Il peasello vicino al paesello.
La signora velata e con un lungo abito, la vediamo quando andiamo o torniamo dall’accompagnamento, della minina alla scuola dell’infanzia. Spesso sono (o siamo) ancora emotivamente coinvolti dagli strascichi del rito dei saluti alla piccola, facili o difficili, a seconda del giorno; insomma la mattina ci sono un pò i nervi scoperti.
E poi noi, io e lui, con la disabilità ci abbiamo lavorato per anni (io ancora e da 20 anni oramai), per cui la riconosciamo quasi a naso. E quella è tosta. Il bimbo avrà 6/8 anni ed è evidentemente gravemente compromesso (movimento e cognizione).
Ogni volta mi si ritorce lo stomaco, perché quella disabilità è più disabilizzata di altre. Mediamente qui tra i paeselli si segnala la penuria di servizi, strutture, contatti, formazione, culture, associazioni, reti informali e no. C’è una assistente sociale che serve una costellazione di paeselli, e per tempo o sfortuna dicono non sia nemmeno un granchè …. E una madre musulmana in un vuoto di relazioni, oltre che di servizi, (faccio fatica io, migrante da milano, ad integrarmi) di amicizie, senza famiglia, senza rete sembra ancora più fragile davanti alla fatica di vivere, di suo figlio. Ogni giorno la sua passeggiata da casa a scuola, mi sembra un sasso che mi porto anche io, che ci portiamo noi tutti, nell’incapacità che mostriamo qui, in questo frammento di terra nel sostenerci con gentilezza e amicizia, con solidarietà e curiosità affettuosa. Dicono che al nord siamo chiusi, e poco amichevoli, ne ho la testimonianza quotidiana. Lei come fa?
Islam e disabilità .. materiale reperito
1. handicap nella cultura islamica
2. Islam e disabilità
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