’ha in testa il rumeno che violenta, cos’è per lui e nella sua cultura la donna.
certo se la pensa come un oggetto e viene in italia e vede la tv pensa al paese di bengodi … quà la danno via come il pane…
cosa pensa un nordafricano che è abituato a donne velate… le altre cosa sono per lui?
cosa ne sa della NOSTRA liberazione sessuale? della NOSTRE battaglie di liberazione?
dal voto, alla contraccezione, al lavoro, alle leggi giuste. 
niente. niente di niente.
e allora ci può violare liberamente. 
no. 
no di certo.
ma non è diverso da quel padre italianissimo (incontrato nel mio percorso lavorativo) che riteneva necessario violentare le figlie, perchè  solo lui doveva essere il primo ad iniziarle alla sessualità. la sfiga gli aveva dato 4 figlie femmine le prime 3 erano già state sistemate, nel ….  silenzio materno.
ma chi deve farci qualcosa?
l’uomo forte che insulta e cornifica a raffica la moglie e la zittisce a suon di diamanti?
il suo governo? 
la tivvu tettuta?
io?
voi?
noi?
una volta che le donne si sono svegliate qualcosa è successo, se ne sono accorti.
è vero che ratzinger potrebbe di nuovo sventolare roghi e vergini di norinmberga….
così facciamoci pure difendere dalle ronde, rinunciamo a tutto  e richiudiamoci in casa ad aver paura!
è questo che accettiamo?

22 thoughts on “sarà che sono stanca …

  1. Fa notizia e scandalo che sia lo straniero a violentare, non fa notizia e scandalo lo stupro, è questa la bestialità

  2. Fa notizia e scandalo che sia lo straniero a violentare, non fa notizia e scandalo lo stupro, è questa la bestialità

  3. Monica, dopo tutto sto balletto attorno ad Eluana Englaro avrei detto che più nessuno poteva ignorare le vere intenzioni dell’uomo forte. Morale? Vedi alla voce ‘risultati elettorali in Sardegna’.

    Tutti i giorni che dio manda in terra, dall’inizio della campagna elettorale in poi, ci vengono sbandierate ripetutamente ragioni sempre più oscure per avere paura. Oggi ci viene continuamente strofinata la testolina nella crisi (innegabile, eh?!!, peccarità!!).

    Ed i risultati sono che la gente ha paura, di tutto. Anche di ciò che non sa che esiste. E quando la gente si sente minacciata non sta più a guardar tanto per il sottile, vuole rimuovere la causa della paura e stop. O appellarsi a qualcuno che gliela rimuova.

    George W. ci ha vissuto 8 anni su questa dinamica, ora l’aria da quelle parti sembra cambiata. Noi siamo ancora in mezzo al guado e per soprammercato al posto di un Obama abbiamo un Veltroni …. mi sa che sarà lunga :-((

    /graz

  4. Monica, dopo tutto sto balletto attorno ad Eluana Englaro avrei detto che più nessuno poteva ignorare le vere intenzioni dell’uomo forte. Morale? Vedi alla voce ‘risultati elettorali in Sardegna’.

    Tutti i giorni che dio manda in terra, dall’inizio della campagna elettorale in poi, ci vengono sbandierate ripetutamente ragioni sempre più oscure per avere paura. Oggi ci viene continuamente strofinata la testolina nella crisi (innegabile, eh?!!, peccarità!!).

    Ed i risultati sono che la gente ha paura, di tutto. Anche di ciò che non sa che esiste. E quando la gente si sente minacciata non sta più a guardar tanto per il sottile, vuole rimuovere la causa della paura e stop. O appellarsi a qualcuno che gliela rimuova.

    George W. ci ha vissuto 8 anni su questa dinamica, ora l’aria da quelle parti sembra cambiata. Noi siamo ancora in mezzo al guado e per soprammercato al posto di un Obama abbiamo un Veltroni …. mi sa che sarà lunga :-((

    /graz

  5. Io questo non potrò mai accettarlo. Sai ci pensavo prima, hai scritto ancora sulla vilenza alle donne, e come avevo commentato allora ho l’amara sensazione che tutto questo polverone ci faccia sentire sempre più cose, proprietà dell’uomo, come dici tu. E a me questo non va proprio giù. Per uno straniero che violenta un’italiana quanti padri, mariti, fidanzati, parenti italiani che abusano donne italiane ci sono? Perchè questo non lo dicono? Io penso sia pianificata questa strategia della paura, il male proviene dall’extracomunitario e allora sono lecite le ronde, le denunce ai clandestini da parte dei medici, etc, etc. E la gente purtroppo si sta abituando a questo. L’uomo forte ci vuole tutti a casa la sera a guardare le sue tv per indottrinarci per bene, anzi nemmeno quello, per anestetizzare i nostri cervelli. E a malincuore devo dire che ci sta riuscendo.

  6. Io questo non potrò mai accettarlo. Sai ci pensavo prima, hai scritto ancora sulla vilenza alle donne, e come avevo commentato allora ho l’amara sensazione che tutto questo polverone ci faccia sentire sempre più cose, proprietà dell’uomo, come dici tu. E a me questo non va proprio giù. Per uno straniero che violenta un’italiana quanti padri, mariti, fidanzati, parenti italiani che abusano donne italiane ci sono? Perchè questo non lo dicono? Io penso sia pianificata questa strategia della paura, il male proviene dall’extracomunitario e allora sono lecite le ronde, le denunce ai clandestini da parte dei medici, etc, etc. E la gente purtroppo si sta abituando a questo. L’uomo forte ci vuole tutti a casa la sera a guardare le sue tv per indottrinarci per bene, anzi nemmeno quello, per anestetizzare i nostri cervelli. E a malincuore devo dire che ci sta riuscendo.

  7. fonte : http://www.womenews.net/
    > Articoli > Nessuno scagli la prima pietra
    E’ intreccio tra valori patriarcali, sistemi dittatoriali e fanatismoreligioso che germoglia la violenza di maschile sulle donne
    Nessuno scagli la prima pietra

    Domanda: ci sono culture, (o popoli) che possono essere considerate più misogene e stupratorie di altre? La risposta è difficile e oggi più che mai non è da eludere, quando la politica diventa pericolosa per l’intera società al punto da avanzare soluzioni dettate dall’odio, come la (…)
    Monica Lanfranco
    La storia dell’umanità indica con chiarezza che è nell’intreccio tra valori patriarcali, sistemi dittatoriali e fanatismo religioso che germoglia la violenza di maschile sulle donne.

    Non è un caso che alla base di tutte e tre le strutture simboliche citate (il patriarcato nella sfera delle relazioni, la dittatura in quella sociale e il fondamentalismo nell’ambito della fede) le caratteristiche comuni siano il dominio, la mancanza di democrazia e la logica del nemico e della sopraffazione.

    Il collante non secondario è l’alimentazione di un clima di paura verso ciò che non si conosce e non si vuole conoscere, identificando in chi è estraneo il capro espiatorio sul quale far ricadere ogni responsabilità, badando bene di non dare alla popolazione gli strumenti per debellare la paura, come l’istruzione, la conoscenza, l’emancipazione e l’autodeterminazione.

    Certo che ci sono sacche di minoranze violente in chi migra da luoghi poveri, affamati, colpiti da guerre e nei quali da tempo i processi sociali collettivi sono improntati sull’oppressione, l’ignoranza e la superstizione, oppure da terre che hanno visto nel giro di pochi anni lo sgretolarsi delle certezze economiche e collettive. Questo fa di tutti i cittadini rumeni, cingalesi, pakistani, albanesi e via citando altre geografie degli aggressori?

    E, anche volendo solo per un attimo dialogare con la logica folle e criminale di chi invoca la castrazione: questa è davvero la soluzione che una società civile sceglie di adottare perché la crede efficace, o è il grido impotente e schiumante di rabbia di una collettività frantumata al suo interno, incapace di pensare un futuro di riparazione, di tutela e di evoluzione, efficiente solo nel produrre rimedi uguali e contrari alle ingiustizie che subisce, sempre più sprofondata nella logica dell’occhio per occhio?

    Una mia amica, oggi cinquantenne, mi confessò che da quando si era sposata, appena ventenne e fino al divorzio, (circa diciotto anni dopo), veniva regolarmente picchiata dal marito, dopo un breve periodo di equilibrio durato i primi momenti del matrimonio.
    Silvia, (la chiamerò così,) aveva dato per scontato, per decenni, che nelle relazioni tra i due sessi la violenza fosse inevitabile, un accessorio indispensabile che segnava il dover essere di un marito, uomo, compagno.
    In parte, a corollario di questa convinzione, trasmessa anche della madre di Silvia con il consenso del suo ambiente sociale, lei stessa pensava che una donna meritasse quel trattamento.
    Non stiamo parlando di un profondo sud o di una classe sociale disagiata, ma dell’esperienza di una donna del nord Italia di classe media. Come vuole la tradizione sessista, condivisa e tollerata, ad ogni latitudine e cultura, la sua vita è stata sottesa dalla massima: "Arrivato a casa picchia tua moglie: tu non sai perché, ma lei sì".

    Approdare, per Silvia, a porsi la domanda se gli uomini e le donne possano convivere senza che i primi siano violenti con le seconde ha rappresentato, per lei, l’inizio del percorso di riconoscimento della violenza.
    Quella subìta, quella introiettata, quella trasmessa, quella potenzialmente trasmissibile da lei a sua figlia. Che viene accettata perché non la si riconosce, e viene rimossa socialmente con un’alzata di spalle, nell’indifferenza.

    Oggi l’Italia vive una dimensione di limite pericolosissimo, in bilico tra l’invocazione della legge del taglione per i violenti, e la tolleranza per la violenza stessa, quella delle discoteche e della velocità alimentata dai modelli televisivi, delle tifoserie violente che fomentano odio assurdo per i colori degli altri o per la polizia, quella che ormai si dà per scontata tra i giovani, e in particolare i giovani maschi: non è forse il nostro presidente del consiglio ad aver dichiarato alla stampa che ’lo stupro è inevitabile’?
    Inevitabile per tutti gli uomini, in quanto tali?

    Come è possibile che un capo di governo europeo faccia affermazioni di questo tipo?
    Da alcuni decenni le/gli studiose/i di psicopedagogia infantile che lavorano sull’infanzia violata sostengono la necessità di insegnare come riconoscere la violenza, insegnando i propri diritti di esseri umani.
    Chi accetta e non riconosce la violenza spesso non solo è destinato a subirla, ma anche a riperpetuarla a danni di altri, in una spirale senza fine.

    Se non si rifiuta il paradigma della forza come fondativo delle relazioni non ci può essere alcuna speranza di convivenza umana pacifica e feconda.
    Alla base di questo percorso c’è la necessità di riconoscere la violenza sulle donne come violenza primaria da sradicare. C’è bisogno di farlo a partire dalla scuola elementare, nei luoghi di lavoro e di aggregazione, lo si deve ricominciar a fare come società civile, come movimenti, perché una cultura violenta contro le donne originerà, a cascata, modelli violenti in ogni altra manifestazione del corpo sociale.
    Riconoscerlo è un’emergenza.

    Data di pubblicazione: 17|02 |09

  8. fonte : http://www.womenews.net/
    > Articoli > Nessuno scagli la prima pietra
    E’ intreccio tra valori patriarcali, sistemi dittatoriali e fanatismoreligioso che germoglia la violenza di maschile sulle donne
    Nessuno scagli la prima pietra

    Domanda: ci sono culture, (o popoli) che possono essere considerate più misogene e stupratorie di altre? La risposta è difficile e oggi più che mai non è da eludere, quando la politica diventa pericolosa per l’intera società al punto da avanzare soluzioni dettate dall’odio, come la (…)
    Monica Lanfranco
    La storia dell’umanità indica con chiarezza che è nell’intreccio tra valori patriarcali, sistemi dittatoriali e fanatismo religioso che germoglia la violenza di maschile sulle donne.

    Non è un caso che alla base di tutte e tre le strutture simboliche citate (il patriarcato nella sfera delle relazioni, la dittatura in quella sociale e il fondamentalismo nell’ambito della fede) le caratteristiche comuni siano il dominio, la mancanza di democrazia e la logica del nemico e della sopraffazione.

    Il collante non secondario è l’alimentazione di un clima di paura verso ciò che non si conosce e non si vuole conoscere, identificando in chi è estraneo il capro espiatorio sul quale far ricadere ogni responsabilità, badando bene di non dare alla popolazione gli strumenti per debellare la paura, come l’istruzione, la conoscenza, l’emancipazione e l’autodeterminazione.

    Certo che ci sono sacche di minoranze violente in chi migra da luoghi poveri, affamati, colpiti da guerre e nei quali da tempo i processi sociali collettivi sono improntati sull’oppressione, l’ignoranza e la superstizione, oppure da terre che hanno visto nel giro di pochi anni lo sgretolarsi delle certezze economiche e collettive. Questo fa di tutti i cittadini rumeni, cingalesi, pakistani, albanesi e via citando altre geografie degli aggressori?

    E, anche volendo solo per un attimo dialogare con la logica folle e criminale di chi invoca la castrazione: questa è davvero la soluzione che una società civile sceglie di adottare perché la crede efficace, o è il grido impotente e schiumante di rabbia di una collettività frantumata al suo interno, incapace di pensare un futuro di riparazione, di tutela e di evoluzione, efficiente solo nel produrre rimedi uguali e contrari alle ingiustizie che subisce, sempre più sprofondata nella logica dell’occhio per occhio?

    Una mia amica, oggi cinquantenne, mi confessò che da quando si era sposata, appena ventenne e fino al divorzio, (circa diciotto anni dopo), veniva regolarmente picchiata dal marito, dopo un breve periodo di equilibrio durato i primi momenti del matrimonio.
    Silvia, (la chiamerò così,) aveva dato per scontato, per decenni, che nelle relazioni tra i due sessi la violenza fosse inevitabile, un accessorio indispensabile che segnava il dover essere di un marito, uomo, compagno.
    In parte, a corollario di questa convinzione, trasmessa anche della madre di Silvia con il consenso del suo ambiente sociale, lei stessa pensava che una donna meritasse quel trattamento.
    Non stiamo parlando di un profondo sud o di una classe sociale disagiata, ma dell’esperienza di una donna del nord Italia di classe media. Come vuole la tradizione sessista, condivisa e tollerata, ad ogni latitudine e cultura, la sua vita è stata sottesa dalla massima: "Arrivato a casa picchia tua moglie: tu non sai perché, ma lei sì".

    Approdare, per Silvia, a porsi la domanda se gli uomini e le donne possano convivere senza che i primi siano violenti con le seconde ha rappresentato, per lei, l’inizio del percorso di riconoscimento della violenza.
    Quella subìta, quella introiettata, quella trasmessa, quella potenzialmente trasmissibile da lei a sua figlia. Che viene accettata perché non la si riconosce, e viene rimossa socialmente con un’alzata di spalle, nell’indifferenza.

    Oggi l’Italia vive una dimensione di limite pericolosissimo, in bilico tra l’invocazione della legge del taglione per i violenti, e la tolleranza per la violenza stessa, quella delle discoteche e della velocità alimentata dai modelli televisivi, delle tifoserie violente che fomentano odio assurdo per i colori degli altri o per la polizia, quella che ormai si dà per scontata tra i giovani, e in particolare i giovani maschi: non è forse il nostro presidente del consiglio ad aver dichiarato alla stampa che ’lo stupro è inevitabile’?
    Inevitabile per tutti gli uomini, in quanto tali?

    Come è possibile che un capo di governo europeo faccia affermazioni di questo tipo?
    Da alcuni decenni le/gli studiose/i di psicopedagogia infantile che lavorano sull’infanzia violata sostengono la necessità di insegnare come riconoscere la violenza, insegnando i propri diritti di esseri umani.
    Chi accetta e non riconosce la violenza spesso non solo è destinato a subirla, ma anche a riperpetuarla a danni di altri, in una spirale senza fine.

    Se non si rifiuta il paradigma della forza come fondativo delle relazioni non ci può essere alcuna speranza di convivenza umana pacifica e feconda.
    Alla base di questo percorso c’è la necessità di riconoscere la violenza sulle donne come violenza primaria da sradicare. C’è bisogno di farlo a partire dalla scuola elementare, nei luoghi di lavoro e di aggregazione, lo si deve ricominciar a fare come società civile, come movimenti, perché una cultura violenta contro le donne originerà, a cascata, modelli violenti in ogni altra manifestazione del corpo sociale.
    Riconoscerlo è un’emergenza.

    Data di pubblicazione: 17|02 |09

  9. come a dire … io lo avevo detto!
    meno bene ma detto …

  10. come a dire … io lo avevo detto!
    meno bene ma detto …

  11. Qui ogni giorno che passa si torna indietro di anni, e la società civile è sempre più sbrindellata e incupita. No, io non penso che la gente abbia paura. Questo è un sentimento indotto da un martellamento televisivo continuo, continuo, continuo. La gente, semplicemente, ha perso l’abitudine a guardare con i suoi occhi, perché farsi pensare da qualcun altro è più comodo.
    Oggi ho visto uno striscione giallo appeso a una finestra, diceva “Difendiamo la scuola pubblica”, o una cosa del genere.
    Forse è l’ultima cosa che ci è rimasta da fare: andare in giro con la stella gialla cucita sulla maglia (o il cerchio rosso, o il triangolo blu, è uguale) e dentro scritto “vorrei pensare con la mia testa”.

  12. Qui ogni giorno che passa si torna indietro di anni, e la società civile è sempre più sbrindellata e incupita. No, io non penso che la gente abbia paura. Questo è un sentimento indotto da un martellamento televisivo continuo, continuo, continuo. La gente, semplicemente, ha perso l’abitudine a guardare con i suoi occhi, perché farsi pensare da qualcun altro è più comodo.
    Oggi ho visto uno striscione giallo appeso a una finestra, diceva “Difendiamo la scuola pubblica”, o una cosa del genere.
    Forse è l’ultima cosa che ci è rimasta da fare: andare in giro con la stella gialla cucita sulla maglia (o il cerchio rosso, o il triangolo blu, è uguale) e dentro scritto “vorrei pensare con la mia testa”.

  13. non “abbiamo” nemmeno più veltroni :-0

  14. non “abbiamo” nemmeno più veltroni :-0

  15. fa male. fa male che la donna debba sempre aver paura. fa male che ci facciano credere che sono in grado di proteggerci. fa male che ci facciano credere che il nemico è il diverso da noi. e fa male che siano sempre troppo poche quelle che “osano” porsi il problema, parlarne, incazzarsi.

  16. fa male. fa male che la donna debba sempre aver paura. fa male che ci facciano credere che sono in grado di proteggerci. fa male che ci facciano credere che il nemico è il diverso da noi. e fa male che siano sempre troppo poche quelle che “osano” porsi il problema, parlarne, incazzarsi.

  17. così tanto per dire. ma se lo stupratore è tuo padre. e gli danno gli arresti domiciliari??

  18. così tanto per dire. ma se lo stupratore è tuo padre. e gli danno gli arresti domiciliari??

  19. LGO la tua idea mi piace ……………… come esportarla?

  20. LGO la tua idea mi piace ……………… come esportarla?

  21. ganja/graz/ziacris

    il blog è un modo per non stare zitte…..

  22. ganja/graz/ziacris

    il blog è un modo per non stare zitte…..

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