Sembra un racconto. E non lo è.
La signora XXXX, la incontro quasi ogni giorno, ha un figlio coetaneo della grande e una figlia un pò più grande. Mi capita di fermarmi a parlare con lei, anche se per bervi attimi.
Una donna che parla tanto, quasi travolge con il flusso veloce delle parole, ed io la scopro mano a mano, come una persona colta, attenta e sensibile. Che non ti guarda mai in faccia, nel suo eloquio veloce, e non per maleducazione; il suo sguardo è sempre rivolto lontano, altrove.
Lei è fisica, presente, e potente in ciò che dice, una donna forte che resta impressa. Eppure lo sguardo va sempre altrove.
Un giorno, nella sua lievità adolescenziale, inconsapevole, la mia figlia grande mi dice che primogenita della donna soffre di sclerosi multipla, da circa 5 anni. Lei lo dice come fosse una banalità e non sa nemmeno cosa sia la sclerosi.
Un giorno la incontro in un negozio, con la sua figlia grande, che sta (ancora ed evidentemente) bene, studia, è brava, studiosa, intelligente, davvero carina, simpatica, piacevole, allegra.
La madre sorride mentre parla e mi guarda in faccia, intreccia lo sguardo, non guarda “altrove”.
Il suo altrove sta lì accanto a lei.
9 novembre 2010 alle 15:39
Altra mazzata del martedi pomeriggio, grazie cara, oggi è giornata. Belle e sensibili le tue osservazioni.
9 novembre 2010 alle 19:49
Non volevo che fosse una mazzata. Ma mi ha colpito un sacco questa madre… Magari mi sono immedesimata troppo… Eppure e’ uno sguardo da madre, diretto alla parte tenera/fragile dei suoi figli.
Fa sentire che in quella barca, a diverso titolo, ci siamo tutte.
Un abbraccio da martedì strambo. Monica
9 novembre 2010 alle 16:24
non mi sorprende è una Madre che ha capacitàomeostatiche frutto di esperienza,vitalità e cultura personale,diversa da quella occidentale.E’ una donna molto coraggiosa il suo sguardo non tradisce l’emozione del problema che porta con sè
11 novembre 2010 alle 12:48
forse è inutile dirtelo, ma (conoscendomi) certo la tua immagine mi ha toccato, perchè immagino che di me si possa dire e si dica lo stesso. magari non che sono altrove ma che, come una leonessa, sono sempre sulla difensiva. un po’ è così e il fatto che qualcuno ogni tanto, come te, possa vedere oltre mi piace parecchio e mi fa ben sperare.
11 novembre 2010 alle 17:56
@Irene
🙂
non si può dire altro
11 novembre 2010 alle 23:00
Mi piace il tuo modo di guardare oltre.
Da giorni inseguivo il titolo del tuo post nell’attesa di pregustarne la lettura.
Non mi hai delusa.