Sarà la cappa grigia, le prime nebbie lomelline, la notte di Halloween, la minaccia di avere anche una discarica di amianto a 2 km da qui (non bastasse la mega raffineria Eni) ma anche i sogni sono inquietanti …
Che a nessuno frega nulla dei sogni altrui, a meno di non interpretarli con la smorfia o con Jung, insomma farci dei soldi.
In ogni caso erano incubi, di quelli pesanti. Già scendere in un alluvione in una scatola di cartone rende l’idea della precarietà esistenziale ma il secondo poi rischia di riguardare anche più persone del previsto.
Quando stai in enorme grotta, figlia di un incubo architettonico postindustriale, fatta di metallo pesante o scuro, che si colloca tra metropolis, l’astronave dove viene scoperto il primo Alien della serie, e l’interno di matrix, tutto corredato da ampi scaloni metallici fatti a forma di voluttuose spirali risuonanti. Ci sta dentro un sacco di gente, e senza sapere perché. Va da se che l’attesa è di qualcosa di incombente, insolito ma molto minaccioso. Non succede nulla, ma il senso di minaccia quanto il metallo che circonda le persone, scura e pesante.
Una gatta provvidenziale mi sveglia con un miagolio. Il cuore batte nel petto, una paura purissima si consuma nei muscoli, e lo svuota. L’ultimo brandello di sogno mi dice in nome del luogo: si chiama trifacebook.
Che la rete riesca anche a fare paura?! Insomma il messaggio è arrivato.
1 novembre 2011 alle 12:27
Urka!
Forse hai bisogno di staccare un po’ eh…
1 novembre 2011 alle 12:41
ehm. saran le mazzate virtuali che ho preso! capita nella vita di ogni blogger, almeno credo ….