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un gran bel bel bel bel paese (il paese dell’amore)

uè ….

lo dicono in tivvù e persino al tiggì, che siamo un paese bellissimo, coltissimo, civilissimo, intelligentissimo (la colpa è di chi non ci capisce)

che ‘sti scrausi dei gggiiiovani ci rovinano la bella lingua italica parlandosi come idioti a suon di sms (qnd c vdm? dmn!). (Colpa dei giovani è ovvio, noi adulti si che siam realmente capaci di … parlare)

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che siamo il paese puù bello del mondo, vabbè!   (si vede che l’india fa schifo…..!!?)

e con i più bei paesaggi al mondo (vero!! il deserto, e il grand canyon son bruttini forte!)

siamo il paese dell’ammmmmmore (già a rosarno si vedeva amore come se piovessero bastonate)

Polizia e immigrati a Rosarno

ci pensate?

che idiota che sono?

ho insegnato a mia figlia grande che l’esser solo belli fuori e vuoti dentro non è un granchè!

e che una persona fuori bellissima ma il cui interno è categorizzabile nella lista: stronzo/a,è e resta solo uno o una stronzo/a!

che mi sia sbagliata?

bello fuori equivale a bello dentro?

allora si. siamo il bel paese, ancora, nonostante, tutt’ora, tutt’oggi


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non aveva niente da dire

invitati lei e lui.

solita cena di postfestaggiamento natalizio d’obbligo o quasi … con pizza da asporto e tortina preconfezionata; robe da poco impegno dopo la ridda di affetti in cui ci siamo avvoltolati in questi gg.

una cena dovuta, s’ha da farla!

e poi c’era la concomitanza con una gravidanza cominciata dopo anni di fallimenti,con la compartecipazione per un evento che ci pareva bello.

è la prima donna (che incontro) che non ha avuto nulla da dire sulla sua pancia o il suo bimbo in arrivo, come se avesse una scatoletta di tonno in tasca.

un bambino desiderato a tal punto che  …non se ne parla? non se ne sa parlare? non se ne vuole parlare? è difficile? pauroso? imbrazzante? privato?nemmeno il punto croce ( in cui lei si esercita una certa abilità)è riuscito ad avviare una conversazione), non le ecografie, ma nemmeno il lavoro lasciato per la pancia, o il futuro lavorativo incerto di lui.

non aveva niente da dire.

imbrazzo grande.

una maternità senza parole … è possibile?

un silenzio abbacinante.

per chi l’ha visto …  era come stare in una visione in brutta copia ma in technicolor di uno splendido film dei fratelli coen: L’uomo che non c’era

« La vita mi ha servito delle mani perdenti, o magari non le ho sapute giocare, chissà … Ora volevo parlare, ma non avevo nessuno accanto a me: ero un fantasma, non vedevo nessuno, e nessuno vedeva me. Ero il barbiere … »

(Ed Crane – B.B.Thornton)


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dialetto

ho studiato, lo giuro, l’inglese 3 anni alle medie, 5 alle superiori, 1 all’università (superando l’esame al primo colpo).
ammetto la colpa di non aver dedicato del tempo alla lettura quotidiana dei giornali, almeno quelli, in inglese …
peraltro, senza averlo studiato, riesco a leggere più agevolmente un giornale in francese o opzionalmente in spagnolo.
così da quando bazzico il blog e l’html, il css e alcuni manualetti d’uso di ammennicoli tecnologici comprendo meglio la mia grande lacuna, e pertanto, dove posso,  shifto e leggo lingue più a me consone.
ultimamente mi sforzo anche di comprendere l’astruso dialetto parlato nel micropaese in cui mi trovo a vivere.
ma mi chiedo l’utilità di insegnarlo a scuola, visto che i bimbi spesso lo imparano dai nonni ed in casa e tanto occorrerà in caso nella loro vita, e mi chiedo pure se non sarebbe meglio insegnare l’inglese e verificare che resti ben piantato nella testa degli studenti …
insegnarlo così tanto che detti bambini, come dice vincenzo cerami sull’unità di ieri, possano realmente  proiettarsi sul” loro futuro concreto, di cittadini nel mondo” …
siamo come al solito all’ennesimo mono pensiero. 
monopensiero fuoriuscito dal mono neurone che alcuni politici,  peraltro usano, come un libro nel bookcrossing … prestandoselo l’un con l’altro.