Pubblicita’ pre scuola in noto canale satellitare per pupi.
Lo zainetto, lo si evince dallo stile del video, e’ destinato a maschietti di 11/13 anni, con propensioni da skaters (lo zainetto porta e regala anche lo skate).
I quali maschietti, stante la narrazione, si danno ad abili evoluzioni, e nel tornare a cas … spintonano (solo un poco) un simpatico signore in giacca e cravatta.
Infine uno dei ragazzetti, finailmente a casa, ammiccando evidentemente (lo spettatore, ammiccante e collusivo) fa intendere di non essere andato a scuola. Ovviamente mentre dice, alla mamma, il contrario.
Cioe’ – così io intendo – che fare i bulletti, non andare a scuola, raccontare balle alla propria madre, “fa figo”.
Magari e’ un rito di iniziazione che li rendera’ uomini migliori, e io non l’ho capito;
ma quei furbissimi pubblicitari si!
Resta il fatto che se avessi un figlio maschio che mi chiedesse il malefico aggeggio, passerei – per default – a modalita’ calci nel sedere “a due a due, tanto che da pari diventan dispari”.
Sicuramente è una bazzecola rispetto a quello passa in tv, ma certo è che per andare a scuola sembra prescrittivo: per le femmine assumere l’identità “velineggiante”, stupidina, civettuola e modaiola, per i maschi restano le barzellette, il calcio, e ben10.
Vivaddio che i pubblicitari fanno innovazione culturale, seguendo la vita reale e vera e ci regalano il bulletto.
23 luglio 2011 alle 15:17
il peggio di questo messaggio è che i pubblicitari creano delle realtà e noi “tutori” non abbiamo linguaggi per dire che realtà non sono.