PONTITIBETANI

Zone Temporaneamente Autonome


Lascia un commento

Mini selfie

Il mio ipad è completamente invaso dalle foto della minima, che oltre a giocare con le varie app scaricate, si diletta a fotografate cane gatti, divano, tv, muri .. insomma sperimenta i piaceri della fotografia a ripetizione.

Poi fotografa se stessa. Facce buffissime e serissime, stranissime ( soprattutto tenerissime agli occhi di sua madre).

Ma il selfie … orrore! Esperti, espertoni, opininisti, fancazzisti web dicono che è il male, la patologia del nostro tempo, l’incertezza dell’immagine di se, il narciso fragile che si dichiara al mondo.

La minina non pubblica le sue immagini, ma le fa.

Forse è meno grave?

Gli smartphone con doppia ottica facilitano l’incontro con l’immagine di se. Una immagine statica e non dinamica, come è quella nel riflesso di uno specchio.

Non so quale sia la risposta sociopsicopoliticoantropologica giusta al selfie, e se dobbiamo interpretarli come segnali effettivamente gravi.

La grande si è fatta un paio di foto molto belle, e la piccola ci gioca. Dramma educativo, o no?

Eppure il genere non è nuovo. Anzi gli artisti lo hanno sempre praticato, cercando se stessi, o di comprendere la propria forma dinamica e statica. A questo punto trovo legittimo sospendere il  giudizio e aspettare letture e altre possibili interpretazioni del fenomeno.

ImmagineSchermata 2014-03-15 alle 07.23.18

Schermata 2014-03-15 alle 07.23.06


1 Commento

C’è del pedagogico in transilvania

Dopo la serata di cui alla locandina, e attraverso alcuni dubbi emersi… ho capito che il web è ancora rappresentativo di un mondo a parte.

C’è chi ne fa un uso inconsulto e chi tema se ne faccia un uso inconsulto, c’è troppa informazione, e il dubbio che non la si sappia usate, c’è il timore che dietro lo schermo ci stiano i brutti pensieri di qualcuno. 

Tutti dubbi leciti e legittimi, peccato che proprio questi dubbi, mi ricordino quanta attenzione si debba fare anche verso certi vampiri si nascondono in real life. Ci sono le  chimere, le sirene, e i lupi travestiti da mamma capra: metafore e storie che narrano e spiegano da generazioni l’attenzione che si deve (anche) porre nell’incontro con gli altri.

Tanto quanto, nel mondo degli oggetti e nel mondo web.

Continua a leggere