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Acqua del sindaco

Abbiamo la casetta dell’acqua, anche noi!
Da un annetto quasi!
E attorno a noi, paese dopo paese, ‘ste casette proliferano proprio come zanzare (siamo in terra di risaie il paragone e’ d’obbligo)

Meraviglia
… avete in mente le chiare fresche e dolci acque, ma (ed anche) in versione gasata!?
Bottiglie di vetro che, con pochi centesimi, tornano a casa piene di quell’oro blu.

Avete sete?
Andate alla casetta dell’acque e riempite un qualsivoglia contenitore, fresca (liscia o gasata) acqua.
Oppure guardatela così:
– niente plastica ma solo vetro, niente scarti e inquinamento, riduciamo anche il volume dei rifiuti;
– e’ anche più gradevole dell’acqua dell’acquedotto.

La quale arrivando dall’acquedotto sempre acqua del sindaco sarebbe, almeno a rigor di logica o di referendum; insomma pubblica e di tutti, ma mantiene qual retrogusto di non so che. Invece l’acqua della casetta e’ proprio più buona!
Non scherzo.

Va bene non e’ del tutto pubblica, ma son centesimi che si pagano volentieri.

Adesso poi con una bella tessera magnetica, il procedimento e’ ancora più agevole, tolta la monetaglia … Via di tecnologia e banda magnetica.

E poi tessera e’ solo per “noi” cittadini…

Con buona pace dell’acqua pubblica, dell’accoglienza e quant’altro ci si possa aggiungere.
E se sei un “maledetto straniero” (pellerossa, o yankee, o alieno marziano), la mia acqua non e’ la tua acqua, non hai la tessera e non bevi.

Vai al bar, vacci…

Ci si sente un poco estraniati:
vedi la casetta, accosti per bere, hai qualche centesimo in tasca … Ma se non sei tesserato (ovvero residente) la sete te la tieni.
Un po’ come un miraggio.

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Vendendo patate

Ormai spesso si legge che le “femministe” sono stufe di vedere che gli attributi sessuali femminili sono ormai l’unico modo per vendere qualcosa. Anche questa è comunque una banalizzazione giornalistica che fa assai comodo.  Continua a leggere


1 Commento

Ammiccamenti collusivi

Pubblicita’ pre scuola in noto canale satellitare per pupi.
Lo zainetto, lo si evince dallo stile del video, e’ destinato a maschietti di 11/13 anni, con propensioni da skaters (lo zainetto porta e regala anche lo skate).

I quali maschietti, stante la narrazione, si danno ad abili evoluzioni, e nel tornare a cas … spintonano (solo un poco) un simpatico signore in giacca e cravatta.

Infine uno dei ragazzetti, finailmente a casa, ammiccando evidentemente (lo spettatore, ammiccante e collusivo) fa intendere di non essere andato a scuola. Ovviamente mentre dice, alla mamma, il contrario.

Cioe’ – così io intendo – che fare i bulletti, non andare a scuola, raccontare balle alla propria madre, “fa figo”.

Magari e’ un rito di iniziazione che li rendera’ uomini migliori, e io non l’ho capito;
ma quei furbissimi pubblicitari si!

Resta il fatto che se avessi un figlio maschio che mi chiedesse il malefico aggeggio, passerei – per default – a modalita’ calci nel sedere “a due a due, tanto che da pari diventan dispari”.

Sicuramente è una bazzecola rispetto a quello passa in tv, ma certo è che per andare a scuola sembra prescrittivo: per le femmine assumere l’identità “velineggiante”, stupidina, civettuola  e modaiola, per i maschi restano le barzellette, il calcio, e ben10.

Vivaddio che i pubblicitari fanno innovazione culturale, seguendo la vita reale e vera e ci regalano il bulletto.