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INTERMEZZO il paradosso: il web 2.0, la mamma-blogger, la suocera e …

fonte wikipedia >La dizione contenuto generato dagli utenti (User-Generated Content o UGC in inglese) è nata nel 2005 negli ambienti del web publishing e dei new media per indicare il materiale disponibile sul web prodotto da utenti invece che da società specializzate. Essa è un sintomo della democratizzazione della produzione di contenuti multimediali reso possibile dalla diffusione di soluzioni hardware e software semplici ed a basso costo.
Fonte Robin Good >Il Web 2.0 è una nuova visione di Internet che ha appena cominciato ad influenzare il vostro modo di lavorare ed interagire con le informazioni in rete. Web 2.0 non è un software specifico, nè un marchio registrato dai Microsoft o Google, ma un un insieme di approcci per usare la rete in modo nuovo e innovativo. Web 2.0 si riferisce alle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla persona che li produce o dal sito in cui vengono creati. L’informazione può essere suddivisa in unità che viaggiano liberamente da un sito all’altro, spesso in modi che il produttore non aveva previsto o inteso. Questo paradigma del Web 2.0 permette agli utenti di prendere informazioni da diversi siti simultaneamente e di distribuirle sui propri siti per nuovi scopi. Non si tratta di derubare gli altri del loro lavoro per il proprio profitto. Anzi, il Web 2.0 è un prodotto open-source, che permette di condividere le informazioni sulle quali è stato creato Internet e rende i dati più diffusi. Questo permette nuove opportunità di lavoro e di informazioni che possono essere costruite sopra le informazioni precedenti. Web 2.0 lascia ai dati una loro identità propria, che può essere cambiata, modificata o remixata da chiunque per uno scopo preciso. Una volta che i dati hanno un’identità, la rete si sposta da un insieme di siti web ad una vera rete di siti in grado di interagire ed elaborare le informazioni collettivamente.

per ora limito i links all’argomento, almeno finchè non trovo alcune definizioni pertinenti, che avevo letto; ma che ho, anche, inavvertitamente perduto nel mare delle pagine salvate o memorizzate. 

il concetto è comunque questo, esiste ora grazie al web 2.0, la possibilità di creare contenuti partendo dal basso, ovvero come recita l’articolo di wikipedia (a sua volta generato degli utenti) una massiccia democratizzazione dei saperi.

Nel bene e nel male che ciò comporta, ma questo implica anche che ogni sapere è legittimo.

Perciò la mamma blogger tipo, oui m.me bovary c’est moi, impara e produce sapere qui, nella blogosfera. Ma appunto anche impara, confida, chiede, cerca, si documenta. 

Ma nella giornata tipo della blogger-mother esiste anche la suocera, oppure  mammà.  Al peggio entrambe.  Croce e delizia di ogni neo-madre. Incubo ricorrente di qualcuno che ci dirà come fare, cosa fare e quando farlo; pretendendo di dirci cosa fare con l’amato frugoletto, in virtù del bizzarro caso che le ha rese madri nostre o del compagno di vita.

Ohibò !!

Le stesse inoltre reclameranno la propria esperienza come attestazione di competenza: “anche io ho cresciuto un fglio/a”. Mentre il fumetto della mammina sarà “é certo: male, molto male”

Insomma la nonna materna e/o paterna sarà una rompiscatole che priverà la neo-coppia della sua legittimità educativa.

Oppure.

Oppure la blogger 2.0 può produrre un sapere diverso, dove le donne non litigano per lo scettro educativo, per il sapere, ma lo costruiscono sapientemente insieme. Perchè mia suocera dovrebbe essere, necessariamente, solo una incompetente educativa e non una donna che mi racconta, emozionata, com’è stato crescere suo figlio, che – inavvertitamente – può essere anche l’uomo che amo. E perchè non posso condividere con mia madre la stessa emozione di quando io mi feci male, il giorno che – mettiamo – anche mia figlia se lo è fatto? Sarebbe il 2.0 dell’educazione, in cui le donne, che per varie questioni si trovano ad avere il management della casa e il coordinamento delle prassi educative familiari, collaborano all’educazione dei bimbi. Ognuna usufruendo di ciò che è di propria competenza:

  1. la responsabilità materna della neo mamma e l’emozione di imparare, anche un pò da sé un nuovo ruolo;
  2. il sapere più antico di una donna anziana, un pò datato, magari. Ma di una donna, che mettiamo ha già affrontato simili preoccupazioni, il lavoro del marito, l’impegno ad acquistar casa, i bimbi irrequieti.

il finale potrebbe esser una maggiore solidarietà e un sapere più evoluto nel crescere i figli.

non competere ma cooperare …



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Onore al merito …. racconto di halloween


pubblico una lettera scritta dalla nonna alla grande:


” … ti voglio raccontare il mio giorno di halloween, poi però mi racconterai il tuo.
Allora. Mi ero travestita da nonna, perché da strega lo sono già.
Dunque, tuta, pantofole, capelli scarmigliati come al solito.
Suonano alla porta ed appare G**** con al seguito pischelli di tutte le età allegri e sorridenti: “dolcetto o scherzetto” dicono in coro.
Panico da parte mia, la mia mente immagina lo scomparto dei dolci: è quasi sempre vuoto.
Per evitare di mangiarne.
Così riesco a racimolare un pò di vecchie caramelle  un pò schifose (per me) alle erbe e alla menta che con mi grande sollievo li soddisfano e se ne vanno tutti contenti.
Passa un pò di tempo e suonano di nuovo alla porta; stavolta è A***** con in testa una speci di casco sul quale è l’immagine di spiderman, l’altro è vestito in modo approssimativo da harry Potter.
Anche stavolta dopo la fase rituale, do loro le solite caramelle e pacchetti di biscotti secchi.
A**** non dimentica, andandosene, di raccomandarmi di salutarti tanto.
Lo farò senz’altro, dico io.
Pensavo fosse tutto finito qui.
Invece …. quando ormai era buoi fondo, altro trillo di campanello. chiedo chi è, ma nessuno risponde, ripeto …. Silenzio. Insisto. Se non so chi è, non apro!!
Poi una vocinasi decide e dice: “sono A****a.”
Infatti è lei, insieme a due amiche.
Io sono sempre più avvilita ed anche stavolta dono pacchetti di biscotti.
Sono contente ed in cambio A****a mi da il bigliettino che ti mando. carino, no??
Ho chiesto a tutti quale sarebbe stato lo schezetto nel caso non avessi dato nulla: “boh!! ci dobbiamo pensare!”
Ho capito che era solo per stare insieme in allegria, rimediando qualche dolce, anzi dolcetto. Anche se è un periodo triste, questo dei morti, mi ha fatto piacere vedere tutte quelle belle faccine sorridenti”
questa lettera, scritta dalla nonna alla grande, mi ha fatto venire voglia di pubblicarla.
di rendere onore al merito di chi l’ha scritta. di chi ama raccontare storie. storie che raccontano e storie che insegnano.
in un blog, che in mezzo a tanti blog, fa parte in un flusso di storie che scorrono, dicono, raccontano, insegnano.
sembra il fiume di siddharta.
e se anche  amo questo flusso, so di non essere così illuminata…magari.
monica