Come non quotare queste riflessioni sulla scuola?
Ma aggiungiamoci anche un pezzetto. Che si legge nell’aspettativa che dall’alto qualcosa di muova, e per una illuminazione di ordine superiore, i programmi scolastici cambino.
Eppure …
Eppure le scuole sono “abitate” professionalmente, in numero maggiore, da donne (dalle dirigenti alle bidelle).
Eppure …
Sono in maggioranza le donne che educano e insegnano a bambine e bambini sin dall’infanzia.
Eppure … A fronte di una classe politica vecchia e misogina … La potenza numerica delle donne nella scuola non vale nulla.
Si dira’ non si possono sovvertire le regole, i programmi, gli stili istituzionali…
Mille scuse legittime si potranno accampare. Con una buona dose di ragioni!
Eppure anche senza programmi si potra’ raccontare del valore dell’esser donne, del saper insegnare e trasmettere, di donne che han fatto “buone cose” anche in assenza di sufficienti informazioni, scritte sui libri.
Pensando che potenzialmente tra quelle bimbe e quei bimbi, ci sono i futuri autori/autrici, dei libri di testo, i ricercatori e le ricercatrici, le donne e gli uomini della politica, della cultura e tutti quelli che cambieranno “in potenza” ciò’ che accadrà.
E’ un bel potere da esercitare con responsabilità ed intelligenza, ma e’ da li’, da quella scuola che tutti siamo passati e passeranno i nostri figli.
E mentre attendiamo che qualcosa lassù succeda, nulla ci vieta di agire, quaggiù, nel piccolo e nel qui ed ora.
Preparando un futuro persone (uomini e donne) capaci di stendere programmi ministeriali e di esame, di concorso, di studio più’ rispettosi della complessità culturale e del ruolo sociale delle donne …
30 settembre 2012 alle 18:55
e hai perfettamente ragione, noi continueremo a scrivere, educare, parlare. E vivere il cambiamento che vogliamo.
2 ottobre 2012 alle 16:46
la scuola è stata sempre unma forma dirivoluzione silenziosa dove èmolto difficile porre il detto eterno”il nemico ti ascolta”;La scuola e per essa i oicenti rappresentano veramente un problema per i logos di partito,per le caste.Le eccezioni non mancano confortate specie allìestero da lauree preconfezionate.Nel nostro paese vi sono,per fortuna docenti che vivono la loro attività di insegnamento con professionaliotà intessuta di valori.Speriamo bene
4 ottobre 2012 alle 08:54
Il problema è che questi docenti, stanti i risultati, sono la grande minoranza; e non dico risultati scolastici ma risultati sociali e culturali ….