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8 marzo 2010 non è la festa della donna!

è la giornata internazionale della donna.

un distinguo sostanziale.

e una provocazione: allo spogliarello maschile andateci per la festa della mamma, l’addio al nubilato di mariuccia, o in uno sfottò per la festa del papà, o per curiosità; ci sta.

l’otto marzo invece ricordatevi che è una data importante, se non seria, e la parità non è guardare un uomo seminudo.

l’otto marzo riguarda opportunità di lavoro, libertà di scelta, garanzie relative alla maternità, possibiltà di essere se stesse, di partecipazione, responsabilità.


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Funerali

è di moda applaudire ai funerali.

incapaci di resistere all’attimo di silenzio che attornia una emozione.

la morte non è un atto di bravura, per quanto sia, certo, una opera prima, una prima volta.

(in realtà nemmeno un matrimonio lo è ma oramai si applaude a prescindere, azzerando gesti simbolici e momenti di silenzio).

si vive con l’applauso inside>tv docet?

che sia una prima risposta al post precedente?

wikipedia: alla voce applauso

L’applauso è fin dall’antichità un modo per esternare la propria approvazione e il proprio consenso a una o più persone. Già gli antichi romani applaudivano i gladiatori vittoriosi nelle arene. Tale manifestazione consiste nel battere i palmi delle mani ripetutamente producendo un suono secco e forte, che solitamente unito agli applausi di altre persone risulta simile a uno scroscio. Nell’ antica Mesopotamia gli applausi venivano utilizzati per coprire le grida delle vittime sacrificali durante i riti religiosi. Le situazioni che richiamano un applauso sono tipicamente individuabili al termine di spettacoli, concerti (al termine dei brani), recite teatrali, anche al seguito di battute particolarmente consone alla situazione e divertenti, eventi sportivi nei quali si vuole sottolineare la bravura del campione per il quale si fa il tifo.

un gesto imbecille? forse!