Cosa fa un “buon” genitore? Fornisce diversi gradi di autonomia, ai figli, commisurandoli con le capacità raggiunte dai pargoli, rapportandole all’eta’ e al contesto esterno. E monitorando, a distanze variabili, come questi i muovono in termini di autonomia.
Sapendo sempre che dovrà sentirsi un babbione spaventato, un paleontosauro, una/o che non “da” la giusta misura di fiducia.
Va bene così. Certo che è un lavoro che prevede una certa scientificità, che va oltre le doti di autonomia del figlio/a (che pure saranno valutate con cura)
- età e sesso
- dove il pargolo/a si muove? territori conosciuti o meno?
- in gruppo o meno (con coetanei, compagni più piccoli? più grandi?)
- in presenza di adulti affidabili o meno, cui delegare una occhiata consapevole
- è possibile un monitoraggio a distanza?
- c’è la reperibilità telefonica? (in entrata e in uscita)
- monitoraggio dei tempi di rientro all’ovile
- valutazione del grado di autonomia, della capacità del pargolo/a di saper stare nei contesti, capacità di attenzione ed intuito.
Detto ciò se il pargolo è in realtà una pargola nella fase adolescenza in transizione, i dubbi si affiancano alle procedure di controllo.
E tutto si pervade di una considerazione smarrita, come cavolo si fa spiegare che:
- “gli altri ” (anche quelli amichevoli) vanno soppesati, esaminando i fattori di rischio,
- questi stramaledetti dati sulla violenza verso le donne, dicono che questa è in aumento
- che l’intuito va affinato di continuo, e che ci sono rischi e rischi
- che tanto il coraggio che la paura vanno esercitati così come l’intelligenza
- che è fondamentale mettersi alla prova, ma la roulette russa può non essere una bella idea
- che il corpo è fondamentale per provare piacere, sentirsi vivi, imparare, sperimentare, ma il corpo è anche “tuo” e in quanto tale va trattato. E a parte te nessun’altro saprà esattamente fino a che punto averne cura (tu sei il tuo corpo, non “hai” un corpo)
Acc!
5 agosto 2012 alle 07:43
non hai un corpo perchè il corpo è tuo cioè sei tu in quel corpo di cui devi saper gestire necessità,rischi,verifiche.Il corpo è fonte di piacere ,ti consente di sentirti vova,ma il corpo sei “tu” e devi saper mantenere le distanze anche dai vicinissimi.Sei bella e prorompente,vi è il giusto desiderio di giocare ed in quel gioco devi poterti allenare per dire,non con pensiero sacramentale,ma quale persona :non ti accetto.
5 agosto 2012 alle 08:06
grazie Alfredo. Mi sembra una splendida cosa da insegnare a giovanissime e giovanissimi …. 🙂
5 agosto 2012 alle 14:04
spero di poterti seguire spesso perchè trattasi di cultura della vita che ci pone in relazione con il mondo,comunque esso si presenti
i buona sera ciao alfredo