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devo stare zitta, devo stare zitta, devo stare zitta … il mantra della mamma davanti alla scuola media

8 commenti

Scuola media.

Primo gg di scuola: mercoledì 16 settembre – in ritardo sulla media nazionale, ma al paesello c’era la festa patronale e/o del raccolto.

la grande si è svegliata alle 6.oo. In totale frullamento agitativo, piena di emozione, paure e domande. Se mi chiedono qualcosa che non so, se mi chiedono quanto sono alta, quanto peso. La cartella è pronta da almeno 48 ore. Ha ripassato tutto il programma di storia e geografia, ma non quello di grammatica.

Possiede un patrimonio personale netto di 304 euro in libri, pari a 36 volumi (manca informatica però). Il materiale accessorio arriverà con il tempo.

Indossa una maglietta nuova, comperata apposta, lo zaino è lo stesso dell’anno scorso; credo per una questione di rassicurazione ulteriore.

La scuola media mi sembra di nuovo troppo grande per lei: era microscopica all’asilo, affogata nel grembiulone rosa, era piccinà picciò in prima elementare con la cartella rossa e il grembiulone nero, che la rendeva minuscola, tra cose così grandi. Ed è di nuovo piccola, tra compagni di terza così alti, e con quelle facce già adulte. Un paio sembrano 18enni, cosa è successo ai ragazzini di una volta, eravamo così in alcuni casi già così grandi?

Alla mamma turba quel minimo di confusa ed apparente disorganizzazione all’entrata, il vociale isterico dell’ormone ballerino nei preados, la goffezza, l’irruenza, la grevità tutta apparenza di abiti ed atteggiamenti.

Poi li conosco, quelli, li ho conosciuti per lavoro, a scuola, nelle case, nelle comunità alloggio, dietro al grezzume c’è ben altro. Ben nascosto. Forse è lì per essere protetto, ma il grezzume è poco bello a vedersi, sopratutto se rovesciato sugli astanti in confezione magnum. Mi dispiaceva già nei miei 16 anni, figuratevi…

Lei si incunea nella sua fila, 1B, scomparendo nella folla, e riapparendo a tratti: sembra piccola e spaurita. Lo è, in realtà. La guardo e abbraccio la mini, come se fosse un abbraccio che la raggiunge. Poi scompare nella bocca della scuola, la ri-vomiterà fuori –  lo so – fra qualche ora, tra risate, spintoni, e cartellate nello sterno.

Ovviamente stante che la mamma sono io, faccio le pulci:

due prime:

1.B  composta da 12 alunni, di cui 7 maschi, di cui tre ripetenti, di cui la maggior parte provenienti dai paeselli limitrofi, due delle compagne di sesso femminile cambieranno casa e scuola nel corso dei prossimi 60 gg.

1.A composta da 17 alunni: i bambini del paesello, che arrivano direttamente ed in blocco dalla quinta elementare, e si conoscono tutti; arrivano in fila precisi ed accompagnati dalle mamme dopo la messa propedeutica all’inizio delle lezioni. la classe è a prevalenza femminile. c’è qualche nuovo inserimento, un paio di nuovi compagni extracomunitari. Forse metterli nella sezione B era troppo sfacciato.

Poi è vero a pensare male c’è sempre tempo, e io sono un pò troppo puntigliosa, ed incazzosa e diffidente verso gli altri professionisti dell’educare: li conosco spesso dall’interno, conosco sgami, e strategie, giochetti di potere, e furberie. Lì qualcosa mi puzza nella composizione delle Classi. Ma devo ricordarmi che la grande ha retto bene gruppi asilo e primi 4 anni di elementari con un gruppo bello tosto di maschietti assai vivaci, e poche compagne. Ha cambiato in corsa la scuola andando in una scuola di città, che voleva grandi performance, con nuovi compagni e maestre nuove da conoscere. Ne è uscita ottimamente, nonostante le sveglie antelucane e la fatica del cambiare così tante cose… Resisterà anche qui. Lo so. lo spero.

Devo solo stare zitta e dare al tempo la possibilità di mostrare se una scelta organizzativa sulle due classi così sfacciatamente selettiva: i bambini del paese insieme, gli esterni e gli “scarti” (i tre ripetenti di cui due alla terza volta in prima media) nell’altra classe non sarà comunque una risorsa.

Posso dire sino ad ora, come mamma, che scelta del cavolo … ne siano avvertiti … Non mi esimerò, in caso, di rompere le scatole in maniera corposa e massiccia

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8 thoughts on “devo stare zitta, devo stare zitta, devo stare zitta … il mantra della mamma davanti alla scuola media

  1. Sono rimasta anch’io allibita leggendo il tuo post. Come si fa a formare classi così sfacciatamente disomogenee? Ci deve essere un Piano dell’Offerta Formativa, Progetto d’Istituto, una Carta dei servizi o qualche altro documento che contenga i criteri per la formazione classi! E sarebbe interessante leggere cosa scritto a proposito…
    Personalmente ho delle riserve anche sui pluriripetenti. Il fatto di averli bocciati per la seconda volta, dimostra che la bocciatura, nella gran parte dei casi, non serve a nulla. Molto meglio sarebbe cercare di ottenere da ciascun alunno quello che è in grado di dare, anche ridimensionando obiettivi e contenuti.
    So di essere un po’ fuori moda, in questa esaltazione della bocciatura, quale toccasana dei problemi della scuola.
    Ma questo non c’entra con l’argomento del tuo post.
    Fai bene a osservare vigile e, al momento, in silenzio. Ma parlando con il dirigente, chiedendo di leggere i criteri per la formazione classi ed esigendo una spiegazione per questa scelta così sbilanciata. Probabilmente non otterrai grandi risposte, ma farai capire che ci sono genitori attenti e pronti a “combattere” per una scuola più equa.
    Ed io auguro alla tua bambina di incontrare insegnanti validi, preparati e motivanti, capaci di creare un buon clima di classe. E che il numero ridotto di alunni possa diventare una risorsa, ripetenti compresi…
    Un forte abbraccio alla neo-studentessa.
    Auguri!

  2. Grazie per le dritte tecniche … a questo punto so anche come indagare … :-))
    spero davvero che la grande continui a trovare il modo di godersi lo studio, e ad aver voglia di studiare e capire …

    quanto al discorso bocciature mi pare che l’enfasi sulla disciplina non faccia che dire della pochezza della riforma.
    grembiulino e voti e e severità sono le idee fondanti??
    mah!!!

  3. Classi da schifo, ma poi alla fine non è detto che andrà sicuramente male. Molto, purtroppo ma per fortuna, dipende da che insegnanti avrà 😉
    Che ansia queste piccole che diventano grandi!!

  4. ma roba da pazzi! se l’informazione nn venisse da te direi che è pura invenzione!
    ma che razza di composizione è???
    che fatica stare zitti!!!!

  5. cautelosa ti ha dato le dritte tecniche, io posso solo augurarle in bocca al lupo.
    bacioni

  6. i vostri post mi hanno fatto pensare anche una cosa … che se la composizione del gruppo classe è esecrabile non è detto che i prof non sapranno invece cambiare il giochino.
    in ogni caso uno che si compone una classe così è uno sfigato .. perchè precario o non sa nulla di gruppi classe perchè preacario …
    battuta a parte (prof lettori non vi incazzate e leggete di seguito) …

    io ho immaginato uno scenario così – si tratta di un paese tutto sommato piccolo – di una sezione sicura (la ex 5) e una allestita una volta raggiunto il numero minimo, e cioè con quello che c’era …
    ecco che i prof di ruolo stanno con la prima sicura e rifilano la prima di risulta ai precari o ultimi arrivati ..
    (è una lettura possibile? dico ai prof che di qui passano??)
    il che spiega alcune cose permette di auspicare che i prof, per quanto sfigati ad opera delal gelstar e non solo, sappiano fare il loro lavoro con piacere …

    missa che segue post….

  7. Cara amica, temo che la tua analisi corrisponda al vero.
    Penso anche che ci sia stata una certa pressione da parte dei genitori dell’attuale 1A, magari sostenuta da qualche docente del luogo, interessata/o a mantenere intatto il gruppo classe, conosciuto e “sicuro”…
    E tengo con te le dita incrociate riguardo ai docenti della 1B.

    • diciamo che fortunatamente l’educazione prende strade inprevedibili e non è detto che i prof che si coltivano l’orticello siano migliori o più fortunati.
      ma incrocio anche io le dita….

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