Ho evitato per giorni la notizia di un padre che dimentica un figlio in auto, per via di quella angoscia che strizza lo stomaco. Certa della mia incapacita’ di affrontare le banalita’ mediatiche, troppo capaci di impoverire le vicende umane. Banalizzandole nel peggiore dei modi.
Mi sarei immedesimata nel padre, nella madre, nel bimbo …
Ma questa cosa succede, e’ successo e di nuovo anche oggi.
Ogni tanto accade una dimenticanza che apre una voragine nel cuore e alle domande cui ognuno potrebbe farsi.
Per ora i soliti esperti non ci hanno ancora offerto la loro bella spiegazione, rassicurante e pacificatrice.
Magari perche’ questa e’ una nuova forma di sofferenza che sembra colpire un poco di piu’ i padri (??), una forma di strozzatura e soffocamento sociale nelle mille cose da fare, nella quotianita’ priva di spazi, nell’assenza di una logistica familiare e pubblica …
Tutto subito ma anche troppo e tutto insieme.
Si puo’ dimenticare un figlio?
Mi conosco e credo non mi accadrebbe mai. Per questo non so cosa dire, se non restare annichilita.
Come per le madri, che abbandonate e invisibili nella sofferenza post partum, compiono gesti terribili verso il loro figli.
Seguite sia da un giudizio implacabile, quanto dalle Cassandre della psicologia che avvisano che una neo madre va accudita.
E un neo padre? E una neo famiglia? E se quello che e’ successo fosse una implicita domanda di sostegno?
Una tragedia (la ritengo una tragedia totale) simile mi induce all’ammissione che alle volte questo essere ammutoliti ha un senso: quello dell’interrogarsi sulla cecita’ che ci tocca tutti, prima o poi, nella vita rispetto alle vite altrui.
Che non dobbiamo o possiamo semplificare troppo, pena l’incapacita’ di cercare nuove domande e nuove risposte.
28 Maggio 2011 alle 06:06
Stamattina ho trovato questo http://www.nocensura.com/2011/05/bambini-dimenticati-in-auto-lo.html
28 Maggio 2011 alle 09:05
Io concordo in ogni parola con te.
Non mi sento di giudicare.
Anche io mi conosco ma non conosco ogni angolo buio della mia mente e penso che nessuno si conosca così profondamente da prevedere con certezza una reazione a una determinata situazione. Non credo potrei mai dimenticare un bimbo in auto, ma non credo neanche che quei genitori, quei padri, volessero questo epilogo
28 Maggio 2011 alle 09:37
Mi togli le parole. Ci ho pensato pure io, e si, i figli io un paio di volte Anni fa li ho dimenticati a scuola. Nel primo caso ho capito Che Il padre Bella frette pensava di essere gia passato all’ asilo ma nel secondo e andato à lavorare. Ora anch’io con bambini che crescono e à 11 mesi sono attivi ci ho Messo un po’ à capire che non puoi piu contare sui sonnellini per lavorare indistrbato. Ma persino io capisco Che un bambino addormentato non li lascia
28 Maggio 2011 alle 09:42
Nn si las ia in macchina da solo se non per degli attimi e mai al sole. Pure io sono stata costretta à portarmi dietro un passeggino abitato e non sempre tranquillo se avevo casini. In questo paese non si investe nel supporto alle famiglie, asili, solo le nursery dei centri commerciali e dell’ Ikea. Qui dobbiamo lavorare.
28 Maggio 2011 alle 12:32
Si. non possiamo lasciare che ci smembrino pure sventolano petulanti immagini di famiglia, che nulla hanno a che fare con le nostre vite, le nostre famiglie…
28 Maggio 2011 alle 10:37
Prima di essere madre non riuscivo a capire come fosse possibile che succedessero queste cose. Ora SO che può succedere è terribile ma può succedere. Ma spero che nn succeda mai più.
28 Maggio 2011 alle 10:57
ci pensavo stamattina proprio a questo. la mamma di un compagno di scuola di mio figlio è morta sul divano mentre di sopra dormiva il figlio: il marito al rientro l’ha trovata così, ha chiamato la polizia ma hanno dovuto aspettare la mattina x rimuovere il cadavere. tutti si sono dimenticati che al piano di sopra dormiva il piccolo, che alla mattina quando si è svegliato ha scoperto cosa è successo e continuava ad andare ad aprire il sacco per vedere se x caso la madre ricominciava a respirare.
questa cosa mi ha sconvolto.
capisco che nn c’è paragone a dimenticarlo in auto ma anche questo è abbandono. come fa un padre a comportarsi così?
scusa ponti ma è da stamattina che mi girano queste domande in testa, sono sconvolta da quello che è successo.
28 Maggio 2011 alle 12:30
@Emily scrive una prsona sul mio facebook, a commento del link a questo post….
” Condivido Monica. Io sento al contrario di te, che potrebbe invece accadermi.
E che solo una cosa può tentare di evitarlo: il controllo incrociato. Ovvero lo sguardo su di me di qualcun altro. Se dimentico per ore mio figlio in auto, è probabile che per tutto quel tempo nessuno attorno a me mi ha chiesto, anche di sfuggita, come sta mio figlio.”
Insomma ci si dimentica se ci dimenticano, se si dimenticano di noi, o non “ci” vedono …. o non vedono la nostra sofferenza … 😦
28 Maggio 2011 alle 12:41
Notizia incredibile che prende lo stomaco (o lo strizza proprio, come dici tu!), impedisce al cervello di ragionare e lascia spazio solo al vuoto rumoroso dell’angoscia pura. La domanda più superficiale: ma come è potuto accadere?
Io ho pensato: povero padre, povera figlia e povera madre! Come faranno a continuare a vivere questi due genitori? Che spazio potrà avere nella loro vita questa tragedia e come potranno accogliere il nuovo figlio in arrivo con gli occhi ancora pieni delle lacrime per quella persa? Domande che girano senza risposte.
Di certo però accade e può accadere. Siamo essere umani, con tutte le nostre fragilità e mancanze e in questo folle mondo ce ne dimentichiamo tanto spesso.
Una cosa, più di altre mi ha turbata e cioè il fatto che nessuno, passando a fianco dell’auto si sia chiesto come mai quella piccola era da sola. Possibile che nessuno sia passato da quelle parti per tutto quel tempo? Ho l’impressione che ognuno pensi sempre di più solo a sè, ai propri affari e che neppure sposti lo sguardo oltre il proprio naso. Quando il singolo vacilla, nella sua umanità, se intorno c’è qualcuno, forse possiamo tornare a recuperare un po’ di fiducia e di speranza che avvenimenti di questo tipo accadano il meno possibile.
28 Maggio 2011 alle 13:43
nelle tragedie di questo tipo che distruggono dal dolore una famiglia,si pongono interrogativi inquietanti sulla condizione umana .Ho la grave sensazione, che mi turba profondamente, che dobbiamo fare i conti con i limiti del nostro cervello,con l’assurdità angosciosa di dover fare tutto in fretta ,quasi strappando il tempo con i denti.Ed allora sul fattore neurologico ,assenza temporanea di memoria,di attensione,si innesta quale causa scatenante una società in cui i tempi di lavoro,gli impegni,le responsabilità cominciano a scontrarsi tragicamente con i doveri familiari.E’ vero che che le esigenze della collettività hanno i loro ingrannaggi,ma è anche vero che queste tragedie ripetute sono un segnale allarmante di una forte incompatibilità in atto tra aree sociali differenti,ma, comunque,in necessaria interrelazione funzionale,dove la parte più debole la famiglia non può essere soggetta a pressioni che superino un limite di tollerabilità degli stress.
29 Maggio 2011 alle 19:04
…posso dire che non mi è successo…non so se non potrebbe accadermi…ho dimenticato diverse volte le “cose” di mia figlia…ma non lei. Non so…eppure…eppure leggevo Massimo Ammaniti che scriveva “ad una madre non accade”, come se ci leggesse un’ineluttabilità di genere. Il primo impatto è stato che il suo commento non mi è piaciuto per niente….magari ci possono essere specificità di genere, ma penso sia qualcosa di più sfumato. Rimane l’interrogativo…cosa si puo’ fare per fermarsi un po’ prima del baratro?
29 Maggio 2011 alle 20:17
Diciamo un’ altra cosa, io quando ai giardini sento un bambino che piange guardo non solo se è mio ma se ci sono genitori in giro, o se ne vedo uno che cammina un po’ isolato cerco di capire con chi è accompagnato. Ecco, penso che ad aver tempo se vedessi un bambino addormentato da solo in macchina resterei lì quei 10 minuti fino a che non torna qualcuno o non mi accerto che stia bene. e se fosse in macchina al solo dopo 5 minuti chiamerei il 113. Anche se c’ è un cane con i finestrini chiusi, uguale.
Ma nessuno in quelle ore si è accorto che c’ era un bambino da solo in macchina e non ha pensato? O siamo così spaventati di impicciarci e delle rezioni della gente che non osiamo più esercitare un po’ di sano controllo sociale?
A me sinceramente spaventa pure questo. (ho recuperato l’ uso del computer e non faccio pi`¨commenti a pezzi dal telefono).
31 Maggio 2011 alle 13:49
@ba …. ci staimo abituando ai reality e non sappiamo più vedere nella macchina del vicino? forse si. confondiamo i due piani …