Mi arriva, via mail, questa bella storia, che rinnova la convinzione che pregiudizi, razzismi, ottusità non ci aiutano. Mai. Non a crescere né a restare umani.
Giovedì 2 maggio. XXX, fermata bus davanti alla stazione.
Sono in attesa del bus che mi riporti a XXXX, vicino a me una giovane signora dalle evidenti origini magrebine. Mi chiede, in un italiano ancora stentato, se sto andando a XXX (o XXXXXX);
mi spiega che va dalla figlia che ha tre bambini dai sette ad un anno, avuti col parto cesareo.
Lei, dice, non ha marito e quello della figlia è in Marocco; almeno così mi pare di capire.
Si informa se anch’io ho figli e nipoti…e così mi ritrovo a dire ad una perfetta sconosciuta delle mie due meravigliose nipotine.
Arriva il bus per XXXXXXX. E’ il suo…
Ci salutiamo, lei mi bacia su entrambe le guance dicendo: ” mi piaci!”. Io stupita le dico “arrivederci”.
Nessuno nella mia lunga vita, né italiano né straniero, né uomo né donna, né amico né conoscente, mi aveva mai salutato con tanta spontanea semplicità.
W l’africa, la sua gente, il suoi deserti, la sua storia.
6 Maggio 2013 alle 22:50
Al momento vivo in Africa,in Tunisia. Dopo i primi due mesi passati a guardare le cose con occhi da turista, ora , mi rendo conto, che l’umanità non è un fattore culturale,ma varia sensibilmente da persona a persona, a prescindere dal popolo d’appartenenza.Mi sento sempre meno italiana o occidentale che dir si voglia,e sempre più affiliata a quella moltitudine di uomini e donne che lottano per non abbrutire e restare umane nel senso più bello di questa parola.
7 Maggio 2013 alle 17:30
Chiusa perfetta, Chiara. Non si poteva dire meglio. 🙂