Un non più recente “stato” di una conoscente di facebook sollecitava la questione della inimicizia tra donne, e che renderebbe, quasi in modo atavico, impossibile lavorare insieme, se femmine.
Seguiva una breve serie di commenti, colorati da un medesimo scetticismo, ora alquanto sconsolato, ora decisamente piu’ acido.Insomma tra la mestizia e il veleno … le donne si riconoscono nemiche.
Almeno alcune.
C’e’ sempre un doppio registro quando si parla di solidarieta’ femminile:
o le donne sono troppo invidiose, corrosive, gelose, traditrici (attaccano solo alle spalle) e si odiano tra loro;
oppure sono travolte da una ancor piu’ grave “solidarieta’” che, bollata e aggettivata da quel “femminile”, finisce per sembrar solo corporativistica e scorretta, troppo para-femminista.
E sembra ricordarci che … “Suvvia signore allearvi fra voi non e’ neppur bello”.
Tertium non datur.
Ma per eventi della vita sono costretta a sposare e con soddisfazione una terza tesi: da anni lavoro e trovo reti di amicizia con donne/colleghe.
Con le quali mediamente si lavora con maggiore cooperazione, leggerezza, fluidita’, i meriti vengono condivisi, le leadership possono anche subire qualche turn over nel gruppo (se esistono livelli di parita’ di ruolo). Le conoscenze maturate dal gruppo sono/divengono patrimonio del gruppo e possono essere usate in modo indipendente, dentro e fuori dal gruppo.
La esistenza di gruppi di donne vipere l’ho colta, personalmente, in ambiti in cui le leadership era prevalentemente maschile e le donne tenute in una sorta di sudditanza lavorativa, quell’esser vipere che si esprimeva in gruppi particolarmente crudeli e forniti di sottile aggressivita’.
Inoltre in questi ambiti sono stati gli uomini le vere aspidi in seno, traditori e scorretti per un millimetro di fama (non potere in piu’).
Dove, immagino c’è una certa autostima femminile, che sfocia in stima reciproca, le donne riescono a lavorare molto bene insieme, senza farsi corrodere dal pericoloso veleno di Grimilde.
Vale a sfuggiamo agli stereotipi che ci regalano … sono come certe mele avvelenate.
14 aprile 2011 alle 13:12
Io ho la doppia esperienza:
1. grande marchio dell’abbigliamento italiano, pochissimi uomini (di cui ancora meno etero…ed è un problema in più ve lo assicuro!): esperienza tragica, viperismo a canna, io mi chiudevo nel mio ufficio che era l’unico ad alto tasso maschile (etero stavolta!)…ah, il problema dell’alto tasso di omo-maschi è che le donne si scannavano per i pochi che restavano papabili e l’acidità aumentava
2. lo studio in cui lavoro ora: la mia vicina di scrivania è LaRossa e io la adoro! Abbiamo aggiunto da poco MissMeraviglie (si chiama Alice :-D…lo so son da ricoverare!) e andiamo d’amore e d’accordo. C’è LaZia a rovinare la media ma non so se conta come essere umano quindi…