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Zone Temporaneamente Autonome

Autonomia tra ingenuità, attenzioni, e libertà di essere ciò che si è

3 commenti

Cosa fa un “buon” genitore? Fornisce diversi gradi di autonomia, ai figli, commisurandoli con le capacità raggiunte dai pargoli, rapportandole all’eta’ e al contesto esterno. E monitorando, a distanze variabili, come questi i muovono in termini di autonomia.

Sapendo sempre che dovrà sentirsi un babbione spaventato, un paleontosauro, una/o che non “da” la giusta misura di fiducia.

Va bene così. Certo che è un lavoro che prevede una certa scientificità, che va oltre le doti di autonomia del figlio/a (che pure saranno valutate con cura)

  1. età e sesso
  2. dove il pargolo/a si muove? territori conosciuti o meno?
  3. in gruppo o meno (con coetanei, compagni più piccoli? più grandi?)
  4. in presenza di adulti affidabili o meno, cui delegare una occhiata consapevole
  5. è possibile un monitoraggio a distanza?
  6. c’è la reperibilità telefonica? (in entrata e in uscita)
  7. monitoraggio dei tempi di rientro all’ovile
  8. valutazione del grado di autonomia, della capacità del pargolo/a di saper stare nei contesti, capacità di attenzione ed intuito.

Detto ciò se il pargolo è in realtà una pargola nella fase adolescenza in transizione, i dubbi si affiancano alle procedure di controllo.

E tutto si pervade di una considerazione smarrita, come cavolo si fa spiegare che:

  • “gli altri ” (anche quelli amichevoli) vanno soppesati, esaminando i fattori di rischio,
  • questi stramaledetti dati sulla violenza verso le donne, dicono che questa è in aumento
  • che l’intuito va affinato di continuo, e che ci sono rischi e rischi
  • che tanto il coraggio che la paura vanno esercitati così come l’intelligenza
  • che è fondamentale mettersi alla prova, ma la roulette russa può non essere una bella idea
  • che il corpo è fondamentale per provare piacere, sentirsi vivi, imparare, sperimentare, ma il corpo è anche “tuo” e in quanto tale va trattato. E a parte te nessun’altro saprà esattamente fino a che punto averne cura (tu sei il tuo corpo, non “hai” un corpo)

Acc!

3 thoughts on “Autonomia tra ingenuità, attenzioni, e libertà di essere ciò che si è

  1. non hai un corpo perchè il corpo è tuo cioè sei tu in quel corpo di cui devi saper gestire necessità,rischi,verifiche.Il corpo è fonte di piacere ,ti consente di sentirti vova,ma il corpo sei “tu” e devi saper mantenere le distanze anche dai vicinissimi.Sei bella e prorompente,vi è il giusto desiderio di giocare ed in quel gioco devi poterti allenare per dire,non con pensiero sacramentale,ma quale persona :non ti accetto.

  2. grazie Alfredo. Mi sembra una splendida cosa da insegnare a giovanissime e giovanissimi …. 🙂

  3. spero di poterti seguire spesso perchè trattasi di cultura della vita che ci pone in relazione con il mondo,comunque esso si presenti
    i buona sera ciao alfredo

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