Passando, sul Po, qui vicino, lo vedi è limaccioso e ribollente, d’un bel color cappuccino schiumato.
Pericolosamente in zona rossa. Si porta dietro legni frantumati e altro ancora.
I contadini nei campi limitrofi “pucciano” le zappe nelle pozze d’acqua, non assobite dal terreno. Perplessi.
Il vicino macrobiotico, mangia solo sano e biodinamico, non usa il cellulare per via delle radiazioni, e scrive ancora con una macchina da scrivere, anche se gestisce una piccola azienda.
Poi una si chiede ma dove sono le aree golenali?
E perchè ai simpaticissimi contadini non viene in mente che le miriadi di schifezze chimiche che sbattono nel terreno? E che magari , occasionalmente, incidono in un terreno ormai incapace di produrre o drenare?
E che senso ha farsi una menata per il computer se l’orribile magaraffineria è ad un manciata di km da qui??
Sembra che viviamo solo nel qui ed ora, e in scenari piccini piccò, come se il mondo attorno o futuro non esistesse. Come se bastasse essere vegetariani ( lo sono) per suggellare un patto di non belligeranza con il mondo. Come se restare perplessi davanti al dissesto idrogeologico bastasse e de-responsabilizzarsi davanti alla chimica massiccia. Come se non usare il cellulare ci mandasse in pari con la raffineria che ci impolvera terreni e polmoni.
E io non lo capisco.
19 novembre 2010 alle 11:35
Ti ringrazio moltissimo per questo post. E’ il primo che vedo e leggo che si chiede come mai, dopo due giorni di pioggia, siamo a questo punto. Il primo che mi sembra guardare, apputo, al di là della contingenza.
Ché io appoggio i veneti con tutte le mie preghiere e gli aiuti che posso, ma mi domando se, cementificando il nostro ricco nord-est non abbiano mai pensato che, da qualche parte, l’acqua doveva pur andare. Il nostro territorio è sempre più cementificato, spesso senza alcuna motivazione sensata. Nella periferia e nei comuni adiacenti le grandi città stanno sorgendo decine di nuove lottizzazioni, quando le case già esistenti spesso sono chiuse, sfitte. Sugli ultimi spazi verdi costruiscono ogni due per tre un nuovo supermercato, quando ce ne sono altri enormi nei dintorni.
Voglio dire che, per quanto mi dispiaccia quello che sta succedendo, credo che da qualche parte l’acqua debba pur andare a finire, no?
19 novembre 2010 alle 12:00
Esattamente occorre smettere di pensare come se non vivessimo in un sistema complesso ….
chiaro che qualcosa ci si ritorce contro e ci tocca pure pensare alla complessità che creiamo …
ma si fa fatica, pare e poi ci si lagna …
😦