Nella vacanza irrompe il reale/brutale: la grande riceve una telefonata dalla sua amica-compagna di classe che annuncia la morte di un suo prof.
Ci era piaciuto subito, ad entrambe, quell’uomo gentile e spiritoso che vedeva e diceva cose che non tutti i prof sanno dire, che guardava i suoi alunni e la materia insegnando con garbo, maestria e passione.
Si era ammalato poco tempo dall’inizio della scuola, dopo un lutto familiare.
Così diceva la voce pubblica …
Avevo pensato ad altri mali, che lo avevano trattenuto a casa e in ospedale.
Ma a settembre speravamo nel suo rientro.
Il male era di quelli che lasciano annichiliti: la depressione. E la sua vita si e’ chiusa con un suicidio.
Non credo di aver saputo dire abbastanza alla grande, mi sono sentita senza pelle. E
quest’anno e’ la seconda volta che questa “cosa” ci passa molto molto vicino.
Ogni sapere sulla malattia, su vita e morte, sembra inutile.
Ma come si fa ….
24 giugno … Siamo nel periodo del solstizio, in periodi precristiani si festeggiava la vita, il raccolto, la fertilità … E il suicidio si colloca in in tempo altro dove la vita perde senso…
E la morte di un insegnante sembra collocarsi in uno spazio tempo ancora più assurdo …
Cosa insegna?
Ma cosa si dice e si spiega?? E ci si sente impotenti a dare una spiegazione a qualcosa che sembra non avere senso…
3 settembre 2010 alle 20:59
La depressione è una gran brutta bestia…
3 settembre 2010 alle 22:13
In tutte le sue forme … Più o meno pesanti…