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tu non mi dai soddisfazione …

dice la figlia grande….

perchè i genitori della compagna XYZ le fanno un sacco di feste quando la pargola prende un 7.

acc figlia grande tu prendi sempre ottimi voti, ti piace studiare e capire, e studi con facilità e sbrighi i compiti in breve tempo.

insomma ai bei voti ci sono abituata … (mica sei stata bocciata l’anno scorso come XYZ), cosa faccio festeggio ogni 8, e ogni 9 ed ogni 10?

sono fiera di te ma soprattutto della tua curiosità e applicazione, quasi semplice ed inevitabile.

certo la fierezza è meno spudorata dei festeggiamenti, è più intima e sotterranea, e non si vede un granchè .

mi fido di te e delle tue capacità.

ma anche la fiducia non si vede, e quando prendi un voto sotto lo standard (tipo 6 e mezzo), so che ti sforzerai e ci sforzeremo di capire cosa non è andato, cosa non è stato capito, se non ti sei impegnata, se la lezione era incasinata, insomma si tratterà di un semplice pit_stop …

magari ti festeggerò un pò di più quando dimostrerai che stare in casa significa cooperare e smettere quell’aria da principessa rana, che ti spunta sotto il naso talvolta … eh?


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la scuola, la grande, dell’imparare e dell’attraversare

Giovedì pomeriggio: I riunione delle scuola media, si parte con il disagio del non conoscere nessuno, genitori, spazio, tempistiche (2 ore e mezza), organizzazione del pomeriggio suddiviso in riunione sull’offerta formativa della scuola media, votazione dei rappresentanti di classe (si,  mi sono candidata) lunghe file in piedi per parlare 1o minuti e solo con 4 prof… gli altri nemmeno li ho visti.

Vabbè … c’era da fare e da capire cosa succedeva, ma ho rivisto nel ricordo mio padre a fare ciò che facevo io, lui nella mia scuola media, con il “mio” bidello Dario, nei corridoi tipici delle scuole, con l’attesa e il giudizio, e io oggi qui, lontana da allora, nel ruolo che fu suo, ma tanto simile a lui.

E’ stato bello re-immaginare il suo essere lì e le somiglianze con me oggi, quelle fisiche e quelle progettuali e propositive. Sento di aver preso il suo testimone, pronta a riattraversare la scuola, con/per la grande, con i professori e i genitori, cercando di uscirne cambiati.

La grande … è brava e lo hanno già visto i prof. E questo mi libera ulteriormente dall’esser lì per presidiare solo il suo percorso formativo, se sarò una rappresentante dei genitori;  non lo avrei fatto comunque in quel ruolo.

In ogni caso la scuola è per me un luogo di attraversamento il cui fine è imparare/insegnare, indipendentemente dalle capacità individuali: ci sarà chei si porta via 100, chi 1000, e chi 1. Non importa, l’importante è capire che quello è il luogo in cui si impara ad imparare, in cui si è valutati, e in cui occorre mostrare chiaramente cosa si è imparato. Si impara ad essere ascoltati in base alla propria capacità di fare e di fare, è un contenitore pensato per quello, poi si cresce e si va…. più capaci e competenti ognuno per ciò che sapeva e ch ha potuto fare….

Così ho pensato alla strutturazione del laboratorio per disabili che condurrò quest’anno, il IV, che vedrà la partecipazione di 2/3 persone non disabili. E’ buffo ma al di là delle competenze specifiche individuali, i disabili quest’anno sono quelli “abili”, quelli che sanno, che conoscono cosa fare, come farlo, e quelli che non sanno sono i nuovi arrivi, quelli che si chiamano usualmente “abili”, saranno loro ad essere in difficoltà, a non sapere, a sentirsi goffi ed impaccaiti, del “mio” gruppo so -per certo – che viaggeranno come fulmini, anche se alcuni non sanno parlare o si muovono con poca scioltezza….