Mille e passa km di guida notturna, per facilitare il primo lungo viaggio della piccola.
Un breve sonno in autogrill e ci accoglie il sole pugliese.
Fosse solo quello!
Intanto mai visti tanti olivi, e lo splendore di un parco di soli olivi centenari.
Annodati su se stessi, tutti splendidamente contorti.
Soprattutto ovunque, lasciati (forse in segno di rispetto?) anche sui piazzali di alcune aziende, a condividere pigramente lo spazio con i macchinari.
Strade belle e ben tenute.
E poi parchi eolici.
Anche qui si deve esser ridondanti … Sono collocati ovuque, ora sparuti drappelli, ora in lunghe file, a ronzare pigramente nel loro roteare di pale.
Dove non c’e’ l’eolico spunta il fotovoltaico, ora a sostituire un campo, ora a fare da tettoia alle auto di una grande concessionaria.
Una diffusione disinvolta, quasi ovvia e scontata. Che ha dello stupefacente per una ex milanese, che vive nella “piattura” padana, tra monoculture intensive e raffinerie che sembran astronavi.
E poi la terra. Una terra meraviglisamente policroma, ora grigia, ora rosso fuoco, ora quasi bianca, che accoglie olivi, alberi da frutta, frumento, viti, oleandri, pini marittimi, eucalipti, fichi d’india.
Ma dove siamo?
La terra sembra parlare di cura e attenzione, le autostrade strade sono bellissime e organizzate. Mi scuotono,con un brivido, via dal sonno le pensiline fotovoltaiche, che mi sono apparse gia’ di notte, dalle marche in poi.
Gli autogrill puliti e accoglienti.
Insomma tutto parla di cura dei luoghi e degli spazi, dove convivono uomini e natura.
Adesso ci godiamo la vacanza, ma la puglia ha semplicemente scosso alle basi l’idea che noi “del nord” ci facciamo di innovazione, dei temi ambientali, della cura del territorio.
Laddove vivo io, tra risaie, zanzare, (sempre meno), e ranocchie ..
la terra ha sempre un unico colore, e vive di enormi sacchi di fertilizzanti che la tengono produttiva.
Mi sa che abbiamo ancora qualcosa da capire, e poi da agire.