Ultimo giorno di trasloco.
Ho selezionato le carte degli ultimi 14 anni di lavoro, squadernato quaderni, strappato fogli, svuotato raccoglitori. In cantina, tra cumuli di polvere e sacchi neri.
Ho fotografato lo splendore dell’acacia, lì nel giardino della casa vecchia, dove lasceremo anche il prugno piantato alla nascita della piccolina, la lavanda, una enorme ortensia, e il cespuglio di natale del mio compagno. Il suo primo approccio amichevole al natale.
La piccina è stata concepita lì, ed è lì la sua prima casa. La grande si dispiace nel lasciarla, ma non so quali legami abbia intessuto con quella casa, forse c’è la fatica di cambiare case, di temere i mutamenti; ci starebbe.
Stamattina l’emicrania feroce ha accolto la giornata dei morti. Alle volte il caso è bizzarro, sarà la sincronicità.
Piove, piove, piove, le foglie cadono, è il giorno dei morti, è l’ultimo giorno per lasciare la vecchia casa ….
Il malditesta che picchia mi ha fatto sentire una paura, stupida, umana, normale ” … e se morissi” … con tutte queste cose da fare, con una figlia troppo piccola, con una casa troppo nuova, con una figlia troppo adolescente, con una nuova vita tutta da mettere insieme con m. il mio compagno. Sarà il giorno, sarà che buttare via anni di lavoro sotto forma di carta, parole, pensieri, documentazioni, mette in luce ciò che resta: i ricordi ….
1 novembre 2010 alle 12:35
Credo possa essere doloroso, ma c’è la bellezza di ricominciare tutto da un’alrta parte.
In bocca al lupo, a tutti, e nuove acacie e cespugli e profumate lavande nei vostri nuovi giorni 🙂