Una storia che non si può che dire così …
Ho fatto un laboratorio con una collega, in mezzo 17 bimbi.
Fra loro una bimba, con voce piana, mi consegna questa (sua) storia.
Mi racconta che il suo papà è molto giovane, ed ha avuto suo fratello che aveva 16 anni e lei a 18.
Che la sua mamma è morta. Un anno fa.
Così avevo bisogno di capire come mettere, anche dentro a me stessa, questa storia. Che mi è stata offerta quasi con delicatezza.
Allora ho capito, di nuovo e meglio, la funzione educativa del narrare le storie.
Raccontare una (propria) storia è dare forma e voce e parola alle frammentazioni della vita, permettendo così che continui a fluire
incontrare un altro che ti ascolta,
alle volte ricevere una storia, in cambio della tua,
dare un senso,
alleggerire la solitudine, condividendo – per un pò – il peso delle “cose” che accadono,
fare strada insieme,
affidare “qualcosa” a qualcun’altro perchè non si perda nelle emozioni, ma nella forza concreta delle parole,
lasciare una traccia, nell’altro, di se.
10 marzo 2011 alle 22:00
yes yes yes….
11 marzo 2011 alle 03:47
È una bella storia, che non è, come ci abituano a pensare, di per sé una storia a lieto fine. è bella e basta.
11 marzo 2011 alle 15:12
e le storie servono ….