invitati lei e lui.
solita cena di postfestaggiamento natalizio d’obbligo o quasi … con pizza da asporto e tortina preconfezionata; robe da poco impegno dopo la ridda di affetti in cui ci siamo avvoltolati in questi gg.
una cena dovuta, s’ha da farla!
e poi c’era la concomitanza con una gravidanza cominciata dopo anni di fallimenti,con la compartecipazione per un evento che ci pareva bello.
è la prima donna (che incontro) che non ha avuto nulla da dire sulla sua pancia o il suo bimbo in arrivo, come se avesse una scatoletta di tonno in tasca.
un bambino desiderato a tal punto che …non se ne parla? non se ne sa parlare? non se ne vuole parlare? è difficile? pauroso? imbrazzante? privato?nemmeno il punto croce ( in cui lei si esercita una certa abilità)è riuscito ad avviare una conversazione), non le ecografie, ma nemmeno il lavoro lasciato per la pancia, o il futuro lavorativo incerto di lui.
non aveva niente da dire.
imbrazzo grande.
una maternità senza parole … è possibile?
un silenzio abbacinante.
per chi l’ha visto … era come stare in una visione in brutta copia ma in technicolor di uno splendido film dei fratelli coen: L’uomo che non c’era
« La vita mi ha servito delle mani perdenti, o magari non le ho sapute giocare, chissà … Ora volevo parlare, ma non avevo nessuno accanto a me: ero un fantasma, non vedevo nessuno, e nessuno vedeva me. Ero il barbiere … » |
(Ed Crane – B.B.Thornton)
9 gennaio 2010 alle 14:23
Santo cielo! Ma chi erano? Parenti? Amici di lui?
Quando non ci si piace, non si riesce a parlare di niente. Nemmeno io parlavo mai della gravidanza, o poco comunque.
Soprattutto con chi non percepivo vicino.
Baci.
10 gennaio 2010 alle 21:46
mi capita ogni tanto di stare in compagnia di persone che nn parlano. sei a tavola insieme, oppure in un salotto, o in un locale e quella nn apre bocca. io adotto la tecnica di intervallare notizie tra le più disparate sulla mia vita cercando un punto d’incontro, a un interrogatorio molto serrata sulla sua vita allo stesso scopo.
spesso nn ne cavo un ragno dal buco e in compenso ne esco stremata.
però poi ci faccio una bella croce, un secondo appuntamento nn esiste
11 gennaio 2010 alle 14:13
@igra
vabbè, è possibile che noi non le piacciamo, non mi parrebbe grave. basta evitare il contatto con le persone che ci sono sgradite, è vero.
mi ha imbarazzato però la situazione di una persona ospite ammutolita, anche di fronte ad uno di quegli argomenti che in genere sollevano e proteggono dall’intimità e dalla confidenza, i bambini, gli animali e il tempo atmosferico.
@emily infatti ho chiesto al mio compagno di organizzare con questi amici suoi (è il suo amico di infanzia) serate ancor più light, o legate a qualcosa che non ci impegni a parlare o non impegni lei a parlare; perchè invece il lui della coppia è molto piacevole come conversatore, intelligente e acuto.
ecco lo dico (e magari non va bene) come mamma trovo molto strano che non ci sia nulla da dire sulla gravidanza, sebbene io sia poi la prima a stufarmi della mamma – pannolino – tettaralla – cacche …
ma più passa il tempo pi mi stupisco dell’umanità … e vabbè
13 gennaio 2010 alle 19:05
Paura? Scaramanzia? Finché non finisco il primo pacco di pannolini nn oso crederci?
poi sai, io sono abituata ai nordici, che parlano poco se non hanno contenuti da condividere ed ho imparto che se si sta bene con qualcuno, tant vale star zitti e bene.
ma se è un silenzio pesante no.
che dire, come fare, perché giudicare? Boh, però se tu non ci stai a tuo agio, lascia perdere via, ne avrai pure il diritto.