Il mio ipad è completamente invaso dalle foto della minima, che oltre a giocare con le varie app scaricate, si diletta a fotografate cane gatti, divano, tv, muri .. insomma sperimenta i piaceri della fotografia a ripetizione.
Poi fotografa se stessa. Facce buffissime e serissime, stranissime ( soprattutto tenerissime agli occhi di sua madre).
Ma il selfie … orrore! Esperti, espertoni, opininisti, fancazzisti web dicono che è il male, la patologia del nostro tempo, l’incertezza dell’immagine di se, il narciso fragile che si dichiara al mondo.
La minina non pubblica le sue immagini, ma le fa.
Forse è meno grave?
Gli smartphone con doppia ottica facilitano l’incontro con l’immagine di se. Una immagine statica e non dinamica, come è quella nel riflesso di uno specchio.
Non so quale sia la risposta sociopsicopoliticoantropologica giusta al selfie, e se dobbiamo interpretarli come segnali effettivamente gravi.
La grande si è fatta un paio di foto molto belle, e la piccola ci gioca. Dramma educativo, o no?
Eppure il genere non è nuovo. Anzi gli artisti lo hanno sempre praticato, cercando se stessi, o di comprendere la propria forma dinamica e statica. A questo punto trovo legittimo sospendere il giudizio e aspettare letture e altre possibili interpretazioni del fenomeno.