a.
Vacanze natalizie, casa, discussione politicamente animata sui perchè lsd, dagli anni 70, non sia stata più studiata nonostante i promettenti risultati in campo medico.
Una ricerca bloccata, non più finanziata, per il timore che una droga così potente …. (??)
Insomma questione non risolta, forse la questione “droghe” evocano una serie di resistenze, risolte in modo semplificatorio tra quelli che si drogano/drogherebber
o e quelli che no. E anche la scienza si è trovata ingabbiata in questa scissione? Fattore piuttosto imbarazzante visto che gli studi scientifici hanno sperimentato anche in modo eticamente, altrettanto, imbrazzante.
Alla fine forse, quella sera sarebbe stato meglio non vedere la tv che ci aveva suggerito cotanta verve nella discussione. Difficile quando tanti temi si intrecciano, attorno ad un argomento, e lo ingarbugliano tanto. Tutti sanno che ci sono questioni che implicano tante sfaccettature che ne escono con le idee chiare solo gli integralisti, per tutti gli altri non resta che una serie di dubbi, eventualmente risolvibili soltanto quando uno finisce in mezzo alla questione, quando si viene tirati in mezzo alle decisioni personali che toccano l’etica.
(aborto, eutanasia, ricerca genetica, sperimentazione sulle staminali, eutanasia, testamento biologico e simili) …
b.
Facebook, becco una bella discussione sul parto.
In cui qualcuno sostiene che il parto in assenza di dolore (epidurale) è osteggiato in Italia per via di un malcelato senso cattolico che sottomette le donne al dolore come accettazione. O espiazione, resta sotteso.
Insomma ci fan partorire con dolore perché così vuole la chiesa … Mah! E che il dolore del partorire può essere sedato come avviene in caso di una estrazione di un dente… (guiro!!)
“uno spunto di riflessione: anche togliere il dente con dolore è naturale, ma penso che a nessuno faccia schifo l’anestesia del dentista …”
Ho espresso le mie perplessità con quel piglio da maestrina acida, che talvolta mi supporta con forza ….
Chissà perché, da non cattolica certe riflessioni sui complotti vaticani mi lascian perplessa. Almeno la riflessione sul dolore della Chiesa mi è pure relativamente nota, ma non mi pare ci azzecchi con il parto.
Un figlio non è un organo malato, un dente cariato, il dolore del parto è fatto di mille e uno fattori.
O meglio il parto è fatto di mille uno sentimenti, dolore compreso. Ognuno decida pure come lo vuole vivere.
Ma non toglietemi la sua complessità.
In ogni caso io di quel dolore me ne sono fatta qualcosa, in termini di forza e resistenza, e di debolezza bisogno della presenza di una brava ostetrica e del padre delle bimbe.
Una esperienza di incontro, non solo con il dolore, ma con la nascita – ogni volta nuova – delle mie due figlie. E con tutto ciò che esso comporta.
Ma lo ammetto, io che azzero ogni accenno di cefalea, con la chimica più becera … non capisco la paura del dolore nel parto. Sono proprio ottusa in questo senso, così come capisco anche meno chi vuole partorire in anestesia totale, quel buco nero della coscienza …. a maggior ragione prima di vedere tua/o figlia/o.
Detto questo resta da ragionare sul senso del dolore, sulla medicalizzazione del parto (è più cara e quindi più conveniente per gli ospedali mi spiegava un ostetrica), su una esautorazione della donna e della coppia nel processo di nascita del proprio figlio, una lettura di un evento naturale come se fosse “malattia”.
Può anche darsi che per qualcuno la resistenza/sopportanzione del dolore sia un tema che attiene alla sua sfera religiosa, ma mi sembra più un dato personale che una trasversalità.
Mentre il movimento nato da Leboyer in poi sembra piuttosto evocare una riflessione più collettiva sui riti e le prassi del nascere.
c.
Il futuro dei figli.
La butto lì grevemente, ma la crescita e il futuro di un figlio quanto dipende dalla scelta della scuola. Io ho il timore di essere una madre un pò chioccia, ma ho la sensazione che non basti una scuola più “figa”, le attività sportive, a dare ad un figlio gli strumenti per il futuro.
Che so mandare un figlio a studiare lontano (dopo la scuola media, non parlo di università momento nel quale l’uscita dal nido consogliabile, imho) per avere una scuola migliore, negli anni della crescita/formazione emotiva, sociale, culturale, affettiva, sessuale ….
Io ho molte resistenze e dubbi, e mi pare che questa enfasi su scuole di alto livello, come garanzia di chissà cosa, sia sproporzionata.
Gioco con una riflessione al ribasso non è che i figli del famoso Avv.to Agnelli siano stati così felici, o solidi. Avranno studiato nelle scuole migliori, e hanno una barcata di soldi.
Sono per questo persone migliori, più felici … ?
Per quanto io conduca una battaglia, minimalista, sul bisogno di scuola e di cultura, però penso che il futuro delle mie figli passi anche da una carta capacità di resilienza, che ad oggi non viene incentivata dalla scuola
7 gennaio 2011 alle 08:56
Concordo interamente sull’anestesia, a me veniva da pensare: ma se non ho mai partorito, che ne so? Magari è sopportabilissimo. e lo è stato, la seconda volta meglio della prima grazie a tutta la pratica di respirazione fatta dopo figlio nr. 1, altro che yoga da parto.
Poi far nascere un bambino ficcandogli da subito i sedativi nel sangue, come dire, magari fra 20 anni scoprono che gli fa un iradiddio di danni. È stata comunque studiata a suo tempo una correlazione tra inizio uso sedativi in America anni ’50 circa e l cultura della droga loveandpeace negli anni 70 e 80, ovvero i figli. Come chiamarla, sensibilità ad abusi di vario tipo, come dire, volgarmente, che avrai un figlio strafattone che per tutta la vita cercherà il brivido chimico che gli hai offerto gentilmente mentre nasceva?
(quest’ultima cosa la ricollego alle tue riflessioni sull’LSD che mi pare ci stia, poi io ho bisogno di conferme un pochino più solide, ma non essendo ricercatore medico dipendo da chi le finanzia queste ricerche, e sta pur certa che a una casa farmaceutica, se fosse vero, non conviene finanziarli a fini di divulgazione).
Poi invece capisco e mi sto zitta quando becco gente che ha talmente il terrore dei dolori del parto (grazie medicalizzazione dello stesso), che si capacita a riprodursi solo a patto che….
Mi dispiace per loro perché le vedo vittime di un’informazione sbagliata, ma anche qui è un mio parere personale e ognuno ha diritto di credere a quello in cui vuol credere. Uscire dagli schemi comporta un rischio personale e mica vuol dire che tutti hano voglia? Solo i cactus come noi.
7 gennaio 2011 alle 21:08
nella paura del parto, in parte legittimata storicamente, e quindi che ha giustificato una medicalizzazione che ha salvato (milioni di donne da morte certa) c’è anche la deriva moderna della magia medica. che ha permeato la nostra cultura.
Il medico mago che non sbaglia mai .. oggi che le denunce fioccano allo sbaglio medico, tra legittimi dubbi sulla “malasanità” e l’aspettativa miracolistica.
non ne esce nessuno, tantomento prima di partorire. mi piace questa lettura del terrore del parto come un terrore in parte indotto, e pertanto meritevole almeno di qualche riflessione.
poi ognuno per la sua vita deve poter scegliere la sua misura …
di essere cactus, o meno 🙂
sulle ricerche mediche e sulle case farmaceutiche ci sarebbero da aprire voragini di riflessioni, magari prima o poi ce la si fa.
nella serata citata c’è stato qualcuno che butta lì questa cosa, negli usa faceva meno paura una pistola per ogni americano, che non la ricerca sulle droghe (cioè su questa droga).
è una riflessione illuminante e inspiegabile, al tempo stesso.
ma le armi, è vero, vanno come il pane, anche in italia paesello che per costituzione ripudierebbe la guerra.
purchè si lasci vender armi.
a me, di mio, non intriga lo sballo.
ma la vendita di armi quasi mi da più fastidio … tanto per dire …
7 gennaio 2011 alle 09:27
condivido, condivido, condivido. Mi piace come riesci a estrinsecare tanti pensieri; io troppo spesso ci rinuncio.
Approfitto delle tue riflessioni e sottolineo:
a.”Tutti sanno che ci sono questioni che implicano tante sfaccettature che ne escono con le idee chiare solo gli integralisti, per tutti gli altri non resta che una serie di dubbi, eventualmente risolvibili soltanto quando uno finisce in mezzo alla questione, quando si viene tirati in mezzo alle decisioni personali che toccano l’etica.”
b.”… non capisco la paura del dolore nel parto”, nessuno mi crede, ma io non riesco a mettere sullo stesso piano il dolore del parto, che ha una sua ragione fisiologica e comunque un frutto del tutto incommensurabile, con il dolore lancinante e ingiustificato di una cefalea non bloccata sul nascere.
c.anche io sono molto scettica sull’idea che “una scuola migliore, negli anni della crescita/formazione emotiva, sociale, culturale, affettiva, sessuale …, sia la panacea per “dare ad un figlio gli strumenti per il futuro”. Mi sa troppo di delega…
7 gennaio 2011 alle 19:55
eccola lì.
la faccenda delega, hai detto una cosa che mi ha illuminata.
il pensiero che una scuola elitaria porti ad una vita facile … delegando la speranza, la fatica, l’impegno genitoriale e filiale …
grazie
:-))
7 gennaio 2011 alle 09:31
BBC3 (per la serie quando sei contentone di pagare il canone se la TV di stato vale la pena) comincia ieri una serie su come le droghe funzionano, proprio partendo dal cannabis. Non ho fatto in tempo ieri ma mi aggiornero’ ondemand. La serie promette uno sguardo obiettivo, con opinioni da entrambe le parti, e citando ricerca di base e recente, come spesso accade su BBC. Se potete beccarla dall’estero, sta qui: http://www.bbc.co.uk/programmes/b00xcfjl
7 gennaio 2011 alle 19:52
il problema (acc ….) è capire l’inglese..
però va bene…. o anche no.
🙂
sul tema droghe sembra che ci sia davvero solo un mondo diviso di drogati e di bacchettoni, anche in tema di ricerca …
mentre invece sono un sacco gli “stati alterati” di coscienza, robette da nulla legati alla meditazione, alla neurochimica, che vanno messe in asse per capire la strana macchina cervello, e come sia strettamnete connessa all’altra stranezza corpo …
complicazioni, insommma