Noi del gruppo panni stesi di Milano continueremo le immagin_azioni … ecco cosa ne ho scritto su DonnePensanti
Pensate che sia finita? No di certo.
Vi so dire come è cominciata …
Noi a Milano abbiamo cominciato così:
dialogando.
A partire da una rete di amiche e colleghe su facebook, abbiamo deciso di esserci e in una settimana progettato l’azione e il comunicato stampa (per ora lo leggete sul mio blog – quale piattaforma “ospitante” e accessibile a tutti, anche a chi non è su facebook, o non ha un account twitter); il comunicato stampa è stato condiviso sui socialnetwork, inviato alle testate giornalistiche, e in genere ai principali media – tv radio -, condiviso con il blog di “senonoraquando” e poi ancora ognuna ha raccontato e condiviso con le reti personali individuali, amici colleghi vicini di casa cosa pensavamo di fare …
Il nostro tema era un filo conduttore che legasse tutti i pensieri, immagini, parole che rendono ricco e variegato il femminile, per restituirne la tridimensionalità di esperienza umana, non reificata, come sempre più spesso accade o meglio continua ad accadere.
Il filo conduttore è poi diventato uno spago reale, e le mollette da bucato, un simbolo vero, pratico e anche un pò ironico di una condizione femminile stesa alla luce del sole. (Peccato che a Milano diluviasse!!)
E una domenica è diventata una narrazione collettiva di immagini, parole, oggetti, suoni e presenze, facce nuove e conosciute; un mare multicolore di ombrelli, tantissimi che fotografavano, le chiacchere e i tortelli portati da una amica e offerti alle signore accanto a noi, i bimbi che correvano sotto un enorme telone/prato ricoperto di fiori, le sciarpe bianche che danzavano al ritmo di “Respect” di Aretha Franklin…
Sorrisi. Molti sorrisi.
Ci piace pensare che siamo capaci di disancoraci dalle polemiche e accuse dell’essere femministe, moraliste, radical chic, puritane, e dalla accusa di volere solo le dimissioni di Berlusconi. Certo! Vorremmo, e in via democratica, le dimissioni di un Presidente del Consiglio plurindagato. Ci piace forse altrettanto l’idea di raccontare il femminile complesso che questo momento culturale invece racconta come impoverito, appiattito e svuotato, ci piace esporre questa vena nascosta, e ricordarla. Perchè il femminile impoverito fa da sponda ad un maschile altrettanto impotente, degradato, che questo momento politico sembra mostrare nella sua apicalità. E si realizza in una staticità e povertà politica, culturale, educativa, storica, economica che penalizza ancora l’accesso al lavoro delle donne, ma anche dei giovani, ma anche di leggi innovative per la genitorialità e per la famiglia ….
Per continuare stiamo già progettando altre iniziative, magari piccole, ma capaci di veicolare la responsabilità che intendiamo assumerci insieme. Perchè è vero che la dignità della donna è anche dignità di persona, è anche responsabilità individuale, ma la responsabilità ha bisogno di essere mostrata, raccontata per potere veicolare la propria presenza nella società.
Nel frattempo sul blog abbiamo anche raccolto le parole e le immagini che abbiamo scelto di “stendere” in manifestazione, aggiungeremo a breve altri contributi sopraggiunti e infine anche quelli che i passanti hanno voluto appendere accanto alle nostre. Arriveranno poi anche le foto della manifestazione e chissà che altro?
A me resta il senso di un inizio ….