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Tema: la scuola

Ho fatto la scuola come alunna,

come madre di due figlie (nei gradi di scuola che vanno dal nido alla scuola media),

come rappresentante dei genitori,

come educatrice responsabile di minori con difficoltà familiari,

come coordinatrice di servizi ai minori in comunità alloggio,

come coordinatrice di servizi per minori con difficoltà familiari,

come psicomotricista,

come educatrice (a scuola) di minori con disabilità di varia natura,

come professionista esterno che fornisce prestazioni “tecniche” ..

Ma da qualsiasi parte io l’abbia osservata l’incontro non è mai stato facile (o forse si solo da allieva, ed era allora  e temporibus illis), troppe volte ho incontrato un monolite organizzativo, troppo lento e troppo antico, troppo burocratizzato e troppo arroccato nella difesa dei suoi spazi, temi, diritti.

Frognerparken di Oslo - monolito  Foto orig su MinubeFrognerparken di Oslo – monolito Foto orig su Minube


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Ma vacci tu, a scuola

Ho una figlia, la grande, che galleggia svogliatamente nelle aule di una qualsiasi terza media, ma ciononostante ancora trasforma in esiti positivi le ore di studio.

In ogni caso, in quel limbo scolastico, si (probabilmente) nebulizzano sostanze psicotrope quali noia, fastidio e disgusto, offerte equanimemente a “prof” ed alunni.

Sarà il caso, sarà il piccolo paese, sarà la provincia, il provincialismo, la lomelina, il pavese, la pianura, la gelmini o il tunnel di neutrini, saranno i ragazzini, saranno le famiglie … ma quella scuola è un luogo di perdizione: si perde tempo, passione, piacere, voglie.

Hai voglia a fare la rappresentante di classe, non c’è speranza, e prima o poi entri anche tu nel tunnel dell’apatia.

Una luce flebile si intravvede, sono i giorni degli openday … Evvvvai!!! Si va per licei.

Immagine | design d'autore "... through the mist"Immagine | design d’autore “… through the mist”

Un turbinio di emozioni (materne) e ricordi fragranti come una brioches appena sfornata: occupazioni, manifestazioni studentesche, l’odore dei tram di Milano, la focaccia alle cipolle, la consistenza dei libri, la carta patinata di alcuni libri, i pennarelli colorati, la prof. di filosofia che ti fa innamorare di Eraclito e la compagna Simona che ti trascina a vedere quello carino della classe accanto, le tegole intravviste dalla finestra, studiare al parco d’estate. E le frustrazioni e i fallimenti, gli inciampi, eppure i liceo è tutto lì; un tempo magico dello studio. Nonostante. Mai vuoto o noioso.

Ma dovrei chiedere alle mie tante amiche/colleghe psico cosa succede. Non alla figlia, legittimamente presa dal panico, davanti alla scelta, una scelta che fa paura non tanto perchè ineluttabile, ma perchè obbliga a decidere, a imparare a differenziare, pensare, decidere, soppesare.  Io la rinfranco: ‘ché la vita, per fortuna, è rivoluzionaria e rivoluzionante. Il triplo salto carpiato, in fase di iscrizione all’università, è sempre lecito e plausibile. Il problema, per la figlia, è la scelta che indica che ora è possibile scegliere, e che il limbo, ora, lo si deve abbandonare.

Il problema per la madre è la stesso, scegliere; in una diversa declinazione nell’accompagnare alla scelta, nel dosare assunzione di responsabilità (mia) e libertà di espressione (sua), nel sapersi giostrare tra necessità di tutela e di spinta all’emancipazione. Ma una cosa mi è diventata chiara, dopo due mesi di crisi (vera) materna, la genitorialità impone sempre di ri-attraversare le proprie scelte, quelle dei propri genitori, per riattualizzarle o stravolgerle per una figlia che si impara a ri/conoscere di nuovo, non solo alla luce di quello che sa e vorrebbe studiare. Guardandola tra luci e penombre, pensando a quello che la strada della scuola gli potrà insegnare, spingendola lontano, verso altri mondi e saperi; inequivocabilmente diversi da quelli sino ad oggi masticati in casa….

E la madre, si ritrova in crisi e confusa, su un metalivello (s’intende, essere adulti ti ci  obbliga) ad essere in crisi anche sui metalivelli, in bilico sulle ambivalenze, in crisi con ambiguità …

In crisi come lei, quasi quattordicenne, che un pò comincia a scegliere per se, e tu che devi capire come e cosa scegliere, per quella lei che non è più piccina, per la donna che potrebbe essere, per quello che altri potrebbero insegnarle facendo convergere gli sguardi insieme, in modo nuovo, usando nuovi codici e nuove lenti.

Alla fine però, all’alba dello scegliere, scopri che anche tu stai indossando nuovi sguardi, e imparando che dovrai (saper) scegliere di meno e lasciare (andare)di più.


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Altre info sul 12 aprile 2011

12 aprile 2011

Giornata di blogging sulla scuola italiana

 

QUANDO

Il giorno 12 aprile 2011 dalle ore 10.00 in poi

COSA

Un gruppo di blogger a partire dalle 10.00 del mattino pubblicherà un post, sul proprio blog, per trattare una riflessione sulla scuola italiana.

Una scuola che vive del dialogo con la società e cultura che la circondano, scuola che (sia essa privata o pubblica) implode in se stessa se non dialoga con chi la conosce, la usa, la frequenta, ne fruisce o la costruisce con la propria competenza professionale.

COME

All’evento sarà possibile partecipare con il proprio blog, oppure seguendolo su facebook, e twitter.

CHI

Persone, blogger, genitori, insegnanti, professionisti, lavoratori, uomini, donne, cittadini che pensano sia interessante parlare e confrontarsi sul tema #ScuolaItaliana

Interverranno anche alcuni blogger che vivono all’estero e racconteranno la scuola che incontrano fuori dall’Italia, aiutando a comprendere i possibili scenari che contengono la scuola.

 

Questo evento è interamente indipendente e apartitico, contiamo sulla partecipazione di molti punti di vista diversi.

 

Questa azione fatta a blog e socialnetwork congiunti nasce da una semplice conversazione su twitter, e riconvoca un pò tutti nel fermarsi davanti alla “scuola”

Scuola che oggi sembra divisa tra pubblica e privata, si colloca tra difese e attacchi, e tra crisi e critiche, ma resta il luogo formativo in cui tutti siamo passati e in cui passeranno i figli, nostri o altrui.

Ovvero coloro che saranno gli uomini e le donne di domani, i cittadini e le cittadine, i professionisti, il lavoratori, la famiglie, la realtà di domani. Coloro che saranno chiamati a produrre la cultura, il sapere, la tecnologia,  la scienza, la cittadinanza. i cittadini, i professionisti, il lavoratori, la famiglie di domani, la politica.

 

Parleremo di una scuola che lasciata sola o senza controlli, formazione, supervisione, rischia di perder il suo orientamento; che senza rete, supporto, formazione, idee, creatività, sembra faticare ad esercitare il suo ruolo, sia essa privata o pubblica. Senza connessione e dialogo con il mondo attorno implode in se stessa.

 

Con questa azione apriamo il dialogo e il dibattito.

 

Non cambieremo la scuola, com’è ovvio, ma potremmo moltiplicare idee e pensieri – sulla scuola – e idee e pensieri quando sono sul web non sono mai persi.

 

 

Come partecipare e/o condividere l’evento in modo virale.

 

Partecipazione

  • condividere la pagina – su FB  – con i propri amici
  • da qui al 1 aprile 2011 postare (ripetutamente) l’evento su FACEBOOK e TWITTER, creando più possibilità di visibilità.
  • su TWITTER usare sempre l’hastags #scuolaitaliana

 

 

Condivisione Virale

 

  • TWITTER retwittare e rispondere ai twit, pubblicare i post o gli status Facebook, fatti da altri
  • preparare il proprio post, da pubblicare o sul proprio blog o sulle note di FACEBOOK l’8 aprile.  e dopo averlo pubblicato, lasciare il link sulla pagina dell’evento, così possiamo facilmente metterli tutti insieme
  • mandare email
  • (per i più esperti) Uno strumento molto comodo è Hoosuite.com che permette di mettere di programmare twit e status su twitter e Facebook nei giorni e orari voluti, usare testi un po’ diversi di volta in volta e mettere sempre il link all’evento