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disambiguare: lavoro ossia #coglioneNO e #visibilità

Se il fenomeno non esplodesse come la solita bolla web, per cui si gonfia, gonfi, gonfia si espande, scoppia e muore! Lo s-nodo interessante ci sarebbe, intanto vedetevi questo ma poi leggetevi  anche quest’altro.

E allora ho pensato a tutti i lavori invisibili, sottostimati e sottopagati, perché non sono cool, web, fashion.

Come scrive Blogger Creativa esiste un problema di visibilità, che riguarda davvero troppe persone e troppe storie, paradosso di una rete che mostra tanto, nascondendo altrettanto. Ma va bene così, visto che imparare a stare in rete, lascia aperta  (virtualmente a tutti) la possibilità di mostrare quello che sta oltre.

A me sta a cuore precisamente questa dimensione, visto che anche il mio soffre, come tanti altri lavori di un problema di visibilità, di narrazione, di restituzione di un valore sociale, culturale, economico. In tema leggete un post di Christian Sarno, che spiega molto bene il concetto di gratuità nel nostro ambito di lavoro.

Forse il meglio di una società (o il suo miglioramento) si crea quando si rende visibile il lavoro costante dei tanti, ogni giorno volti a sostenere quella società, quando si rende evidente che il lavoro va sostenuto e valorizzato, in ogni sua forma e dimensione, E retribuito con appropriatezza.

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Poi non importa se i lavori non risulteranno cool, creativi, belli, giovani, e simpatici, l’importante sarà aver restituito il valore.

Soprattutto #visibili un buon hashtag per tutti quelli che fanno lavori invisibili….


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Eppur si muove

Ebbene si il blog vive ancora, per chi non se ne fosse accorto, sotto la cenere cova qualche barlume di calore.

Un nuovo lavoro, con 40 ore fuori casa si è assorbito tempo ed energie, e perché anche pensieri. Una cosa che quando accade, rivoluziona il mondo quotidiano, il tempo, lo spazi (gli spazi di vita),, i pensieri e le emozioni.

Due mesi passati a imparare, imparare, imparare, e esplorare 58 nuove relazioni personali, studiare report e carte varie, prontuari e regole (implicite ed esplicate) … e a cercare dove si collochi l’educazione. Due mesi per appassionarsi nella responsabilità, e nella scelta di alcune rinunce professionali, per non perdere la rotta di se stesse e del proprio senso del lavoro,

Rinnovando anche le regole e i tempi della famiglia, spesso sacrificati al lavoro, nel paradosso eterno del lavoro che da e toglie al tempo stesso.

il retro pensierino di fine d’anno che questa nuova svolta di lavoro e di vita, insieme ad un lutto familiare assai spesso, mi hanno ridefinito il valore di alcuni rapporti o modi di relazionarsi, da cui saggiamente vale la pena di tenersi fuori.

Buon 2013

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Quando ero precaria ….

e tra poco non lo sarò più.

Avro’ un lavoro all’antica, uno stipendio ogni mese e dovesse accadere mi potrò forse ammalare, e una sicurezza a breve termine.

Deve essere una buona notizia. Spero di non esser stata troppo choosy ….