Donne di tutta Italia scendono in Piazza per dire BASTA alla pornocrazia a cui questo governo (e le sue televisioni) ci hanno abituato e lo fanno mobilitandosi attraverso la rete e la partecipazione sociale attiva.
Accogliendo l’invito di Concita De Gregorio “Esistono anche altre donne”, un gruppo di Donne, non appartenenti a sigle partitiche, scendono in piazza non solo per dire che “un’altra storia italiana è possibile” ma anche per provare ad indicare una strada differente a quella tracciata.
Attraverso una provocazione e usando materiali che abbiano la capacità di creare “legami” e collegamenti, o di delimitare zone di confine, ci collocheremo spazialmente nella piazza in due gruppi:
Un gruppo stenderà uno spago robusto e forte con delle mollette, materiali pratici ed indispensabile sul quale verranno stesi non vestiti , calze e mutande (smarcarsi dal ruolo femminile), ma pezzi di cultura, poesie, immagini, storie. Lo spago diviene così la metafora proprio dello stendere, rendere stesi, spiegare, e quindi chiari e leggibili i nostri pensieri non solo a casa nostra, ma visibili e PRESENTI a tutta la società affinché i bisogni delle donne vengano realizzati da un punto di vista politico.
Un patchwork itinerante, un fil rouge che tiene insieme la molteplicità umana, e femminile, l’interezza non reificata da un momento storico impegnato ad erodere alcune conquiste e dignità femminili.
Un altro gruppo delimiterà una zona utilizzando del nastro da cantiere per rappresentare simbolicamente IL CONFINE. Si tratta del confine necessario, da interporre tra sé stesse e il mondo perché questa politica economica di mercato cessi di accanirsi in maniera predatoria sulle vite di ciascuna. Si sta parlando del limite INVALICABILE oltre il quale non sarà più concesso passare.
Non si tratta di una logica di conflitto ma al contrario di DIFESA E DI PROPOSIZIONE insieme: la proposizione che le facce e i corpi delle donne diventino finalmente le facce e i corpi della politica, IN politica, e non più oggetti e immagini ad uso e consumo della struttura con cui gli uomini intrecciano così facilmente sesso-denaro-potere.
Stiamo parlando di un cambiamento culturale radicale, che implichi la RESPONSABILITA INDIVIDUALE DI CIASCUNO, donne e uomini, che non si riconoscono in questo bordello politico.
Irene Auletta, Katia Cazzolaro, Alice Tentori, Monica Cristina Massola, Monica Simionato, Stefania Cavallo, Nadia Ferrari, Luigina Marone, Alessandra di Minno
Appuntamento alle ore 14.00 davanti all’entrata del Castello Sforzesco (luogo preciso: fontana)
Ognun* può portare foto, immagini, poesie, frasi, riflessioni, pensieri, stampati/sctitti su fogli a 4 – spago e mollette – per stendere al sole ciò che ci sembra importante “mostrare” e render pubblico…
10 febbraio 2011 alle 09:41
Non era vero tutto quello che in molti dicevano: le donne non capiscono, non sanno, è inutile dargli il voto, faranno quello che decidono i mariti. Le donne votarono in un numero maggiore. Partecipavano, sentivano, andavano ad ascoltare e poi usavano la loro testa.
Tina Anselmi
10 febbraio 2011 alle 09:44
Sono una donna pericolosa di Joan Canavgh
(traduzione di Maddalene Crippa)
Sono una donna pericolosa
Non porto bombe nè bambini in grembo
Non porto fiori nè miscugli incendiari
Porto scompiglio nella tua ragione, nelle tue teorie,
nel tuo realismo
Perchè non giacerò nelle tue trincee
Nè scaverò trincee per te
Nè mi unirò alla tua lotta armata
Per trincee più belle e più grandi
Non camminerò con te nè per te,
Non vivrò con te, nè morirò per te
Ma neppure cercherò di negarti
Il tuo diritto a vivere e morire
Non dividerò con te neppure un centimetro di
questa terra
Finchè tu sei maledettamente proteso verso la distruzione
Ma neppure negherò che siamo fatti della stessa terra
nati dalla stessa Madre
non ti permetterò di legare la mia vita alla tua
Ma ti dirò che le nostre vite sono legate insieme
E esigerò che tu viva per comprendere
Questa cosa importante
[…]
Che sono una donna pericolosa
Perchè devi sapere, signore, che
Sono una donna pericolosa
Perchè non tacerò niente di tutto questo
Non colluderò con te
Non avrò fiducia in te nè ti disprezzerò
Sono pericolosa perchè non rinuncerò, non tacerò
Nè mi adatterò alla tua versione della realtà
Tu hai congiurato per svendere la mia vita
E io sono molto pericolosa
Perchè non potrò perdonare nè dimenticare
Nè mai congiurerò per svendere la tua
in cambio.
10 febbraio 2011 alle 10:55
http://wp.me/PABGm-UP >>> qui trovate altri materiali che colleghe/amiche hanno già preparato e sono disponibili per la condivisione, la stampa e da usare il 13 in piazza. ogni vostro contributo sarà bene accetto e molto gradito. link o inserimenti di frasi o pensieri …
10 febbraio 2011 alle 11:16
condivido tutto, tranne “smarcarsi dal ruolo femminile”…a me piace la mia femminilità…non è solo stendere calze e mutande ma ANCHE…
un saluto
10 febbraio 2011 alle 11:28
è vero forse era più preciso scrivere smarcarsi da un certo stereotipo femminile, ma il documento è una sintesi di un lunghissimo dibattito via facebook … l’importante è che riesca a sollecitare le varie appartenenze femminili (o maschili) diverse ad una manifestazione che rimetta al centro la complessità, i diritti, la dignità …
10 febbraio 2011 alle 11:18
condivido tutto tranne “smaecarsi dal ruolo femminile”…a me la mia femminilità piace….
un saluto
10 febbraio 2011 alle 11:35
Condivido e parteciperò a Bologna. Lo scritto di Joan Canavgh è bellissimo
10 febbraio 2011 alle 12:52
idealmente siamo più o meno tutti nella stessa “barca”!!
10 febbraio 2011 alle 11:37
…ho postato il commento due volte…per insepreienza…(pensavo non fosse pubblicato)
10 febbraio 2011 alle 12:51
🙂 nessun problema …
10 febbraio 2011 alle 14:29
Non è che ci sono romani di passaggio che hanno voglia di rubarvi le idee? 🙂
Brave.
(E bravi: spero che siate in tanti anche lì)
10 febbraio 2011 alle 14:35
siamo onorati di ogni furto ..
ma siamo cert* di essere tutti molto creative commons
😉
ti penserò, a Roma (con pargoli?)
11 febbraio 2011 alle 08:18
cosa ho pensato:
– gigantografie della tua ballerina: in questi giorni non faccio che pensare a quell’immagine, che siamo tutte noi.
– foto delle mani di donne impegnate in mille e una cosa
– volti di donne vere, con le rughe di espressione, di quando siamo felici, di quando siamo assorte, concentrate, arrabbiate
– le foto delle nostre nonne, mamme zie
probabile che tuto questo richieda tempo, ma butto là delle idee, perchè siamo solo all’inizio
11 febbraio 2011 alle 10:50
anche io amo la ballarina, leggera e forte, esprime tutta la bellezza e le potenzialità espressive del corpo ….
🙂
una ballerina sta fare una cosa che le veline dovrebbero imparare :-))
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