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salvare un libro – (esercizi di scrittura)

la-ragazza-del-molo

Si tratta di scrivere un brano di circa una cartella (1.800 caratteri) prendendo spunto dalla fotografia allegata. 1 esercitazione.

“Ehi sei viva, sei vivaaaa?”
Anzi:
“Sei vera””. La ragazza è stesa sulla terrazza di cemento, che si protende sul mare. Legge un libro, in un pericoloso equilibrio.
Un braccio sporto fuori dalla terrazza lo sorregge.
Anche la testa si allunga nello spazio; basterebbe una leggerezza, un lieve addormentamento per perdere il volume in mezzo alle onde.

Mi chiedo se si butterebbe in acqua, per recuperarlo.
Sarà un bel libro, di quelli avvincenti? Io glielo auguro.
Oppure è una lettura, di quelle frivole, che compri all’inizio della vacanza e alla fine ti dimentichi sulla sdraio dei bagni Marinella.
I bagni Marinella ci sono sempre, in ogni località marina, sono immancabili come l’albergo Miramonti, in ogni posizione montana. Alle volte siamo una specie banale nel dare i nomi.

L’immobilità della ragazza mi fa ritornare alla domanda iniziale.
La ragazza è davvero viva?

Ovvio, che lo sia.
Quando qualcuno legge e non si muove, puoi ben sperare sulla qualità del libro, forse è uno di quelli che ti trasportano subito in un altro mondo e che annullano tutto il resto.
Oppure il mare e sole sono i veri artefici in quella inazione precaria?
Stesi, ci si dissolve nel sole, i confini tra la pelle e l’aria scompaiono.
Tutto è luce e calore, null’altro.  Non ci sono confini tra spazio e tempo mentre si sta stesi al sole. Leggendo si è, altresì, annullati e fusi nella trama, in un’avventura, in un viaggio nel possibile.

Invece quel miracolo di equilibrio e staticità si interrompe, il libro scivola in acqua, un’acqua fonda.
Le barche continuano a disegnare le loro traiettorie, raccontano un’altra storia, da pescatori, o da turisti. Fanno parte di una scena lontana.

Il libro, di aspetto pesante, galleggia brevemente e poi comincia a sprofondare.
Aspetto un prova di vitalità dalla ragazza.
Correrà in supporto del libro? Si è addormentata, e non se ne accorgerà fino a quando sia diventato troppo tardi per salvarlo.

Strizzo gli occhi, che mi bruciano, il tempo di prendere dalla borsa gli occhiali da sole, e sento un tonfo.
La ragazza si è tuffata. la-ragazza-del-molo


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s-cultura libresca (blog mob3)

La mia formazione letteraria è bizzara, e precoce.

Non appena ho scoperto che leggere mi piaceva ho cominciato a saccheggiare la libreria familiare in modo indiscriminato.

Gli unici libri che proprio non sono riuscita a mandar giù, a terminare, perchè troppo faticosi e paurosi sono stati l’Esorcista e Qualcuno volò sul nido del cuculo (questo poi l’ho riletto e finito).

Quella lì era una libreria tutto sommato normale, da persone che amavano leggere ma che non si addentravano nei meandri della Cultura Alta. Ma di certo so che a casa mia e dei miei nonni paterni si è sempre letto.

Così mia mamma mi ha aperto le strade della psicologia e della psicosomatica, in chiave divulgativa (niente Freud o Jung, al massimo qualche volume di Fromm),  cioè l’indispensabile per navigare tra emozioni e sentimenti. E poi ha aggiunto le delizie delle scrittura del romanzo “familiare” di Brunella Gasperini.

Mio padre invece oltre ad avere aperto il mondo della fantascienza (lotte epiche per leggere per primi l’ultima uscita di un Urania) e del Giallo Mondadori, mi ha fatto scoprire la guerra attraverso i romanzi di un autore piuttosto discusso (Sven Hassel). Ma qualunque sia la verità storica dell’autore mi sono rimaste due cose, lo strano gusto del proibito per aver letto libri poco adatti ad una ragazzina molto giovane e la sensazione che la guerra, così narrata, fosse una gran brutta cosa. Guerra narrata come priva di ogni fascino, eppure dannatamente pregna di umanità, nel bene e nel male. Una guerra dove non ci si divide in: “noi i buoni e voi i cattivi”, ma il brutto è equanimemente diviso, e la guerra è comunque brutta.

Per gli Urania e I Gialli, ricordo il piacere di andare, con mio padre, nei chioschetti  di libri usati ( ricordo in Piazza Piemonte  a Milano) dove scambiare intere annate di questi libri, e tornare a casa con quel ghiotto bottino, odoroso di carta vecchia, economica, porosa e ingiallita.

E poi ci sono stati i libri di fotografia e le riviste, anch’essi letti con avidità, più che letti guardati ….. mi ricordo il rapimento della carta patinata e delle immagini, certa poesia del bianco e nero, o la profondità saturata del colore.

Anche i libri da piccola, da bimba, quelli più adatti alla mia età e alla formazione sono stati una bella miscellanea, dalla gamma intera dei libri di avventura: Emilio Salgari, Jules Verne, Robert Luis Stevenson, Daniel Defoe, associati ai libri “per signorine” di inizio secolo che mi passava mia nonna,  presi dalla sua libreria antica e ricolma di vecchi volumi polverosi. Libri con le copertine spesse la carta fragile e che sapevano di antico (Piccola Lady Jane, Piccolo Lord), piene di storie strazianti ma “assai edificative” …..

Ancora oggi ho la sensazione che le ore perse sui libri, da sola o in compagnia dei mieoìi, siano state piene e deliziose.

E chissà perchè penso che la donna che sono diventata abbia ricevuto molto da quelle letture …. o me la voglio raccontare così …

(e voi??? come ve la passate in tema??)

Ovviamente link e suggerimenti saranno assai benvenuti

trascloco 2010

In modo del tutto estemporaneo aggiungo che:

Anche se parlo di libri tutto sommato semplici, questo post fa parte della serie blogmob.

I libri, in un paio di occasioni, mi hanno salvato il pensiero e dato forma e nome a sensazioni che non sapevo nominare e quindi vedere.

Oggi, a volte, i blog mi offrono quella simile emozione …


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Blog – Mob

C’è già? Lo hanno inventato già? Forse si, e non importa!

Questo blog è in blog mob, ma per giocare in conto piede non è una mobilitazione contro (che pur resta un implicito) ma pro…

Pro? La cultura che cade a pezzi in Italia, e che non viene curata (Pompei), sostenuta e ricostruita (l’Aquila), o chiusa (come molti teatri). Ha dovuto ricordarcelo, alla prima della scala anche il Maestro Baremboim, che la cultura in Italia vale poco.

Oramai nessuno ricorda che la “bella Italia” lo era in virtù di un patrimonio artistico e culturale, ricco e bello, qualcosa che attirava turisti e studiosi.

Oramai è carne da macello o da svendita o saldo, come la scuola e l’università.

Lasciamo perdere  che l’università è una delle fucine della ricerca e del futuro, vero?

E quindi per non inventare nulla uso biecamente ciò che stanno facendo gli studenti nelle piazze (leggono libri), come ci ha insegnato Fahrenheit 451 (cito Wikipedia)  il cui il protagonista “Scappa poi lungo il fiume, sulle cui rive incontra un gruppo di uomini fuggiti dalla società che, insieme ad altri loro compari sparsi per tutta la nazione, costituiscono la memoria letteraria dell’umanità, in quanto conoscono a memoria numerosi testi.” (cfr nota fondo pagina tratta sempre da Wikipedia).

E allora il mio Blog -Mob consiste nel ri-lanciare in rete frammenti di cultura e di ricordi, parole e suoni, musica e voci…. giorno per giorno, per non dimenticare il valore perzioso della conoscenza e dei saperi. Che non possono essere omologati, ma devono essere ricchi, condivisibili, metticiabili, e non  svenduti o chiusi. E’ un Mob a favore del Bello. E’ un atto di affetto per ciò che è cultura nelle sue forme, alte e basse, classiche o innovative.

 

 

 

 

 

da wikipedia

Il romanzo di Bradbury affronta il tema delicato della gestione delle informazioni e del controllo della società e – sotto questo particolare aspetto – tratta lo stesso tema dell’altrettanto famoso romanzo di Aldous HuxleyIl mondo nuovo, pubblicato nel 1932. In entrambi i romanzi l’attenzione delle persone verso l’operato del governo è annichilita dall’imposizione di un consumo di massa, dove il fine ultimo è apparenza, protagonismo e appagamento materialista. Nonostante il proposito delle dittature, la felicità risulta essere apparente, esistono quindi momenti di tristezza che però possono essere eliminati facilmente grazie all’uso di pillole.

Fahrenheit 451 ha anche numerose analogie con il romanzo 1984 di George Orwell: in entrambi i libri si incoraggia la delazione (persino fra componenti dello stesso nucleo familiare) e si fa un uso massiccio della censura, dove però quest’ultima è organizzata in modo differente. Mentre in 1984 tutte le notizie vengono costantemente falsate ad opera di un ministero delegato, nel romanzo di Bradbury è bandita qualsiasi informazione scritta. I libri sono quindi dichiarati materiale illegale, e come tale, tenuti nascosti nei posti più disparati dai lettori fuorilegge per far fronte alle continue incursioni dei pompieri incendiari.

A differenza di quanto accade in 1984Fahrenheit 451 e il Mondo Nuovo possono essere considerati libri critici verso le degenerazioni informative dei regimi democratici, basati sul sempre più invadente consumo di massa.

In ogni caso il libro di Bradbury ha un finale aperto a una nuova vita e alla speranza, mentre Orwell non lascia alcuna via di fuga.