E loro sono amici miei 🙂
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Leggere non è leggère
Era tra propositi impliciti del nuovo anno 2011.
Scrivere ha la sua contropartita.
Leggere. All’inizio pensavo libri, libri, libri, ma da un pò i testi li trovo in rete, nei blog, nei link, nei tweet. Narrazioni
Ma se mi mancano da morire le pagine scritte, il toccare la carta, mi mancano anche gli incontri nei blog …
Stasera, mi metto a passare per i blog che stanno sulla sidebar, vado a trovare un sacco di persone che sono lì, sempre, ma che bisogna andare a trovarle … per trovarle.
Qualcuna/o lo intreccio su faccialibro, altri su twitter ..
Spesso sono i primi, e assai più spesso, le prime blogger che ho seguito ..
Emily, Barbara, Erinni, Graz, la prof, Lucia, Piattinis, Bianca, Desian ..
‘Sta sera leggerle mi addolora, deve essere la nebbia, il periodo postnatalizio, la ripresa, l’umidiccio freddo di queste serate di ripresa.
(porca miseria!)
Anche le cose narrate con leggerezza, poi non sono mai così leggere, o spigliate mi evocano un fondo di tristezza.
Alle volte anche solo per l’ingiustizia che sta sotto traccia.
Dedico il disegno un pò a tutte, e a quei due pezzettini di cuore che dormono, nei loro letti.
Domani cerco più leggerezza, per loro e per me.
Arrivano gli sposi ….
(sto sverniciando, grattando, rubando ad una tintura plastiva – di plastica – i muri della nuova casa … scrivere un post è un piccolo furto al mio nuovo tempo da magutt = muratore…olè)
Ecco faccio una premessa il tempo che trascorro davanti al video si divide in due settori precisi il giallo e il rosa.
Sul giallo lascio ad altri post la sua definizione, sul rosa invece mi inoltro visto che si connette al post presente.
Rosa ma reality e quindi faccio intrigare a un fantastico re delle torte italo-americano che produce capolavori in fondente, cereali
e altre quisquilie ipercaloriche, per ogni occasione speciale
e rituale ecco che dal suo team di gaudenti, paffuti, e brillanti artisti del dolce escono miracoli dell’arte dociaria.
la classe non è acqua, e io vorrei stare ore ed ora a guardare come si fanno quelle meraviglie, che peraltro poco golosa come sono,
nemmeno saprei gustare …ma la mia vista si bea di tanta arte.
Rosa e sposi, mi piacciono gli eccessi che producono un paio di wedding planner, la loro capacità di creare eventi, di dare ad ogni matrimonio
una verniciata di splendore e meraviglia, di trovare idee creative per rendere un evento e un rito un momento indimenticabile.
Ammetto che è anche la passione per i dettagli, la fantasia, la capacità organizzativa che mi inzigano nella questione “planner”.
Poi c’è il rosa lezioso dei due ” fashion planner ” che spiegano come vestirsi a serate al lavoro nello svago. Indicando dettagli di stile, forme proporzioni, colori
Per come detta il glamour e il fashion. Cose del tutto improbabili per me … Tacchi plateau pochette animalier ….
Sono eccessi che non mi appartengono e non saprei gestire, metter sempre la scarpa col tacco?
Naaaaaaaaaa.Sscollature,
ingioellamenti, dettagli bon ton da signora??? Naaaaaaaaa. non ce la posso fare.
Anche se avessi un budget degno di nota, alla fine non riuscerei a modificare così tanto il mio stile,
finirei per ricadere sempre nei miei deja vu stilistici. Mi rilassa e diverte scoprire come si ci si deve agghindare per le occasioni mondane.
Ma anche mii fa sentire estranea come ogni volta che vado a milano, e mi trovo a passaeggiare nel overdressing milanese, nella ricerca del dettaglio che personalizza,
che individualizza, come se ci fosse il timore di perdersi. Ma senza dilungarmi ancora dico che mi piace, un pò come guardare il re delle torte, o la realizzazione logistica
di un matrimonio pefetto.
Recentemente una coppia di amici si è sposata, come si conviene oggi, e nel mondo in cui vivo io …
dopo una convivenza e la nascita di una bimba, amica di cuore della minina.
Strano lo scatto generazionale e/o culturale, che osservo, attorno a me; infatti dei matrimoni recenti cui ho/abbiamo partecipato nella maggior
parte dei casi era successivo a convivenza pluriennali e magari alla nascita di uno o più pargoli.
Ma alla fine quando si arriva al fatidico giorno, volenti o nolenti si cercano i dettagli che rendano quel giorno speciale, si rintuzza, si recalcitra,
ci si schermisce ci si disingaggia o si cerca una formula light, o a basso impatto ambientale, o economico, o a km zero ma alla fine ci si trova insieme
per dare valore a quella scelta.
Non ce la facciamo a non cercare riti. Ma alla fine va bene così. Abbiamo la necessità di avere memoria di alcuni eventi che facciano da tappa, da svolta
a cui volgere lo sguardo nei momenti belli e brutti ma successivi.
Non possiamo esismerci dal rendere atto alla scelta, dal renderla più pregnante, di grave, più rituale. Lo facciamo rivolgendoci ai rituali che conosciamo e riconosciamo,
che possiamo usare, nonostante lo schermirci inziale.
Ma i passaggi rituali ci occorrono, ci confinano entro un campo di esperienza.
Abiti nuovi, anelli, rito, riso, amici e cibo.
Evviva gli sposi!