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L’eredità di zia Pina

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Tutti dovremmo avere una zia Pina. Una lontana parente, magari nemmeno mai conosciuta, in tal modo che alla sua dipartita non se ne abbia a soffrire. Vecchia zitella, acida e ricchissima, che avendo vissuto una vita in micragnaggine totale, ci lasci eredi di una immensa fortuna.

Così che espletate le esequie, esvolte le incombenze ereditarie da noiosi e annoiati notai  … si passi rapidamente alla consumazione veloce del patrimonio.

Perchè così deve essere. Come direbbe mia figlia, si va allo sciallo totale. Si va a fare shopping e si sistema un pò la casa. Tanto non sono soldi guadagnati, ma ereditati. Frutto di una fatica altrui.

Ecco la listina della spesa …

  • un ascensore ultratecnologico che viaggia alla velocità di sette metri al secondo
  • tre pouff con struttura portante in acciaio cromato lucido, i due divani con rivestimento sfoderabile in ecopelle (12mila euro)
  • comodino del letto, con struttura in legno massello di rovere e le nove sedie per la sala da pranzo (seimila euro)
  • quattro poltrone con fodera in vellutino accoppiato con resinato, il letto matrimoniale con testata in multistrato e rete ortopedica a doghe di faggio curvato a vapore
  • librerie,  tavolo da pranzo, tavolo “direzionale” del presidente (11.200 euro)
  • tappeti «fabbricati a mano con pelo corto e fitto in lino/lana», 20mila euro.
  • pedana della sala conferenze, costo 126.388 euro, è rivestita con pannelli lignei in pavimento vinilico Tatami ed ha parapetti in acciaio
  • 270mila euro sono andati alle tende
  • 27 divani con “bracciolo a sbalzo” per gli uffici degli assessori e dei sottosegretari (58mila euro)
  • 174mila euro per altri “accessori interni”

| Fonte | Repubblica 

Il fatto è che la zia Pina, in oggetto è ancora viva e vegeta, e sputa sangue per mettere insieme pranzo e cena e tasse. E il nipotastro spendaccione è lui:

Il fatto è che la crisi imporrebbe un basso profilo, e una migliore gestione del “bene comune”, anche a rischio della perdita di un pò di sfarzo, insomma l’understatement sarebbe utile, etico, ecologico, economico e auspicabile. Usare i soldi altrui prevederebbe una maggiore capacità di oculatezza. Tanto più che (qualcuno se ne sarà pure accorto) di soldi non ce sono, punto. Lo sanno anche alcuni politici ….

” Il terzo esempio è dato dai 15 milioni di euro che la Regione ha trovato per l’appalto della bretella di collegamento piemontese all’autostrada Broni-Mortara che testardamente si vuole costruire. Che anzi, come ha detto l’assessore regionale leghista Belotti, “non si può fermare”. Perché? In compenso la Regione Lombardia non ha trovato i fondi per la bonifica dall’amianto sull’area industriale Fibronit, causa di decine e decine di morti provocati dal mesotelioma pleurico e dalle fibre che dall’ex-cementificio si diffondono nell’ambiente. L’essere sordi alle voci di un territorio è sempre segno di lontananza. La Regione non è mai parsa così distante dalle esigenze dei cittadini di …”

(scegliete voi a caso un paese o provincia lombarda a vostro piacimento – inciso mio)

|Fonte | la Provincia Pavese 5/2/2012

Ovviamente a fare la parte del cattivo nipote della zia Pina non c’è solo il nostro eroe, sono tanti gli amministratori locali, in buona o cattiva fede, che percepiscono il lascito un dono gratuito con cui “sciallare”. A prescindere dalle necessità reali del luogo che governano, dei bisogni dei concittadini, e del territorio che sono chiamati ad amministrare. Spesso agiscono con una ottica minuscola e miope, che non vede al di là dell’annualità dei bilanci, che spende senza progettare risparmi, e investimenti, e diversi modi di consumare, o alternative positive per avere un bilancio sano (e con fatica e inventiva qualche amministratore riesce a farlo)…

Mah.

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