Se non avete voglia di un post menoso, è proprio il momento adatto di cambiare pagina…
Oggi una persona amica scriveva del dolore interiore che si prova in uno stato di malattia conclamate e grave, quel dolore che va oltre il dolore fisico.
Ci ho pensato e chiesta a come me lo immaginavo.
Un dolore di amore, di malinconia, e parole difficili.
Un timore di dover salutare quelli che ami, senza avere tempo per dire e per fare le mille cose che riempiono una vita.
Mi immagino tutte le cose che devo ancora insegnare alle mie figlie, prima che imparino a volare con le loro forze,
le cose che non ho ancora saputo fare ma che sono scritte forte nei miei pensieri (obiettivi, volontà, sfide, determinazioni).
Poi però penso al gesto di amore di mio padre, negli ultimi giorni e in tutta la sua vita.
Al suo lasciarmi, senza parole, ma piena e ricca, di gesti e attenzioni, di errori e sicurezze.
Di avermi dato, ogni giorno, della sua e della mia vita una piuma per le ali.
Credo sia la rotta che cerco.
In qualche modo la sua storia risuona in questo post, alla ricerca di senso anche alle cose che sembrano non averne.
25 Maggio 2011 alle 15:33
bellissimo
25 Maggio 2011 alle 16:18
consiglio a tutti la lettura del deserto dei tartari dd buzzati e del libro anche il silenzio giunge ad una fine di betancurt. Fornisce grandi risposte al senso della via, della fine e degli affetti.
30 Maggio 2011 alle 19:24
…ci sto facendo i conti…e ce li faro’ ancora per molto…grazie Monica di questo post