E’ la novità per l’anno del maya, un bel comitato a plusavalore familiare e di coppia per bloccare una mega di discrica di amianto, ad un passo da casa. Abbiamo già raccolto firme, cacerozolato (mi morì anche il pentolino), fatto castagnate, risottate, calcioballilate, riunioni, convegno, comunicati stampa. Continua a leggere
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ponti d’ … amianto
Una delle innumerevoli cause della (mia) sparizione dal web è legata all’amianto.
Molto in sintesi, il 3 ottobre scopriamo che sotto gli alberelli vicino a casa (poco più di un paio di km) interreranno l’amianto divelto da qualche tetto lombardo.
Che simpatia! E che sorpresa! Una discarica posizionata esattamente a 50 mt dalla Raffineria Eni, che peraltro di recente, in virtù di sai quale grazia divina, s’è pure raddoppiata in altezza e larghezza. Che qui dicono, di inverno, alle volte nevica per via della raffineria e dei suoi nuvoloni di vapore, bello, bianco e morbido.
Comunque si dice una banalità, in fondo, quando si afferma che se saltasse la raffineria sventrerebbe la intera lomellina; e a quel punto cosa vuoi che sia una discarica che si polverizza, spargerendo amianto in maniera assai equanime. I tubi lo si vede, se passate di lì, si dipartono dalla raffineria e scorrono proprio accanto e sotto la costruenda discarica. Ma, si capisce, che a quel punto, l’amianto sarebbe l’ultimissimo dei nostri problemi. Non dei vostri, però! Ve la immaginate la nuvoletta di filamenti in amianto a passeggio per la Lombardia e oltre. Continua a leggere
Il Po è un cappuccino, i campi son zuppi e altre stranezze ambientali
Passando, sul Po, qui vicino, lo vedi è limaccioso e ribollente, d’un bel color cappuccino schiumato.
Pericolosamente in zona rossa. Si porta dietro legni frantumati e altro ancora.
I contadini nei campi limitrofi “pucciano” le zappe nelle pozze d’acqua, non assobite dal terreno. Perplessi.
Il vicino macrobiotico, mangia solo sano e biodinamico, non usa il cellulare per via delle radiazioni, e scrive ancora con una macchina da scrivere, anche se gestisce una piccola azienda.
Poi una si chiede ma dove sono le aree golenali?
E perchè ai simpaticissimi contadini non viene in mente che le miriadi di schifezze chimiche che sbattono nel terreno? E che magari , occasionalmente, incidono in un terreno ormai incapace di produrre o drenare?
E che senso ha farsi una menata per il computer se l’orribile magaraffineria è ad un manciata di km da qui??
Sembra che viviamo solo nel qui ed ora, e in scenari piccini piccò, come se il mondo attorno o futuro non esistesse. Come se bastasse essere vegetariani ( lo sono) per suggellare un patto di non belligeranza con il mondo. Come se restare perplessi davanti al dissesto idrogeologico bastasse e de-responsabilizzarsi davanti alla chimica massiccia. Come se non usare il cellulare ci mandasse in pari con la raffineria che ci impolvera terreni e polmoni.
E io non lo capisco.