Sabato scorso ero ad una riunione per la formazione di una rete di comitati, così ho potuto osservare lo snodarsi di una serie di concetti di rete, che mi hanno incuriosito. O meglio, nessuno dei partecipanti e dei promotori ha realmente concettualizzato la sua idea di rete, ma tutti l’hanno agita, indiscutibilmente, mentre ragionavano di rete, di riunioni, di temi e di rapporti con altre reti.
La prima immagine (UNO) è assai simile quella della visione di rete che è “uscita”dalla riunione: la rete da pesca che raccoglie tutti, pesci piccoli o grandi, con un pescatore che si trascina dietro il pescato. Si rappresenta come è una struttura contenitiva e regolare, geometricamente prevedibile.
La seconda immagine (DUE) è quella della ragnatela, una struttura ancora regolare, mossa da un pensiero unitario (il ragno) i cui fili, nei loro snodi, vibrano ancora all’unisono. Anche questa immagine è pertinente allo sviluppo della riunione, c’è un coordinatore, delle teste pensanti, che tessono e tirano i fili.
Quello che invece non ho visto accadere – per ora – e’ la terza possibile rappresentazione di rete (TRE), quella che sta in analogia con il web. A me pare più probabile che la rete umana (costruenda) possa essere pensata come la rete web, dove gli snodi non sono geometricamente prevedibili, dove probabilmente si costruiscono e sviluppano, talvolta, anche indipendemente dalla volontà di coordinarla. Una rete che è più episodica, più complessa, strutturata su una pluralità di livelli e connessioni che si attivano, alle volte su un bisogno, una necessità, altre volte in modo capzioso. Una rete necessariamente più fluida, meno contenitiva, ma più snella e pronta ad attivarsi (o disperdersi in nessi poco efficaci).