G. guarda fuori dal vetro, gli ologrammi si susseguono.
G. ha imparato che allenarsi ogni giorno serve, serve per ricordarsi di respirare, per sentire l’ossigeno riattivare il cervello, per disseppellire sensazioni appiattite.
G. sa che la realtà, La Fuori, non e’ quella degli ologrammi.
Nei giorni di maggior chiarore gli ologrammi, oltre la trasparenza, svelano la terra vuota e grigia. La Fuori fa paura tutti, ma basta ignorarlo. Basta guardare i mondi possibili e le immagini fluttuanti che riempiono gli occhi. Basta non volere vedere.
Qualcuno sceglie le nanoslot innestate, la modifica del nervo ottico, così gli occhi non servono più e ci si fa guidare dai sistemi ottici collettivi. Non si deve nemmeno cercare di non vedere.
Le altre donne della palestra si allenano; sono dee, definite allo spasimo della loro bellezza. Curve perfette, pelle risintetizzata, occhi colorati di giada.
I difetti, sfuggiti alla programmazione DNA, vengono sempre ricorretti in via sintetica. Non si e’ mai brutte, ma dee splendenti.
G. si chiede sempre pro bono cui, si faccia tanto spreco di bellezza, La Fuori le ricorda sempre quanto tutto sia inutile.
Gli uomini, si, certo, ed anche la riproduzione sessuata, a volerla, si giovano del bello.
Lei non ricorre ai sottili trucchetti del fare e ricostruire se stessa, del farsi sempre più bella, liscia, setosa.
G. si sveglia il mattino dopo, niente palestra, oggi. Ma … chirurgia
Oggi le manca solo l’innesto di neopolmoni e neocuore, finalmente sintetici.
Da domani potrà essere di nuovo se stessa e camminare La Fuori, con la media certezza che l’aria acida e corrosiva non le potra’ bruciare nulla: non l’esoscheletro, non gli organi di sintesi.
Si stiracchia.
Viva.
Finalmente.
22 luglio 2010 alle 11:08
provoca uno stato d’ansia…
22 luglio 2010 alle 11:14
In effetti … Non e’ un racconto leggero…
22 luglio 2010 alle 12:32
Per segnalazioni tecniche su “cybertecnologie” in uso oggi, si accettano volentieri link e info, correggerei volentieri imprecisioni…
23 luglio 2010 alle 18:23
Non leggero, ma molto bello.
23 luglio 2010 alle 19:29
@la profe.. Grazie! Mi sa che e’ anche un esercizio terapeutico, scriver storie anziché arrabbiarsi per le cose che accadono … Ciao !!! :)))
23 luglio 2010 alle 19:32
bello bello, sinceramente a me da’ molta meno ansia dei fiorellini e campanelline 🙂
23 novembre 2011 alle 15:28
Bello e forte come dev’essere qualcosa che deve colpire, complimenti!
23 novembre 2011 alle 15:31
ammettiamolo è piacevole giocare con le immagini e le metafore :))