Il nostro tempo ora è il vostro ….
E’ quello che ieri hanno lasciato i “nostri” ragazzi: un testimone, per i loro compagni di seconda e prima media (ora scuola secondaria di primo grado), offerto con ironia e leggerezza.
E poi tutti a piangere, insieme, maschi e femmine, abbracciati e arrossati, una commozione che si è propagata anche ai più piccoli, che invece si vedranno solo tra un pugno di mesi.
E poi un spettacolo bello e ben fatto, tra balli e musica, accompagnati dal un prof munito di un enorme sax baritono. Loro, i ragazzi ora con le voci ora con i flauti dolci a ripercorrere le strade dei musical, alcuni appartenenti alla mia adolescenza o giovinezza Jesus Christ Superstar, Grease, Fame ….
Dai bulletti di Grease sfacciati e ironici, attraverso la compagna che ha seguito con la chitarra elettrica,e poi l’inglese ben pronunciato, le cheer leader, e i balletti (forse la parte meno credibile), e a finire l’inedita e davvero intrigante versione con il sax e flauti di Jesus Christ Superstar … Tutto molto gradevole e gradito ai genitori, pronti all’entusiasmo e all’applauso.
E loro finalmente gruppo, giunti a “sentire” finalmente che cosa vuole dire essere gruppo, insieme, e vedere il “valore pubblico” di un anno di lavoro e di studio, scivolati via gli alti e i bassi e le incomprensioni; con i compagni e con i prof.
Eccolo lì, il rito di passaggio, quello che segna la fine e un inizio, da soli e più consapevoli.
Ecco le lacrime, tutte le lacrime del mondo, accolti dalla “solita” cura ruvida del bidello, figura sempre presente e di grande valore pedagogico (come spesso accade ai bidelli), pronto ad ironizzare e sostenere con tenerezza e praticità.
I prof. sempre lontani da loro, come è stato per tutto l’anno, ma va bene così.
Ma le prove di “maturità” e di passaggio si fanno in solitaria, o insieme ai pari, prima di essere riaccolti dalla comunità adulta, che solo allora riconosce una maggiore consapevolezza.
Ecco la mia bimba, molto meno bimba, tra l’impaccio, la timidezza e una nuova disinvoltura, accanto ai suoi compagni, e avviata per la sua vita. Tutto il programma della serata, voluto o meno, ci ha accompagnato, figli e genitori a capire che ora il tempo comincia davvero ad esser loro, e noi siamo e saremo sempre più spettatori che protagonisti.
Come mi sento? Non so.
Roba da tirare un grande sospiro, come a tuffarsi in un vasto mare blu, senza sapere altro, che anche per noi sarà un tempo nuovo.
10 giugno 2012 alle 18:09
bello Monica!!
come ho scritto, rilanciando in fb, il tuo scritto mi ha accompagnato in una storia di riti, di emozioni e di nuove speranze.