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Visionarie, capitane coraggiose o organizzatrici …

1 Commento

Conosco un paio di signore che, dopo una vita professionale di alto profilo, continuano a partecipare alla vita sociale, assolvendo nel mondo associazionistico ruoli importanti. Sembrano usare le medesime doti che hanno usato nel mondo del lavoro, capacita’ organizzativa, di leadership, e comunicazione efficace. E lo dichiarano. 

Ma passiamo oltre: è ormai riconosciuta l’importanza della partecipazione delle donne al mondo del lavoro, culturale, politico, proprio per alcune di queste doti “femminili”, capacita’ organizzativa, comunicativa, empatica … Insomma non si va al di la del conosciuto… Sono le stesse doti familiari e casalinghe in cui le donne si sono applicate da sempre.

Per ora l’orizzonte non sembra mostrarci visionarie (nello stile di un visionario Steve Jobs tanto per citarne uno, e sufficientemente, noto), o capitane coraggiose, esploratrici, navigatrici, innovatrici, capaci di guardare oltre e vedere mondi possibili.

La necessita’, tutt’ora in corso,  di recuperare  luoghi e voce di legittimare “il femminile”,  sempre rimesso in discussioni da culture e politiche,  vincola grandemente lo spazio di azione, che andrebbe forse sdoganato e liberato, almeno nel pensiero, da questo vincolo; per darsi tutto lo spazio e il tempo per “inventare”… Per non giocare sempre a riempire gli spazi o gli orizzonti altrui, ma per cominciare ad imporne e inventarne di nuovi.

Mi piace pensare che la strada sia questa; quella destinata realmente ad offrirci cambiamenti di scenari.

Ne conoscete?

One thought on “Visionarie, capitane coraggiose o organizzatrici …

  1. la presenza di donne che intelligentemente ed anche con audacia tentano di liberare di ed innovare il campo sociale da detriti di vecchie padronanze ve ne sono ma se ne parla poco,considerando la quotidianità dell’azione che rifugge dal populismo.Può essere utile seguire quanto accade nelle scuole,non tutte certamente,dove le insegnanti EDUCANO i ragazzi a vivere in un modo più dignitoso per loro stessi e pe la società.Si può fare un salto di qualità se si tengono presenti le diverse scuole, riconosciute da organismi istituzionali,in funzione in gran parte dell’Italia,dove insegnanti ,specie femminili, educano generazioni di giovani adulti e vecchi per un diverso modo di comunicare,per un diverso modo di accettare gli altri che vivono in un mondo dove vige l’imperativo categorico”IO”sono e non gli altri.

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