PONTITIBETANI

Zone Temporaneamente Autonome


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Popolare

Fra i vari lavori svolti, nei periodi precari del passato e della gavetta, c’e’ stata l’assistenza domiciliare di persone anziane, pagata dal comune. Va da se che appunto per questo ci recavamo, con le colleghe, nei quartieri popolari. Uno dei benefit del welfare sociale per non lasciare soli gli anziani in citta’. Si portavano pasti caldi, o una mano con la casa, la spesa, la salute, la cura di se.
Varie cose ci sarebbero da raccontare, entrare nelle case delle persone, spacca sempre il mondo e offre micro mondi tutti da scoprire. Ne ho un ricordo dolce e amaro, e prezioso.

Ma ciò’ che trattengo e si riverbera ancora oggi, e che mi indigna, in questa nuova fase “ambientalista” della vita, sono le case popolari.

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Comitatologia

E’ la novità per l’anno del maya, un bel comitato a plusavalore familiare e di coppia per bloccare una mega di discrica di amianto, ad un passo da casa. Abbiamo già raccolto firme, cacerozolato (mi morì anche il pentolino), fatto castagnate, risottate, calcioballilate, riunioni, convegno, comunicati stampa.  Continua a leggere


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quando fa un pò schifo

Della scoperta di vivere in una zona agricola candidata a discarica diffusa, mi turba parecchio. Mi turba anche di più pensare come molti amministratori locali, in affanno economico per i loro comuni, consorzi, si dispongano a svendere ambiente, salute, terra per un ricavo più o meno cospicuo, ma senza tenere in alcuna considerazione – nella prospettiva di lunga durata – del danno ambientale, dei rischi per la salute, dei costi futuri. E’ sempre meglio la gallina oggi, pare.

Ma il peggio è sentire che l’indignazione legittima verso i pieni regionali che ci candidano, scarico fognario italiano, per via di liquami, fanghi industriali, amianto e quisquilie varie, si sfuma e si infanga essa stessa.

Così si scopre  e si sente dire, con olimpica calma, che è brutto avere tra i rifiuti, i peggiori, quelli che son peggio dei peggiori: gli esseri umani.

Nella fattispecie i soliti capri espiatori nazionali, i rom. Che cacciati via da ovunque, da qui e da la, si avvicinano “minacciosamente” ad una terra ritenuta preziosa  … Cosa ruberanno l’amianto? In fondo la politica lo ritiene un affare d’oro. Eccoli di nuovo a difendere l’ambiente, non dagli interessi di pochi, ma dagli ultimi tra gli ultimi.

La cosa fa un pò schifo, ma il razzismo è così.

La colonna sonora del post è la stessa dell’esorcista, Tubolar bells di Mike Olfield, e questo non è un post natalizio.