i vecchi di famiglia subiscono un pò l’influenza, e qualche acciacco, è inevitabile dopo i 70 anni.
ci si fa i conti.
si fanno i conti con il proprio essere diventato il tronco della famiglia, robusto e pieno di corteccia, si sentono quelle radici affondare lontano, nella terra buia. lontane.
si teme di essere questo albero, le radici lontane, la perdita che in fondo si staglia all’orizzonte.
si teme la responsabilità di reggere foglie frutti, di proteggere i nuovi rami. fa anche un pò di paura.
si vorrebbe che il bosco restasse inalterato, pieno di alberi grandi vecchi nodosi e giovani piante.
noi si presidia lo stesso…
2 novembre 2009 alle 19:44
Detto con serenità e dolcezza 🙂
Detto così fa anche meno paura (perché poi i timori sono quelli, eh…)
2 novembre 2009 alle 20:34
detto così mi fa venire le lacrime agli occhi… siamo rimaste io e mia sorella a presidiare il bosco di giovani piante (tra me e lei, tra figli e nipoti: sette femmine e un solo maschio, mio figlio. vorrà pur dire qualcosa…)
il senso di perdita è enorme. ma gli alberi vecchi e nodosi sono tutti qui attorno a noi. a vegliare. sento i loro rami che si muovono nella brezza.
2 novembre 2009 alle 22:43
Detto bene, detto con forza di albero e profondità di radici. Loro sono vecchi e noi siamo stati bambini, e adesso…
3 novembre 2009 alle 09:40
che perdita terribile …