Et voilà, la minina ha già dieci mesi.

Ora fa un sacco di cose, velocemente, stupefacentemente, ma grosso modo sono le medesime cose che si fanno a 10 mesi.

Lo stupore è tutto mio, questa seconda figlia non smette mai di stupirmi, questa nuova maternità ha aperto un nuovo modo di essere madre.

Credevo sinceramente che essere madre fosse una esperienza univoca, replicabile ad libitum per ogni figlio che una partoriva. 

Mi verrebbe da dire, se non temessi di sfiorare il ridicolo, che si diventa “più” madri; che si approfondisce maggiormente il proprio modo di relazionarsi con questa che è sia fase strutturale/strutturante della vita che modo di essere.

Essere stata madre di una figlia “grande” che undici anni fa era anche essa stessa una”mini”,  ha aperto lo sguardo sul mondo, che si rinnova oggi, con la minina; ma è proiettato verso un paesaggio esterno diverso.

E’ anche mutato il compagno di viaggio, anzi i compagni di viaggio.

La loro presenza è rassicurante ed inquietante insieme.

Un uomo/padre/compagno che mi rassicura sul mio essere madre, che mi permette di esserlo sino in fondo, lasciando che io tracci la rotta e imponendo talvolta l’osservazione e l’uso – innegabilmente migliorativi,  lo devo ammettere – di scandaglio e sestante.

Una figlia/grande/primogenita/sorella/palestra di maternità per se stessa, bimba sostanzialmente pacata e saggia, curiosa e riflessiva. La mia stella polare.

Colei per la quale ho dovuto scolpire e scavare nel fondo di me, per trarne una donna solitaria, testarda, pesante e rompiscatole per riuscire ad oltrepassare, di continuo,  l’infinito arcipelago delle proprie incapacità per poter andare avanti.

Entrambe, anzi tutti e tre mi chiedono nuovamente di cambiare pelle, mutare musica, smettere gli assolo e scegliere duetti, o concertini a tre/quattro voci, di scolpirmi diversamente per contemplare questa pluralità.

Dev’essere questo il mio karma, mille vite che si innestano in una unica e stessa vita.

Stupefacente, senza dubbio.

Il catalizzatore?

Un minuscolo vulcano di 10 mesi, una curiosità infinita per la scoperta di ogni angolo, oggetto, sensazione, una tessitrice inconsapevole di una rete che ci impiglia tutti.