invitati lei e lui.
solita cena di postfestaggiamento natalizio d’obbligo o quasi … con pizza da asporto e tortina preconfezionata; robe da poco impegno dopo la ridda di affetti in cui ci siamo avvoltolati in questi gg.
una cena dovuta, s’ha da farla!
e poi c’era la concomitanza con una gravidanza cominciata dopo anni di fallimenti,con la compartecipazione per un evento che ci pareva bello.
è la prima donna (che incontro) che non ha avuto nulla da dire sulla sua pancia o il suo bimbo in arrivo, come se avesse una scatoletta di tonno in tasca.
un bambino desiderato a tal punto che …non se ne parla? non se ne sa parlare? non se ne vuole parlare? è difficile? pauroso? imbrazzante? privato?nemmeno il punto croce ( in cui lei si esercita una certa abilità)è riuscito ad avviare una conversazione), non le ecografie, ma nemmeno il lavoro lasciato per la pancia, o il futuro lavorativo incerto di lui.
non aveva niente da dire.
imbrazzo grande.
una maternità senza parole … è possibile?
un silenzio abbacinante.
per chi l’ha visto … era come stare in una visione in brutta copia ma in technicolor di uno splendido film dei fratelli coen: L’uomo che non c’era
« La vita mi ha servito delle mani perdenti, o magari non le ho sapute giocare, chissà … Ora volevo parlare, ma non avevo nessuno accanto a me: ero un fantasma, non vedevo nessuno, e nessuno vedeva me. Ero il barbiere … » |
(Ed Crane – B.B.Thornton)