A me questa idea, di mammamsterdam, piace. Mi manca il tempo per pensarla come possibile per me e famiglia, nel qui ed ora. Ma offro il mio contributo in altro modo, questo di farne un post, per esempio.
Non solo fa parte di quei pezzetti di civiltà che restano possibili in un momento difficile, in una Italia scassata e frammentata, ma anche ci aiuta a pensare che il concetto di res publica può continuare ad essere vivificato – anche – da azioni piccole, capillari, civili e dimostrative della cura al bene comune, alla società, ai nostri vicini etc, ed è ciò che noi possiamo offrire.
Oggi alla scuola della figlia piccina abbiamo portato oltre al materiale per lei, una lunga lista di materiali non didattici ma necessari (scottex, carta igienica, detersivo per le mani), in una scuola sempre più povera. Abbiamo “regalato” un pò di materiale in più da usare con tutti i bimbi (pennarelli, matite, gomme, matite): siamo stati generosi? Non credo. E’ stato un investimento sul futuro di tutti, a partire da nostra figlia, per dare ai bimbi un luogo migliore dove studiare, e proiettandola in un mondo dove c’è una rete e ci sono sinergie, relazioni e solidarietà, e senso di civismo.
A me la storia della Statale 17 da esattamente la stessa sensazione. Mi sbatto, ci metto del mio, per il bene comune, che è collettivo, mio, vostro, loro .. nostro.
E come dicevo ieri da una collega, preferisco essere idiota e ottimista, nel mio piccolo.
(a continuare imperterrita ad essere odiosa ed incazzarmi come un bufalo sulle ingiustizie che percepisco) 😉
21 settembre 2011 alle 20:55
io sto meditando, è da quando ho letto il libro di Barbara che vorrei andare….