Esco dalla riunione a notte inoltrata. La big city mi sorprende ancora una volta nella morbidezza della notte. Mi piace guidare solitaria, di notte, da sempre.
Libera.
Necessariamente libera.
Ogni volta lo dimentico, ogni volta mi sorprendo.
La musica rimbalza nel cervello, e le sensazioni si amplificano, esplodono in pensieri, si infilano sotto la pelle della schiena.
La strada è una striscia lunga, punteggiata di luci. Autostrada.
Le luci cambiano come le stazioni radio, una notte vellutata, appaiono anche le prime risaie, specchi di luce e di luna.
Potrei viaggiare una notte intera, o ogni sera, se le sensazioni che mi accompagnano fossero sempre così potenti.
La musica avvolge, come la notte, fusionale.
Il giorno non è mai così intenso e libero.
Guidare di giorno non riesce mai ad essere un viaggio interiore.
Luce, gente, rumore, anche la musica è opaca, ottusa e ingrigita dall’urgenza del fare.
7 Maggio 2009 alle 14:52
Hai scattato una bellissima foto con le parole.
7 Maggio 2009 alle 14:52
Hai scattato una bellissima foto con le parole.
8 Maggio 2009 alle 05:16
🙂
devo dire che avevo trovato una radio che trasmetteva un brano veramente intrigante, ipnotico e psichedelico, con sottili evocazioni dei pinkfloyd, kraftwerk, e technodance etnica. che detto così fa schifo ma in realtà era bello bello!
8 Maggio 2009 alle 05:16
🙂
devo dire che avevo trovato una radio che trasmetteva un brano veramente intrigante, ipnotico e psichedelico, con sottili evocazioni dei pinkfloyd, kraftwerk, e technodance etnica. che detto così fa schifo ma in realtà era bello bello!